BREGLIA, Alberto
Nacque a Napoliil 7 agosto del 1900, da Ernesto e da Olimpia Breglia. I suoi primi lavori vertono su argomenti di storia e di critica delle teorie economiche (L'opera economica del Boisguillebert, Napoli 1924; Aproposito di G. Botero economista, Milano 1928). Dopo aver completato i suoi studi con un soggiorno nel '29 in Inghilterra e l'anno seguente negli Stati Uniti, il B. nel 1932 conseguiva la libera docenza in economia politica e veniva chiamato come professore incaricato di quella disciplina presso l'università di Sassari. Vinto il concorso nel 1935, fu professore a Bari, a Cagliari, a Palermo, a Napoli e, dal 1942, a Roma.
A mano a mano l'attenzione del B. si andò concentrando su questioni teoriche, anche se rimase in lui sempre presente l'esigenza di riferire l'analisi teorica aflo svolgimento storico delle dottrine e della realtà economica, così che la teoria economica veniva ad essere intesa come uno strumento di comprensione storica. Questa concezione, che sottende l'intera opera del B., è particolarmente evidente nei saggi: Le variazioni di lunga durata del livello dei prezzi mondiali (Milano 1931); Sulraggiungimento dell'ottima costituzione delle imprese (ibid. 1931); Sul moto ciclico (Torino 1933); Cenni di teoria della politicaeconomica (Milano 1934); Finanza e struttura economica (ibid. 1940). Il tratto essenziale dell'opera del B. consiste appunto nel coordinamento organico fra visione teorica e visione storica, che pur tuttavia sul piano concettuale debbono restare distinte.
Il processo di fondo, che si svolge nel periodo moderno, è quello della progressiva concentrazione delle unità produttive e, in via concomitante, della progressiva rarefazione del loro numero; s'intende, delle unità produttive che sospingono il processo di sviluppo, il quale caratterizza la nostra era del "progresso". Questa concentrazione e questa rarefazione in ultima analisi sono la conseguenza della ricerca di costi unitari sempre minori. "Di questa ricerca, di questo ininterrotto profondo impulso della storia moderna, senza studiare e senza comprendere il quale nulla si studia e nulla si comprende della storia moderna stessa, altre conseguenze. altri aspetti sono stati: l'accrescimento demografico enorme; le cadute cicliche sempre più imponenti, l'espansione dei massimi accentramenti di produzione in mercati sempre più vasti, le guerre sempre più sconvolgenti; la circolazione di mezzi di pagamento nominali, prima ad opera degli istituti bancarî, anch'essi sorgenti, e a completamento, poi ad opera dello stato ed a sostituzione degli originali mezzi di pagamento metallici, reali, veramente monetari" (Puntidi orientamento in economia e storia, p. 385).
L'ultimo specifico tema, quello riguardante la circolazione monetaria, fu il tema di fondo del suo volume sulla moneta (L'economia dal punto di vista monetario, Roma 1955). Per il B. l'economista ha certamente il compito di elaborare l'analisi teorica del funzionamento del sistema monetario, così come esso si presenta in una certa fase dell'evoluzione economica; ma tale analisi non può esser compiuta in modo adeguato se in via preliminare non si chiarisce perché e attraverso, quali processi di trasformazione il sistema monetario è giunto ad essere quello che è. Di qui la considerazione che le economie moderne sono soggette appunto ad un'evoluzione che tende a trasformarle da "plurisoggettive" (poggianti su un gran numero di soggetti economici autonomi, fra cui sono, in primo luogo, le imprese) in "unisoggettive" (o socialistiche, o accentrate: economie sviluppantisi secondo un piano diretto dal centro, anche se variamente articolate in unità dotate di autonomia amministrativa più o meno grande). L'economista deve compiere l'analisi teorica dell'uno e dell'altro tipo di economia e del processo di trasformazione.
In un periodo in cui nell'analisi teorica ancora dominavano i problemi dell'equilibrio statico, il B., conformente alla sua concezione, attribuì un peso preminente all'analisi dello sviluppo economico; così le fluttuazioni cicliche, il credito e le banche, l'intervento pubblico, la formazione e l'evoluzione delle grandi imprese industriali, tutti questi fenomeni vengono da lui esaminati con riferimento al problema dello sviluppo. E poiché lo sviluppo consiste in un processo di trasformazione, l'analisi di questo processo apre la via a un esame critico delle stesse trasformazioni istituzionali dei sistemi economici dei paesi occidentali.
Nel 1945 il B. venne nominato presidente della sottocommissione economica della commissione per lo studio dei problemi del lavoro del ministero per la Costituente e quindi, nel 1947, membro della commissione per la riforma del sistema previdenziale. Nello stesso anno era entrato a far parte, come socio corrispondente, dell'Accademia dei Lincei.
Il B. morì a Roma il 19 ag. 1955.
Buona parte dei saggi del B. sono stati raccolti nel volume Temi di economia e di vita sociale (Milano 1942).Fra i saggi e le memorie pubblicati dopo la guerra sono da ricordare: Tesoro,finanze e banche, in Critica economica, III (1948), pp. 48-55; Punti di orient. in econ. e storia, in Rendic. d. Accad. naz. Lincei, cl. sc.mor., stor., filos., s. 8, III (1948), pp. 381-86; L'attuale fase dello sviluppo stor. dell'econ. e la coscienza crist.,ibid., V (1950), pp. 493-505; Il piano del lavoro. Relazione sui problemi del finanziamento, in Conferenza economica nazionale della Confederazione generale italiana del lavoro, Roma 1950, pp. 3-14; Alcuni aspetti economici dello svolgimento della finanza pubblica, in Arch. finanziario, X (1951), vol. II, pp. 11-23; Profili sterili e profitto fecondo, in Giorn. degli economisti, n.s., XI (1952), pp. 211-13.Oltre al volume, già menzionato, L'economia dal punto di vista monetario, va ricordata l'opera postuma Reddito sociale (Roma 1965), i cui temi dominanti sono costituiti dallo sviluppo economico e dalle trasformazioni istituzionali e strutturali delle moderne economie.
Bibl.: Necrologio, in IlCorriere della sera, 20ag. 1955 e in Il Messaggero, 23ag. 1955; G. Demaria, A. B., in Giorn. degli econ., n. s., XIV (1955), pp. 424ss; P. Sylos Labini, A. B., in Studi sassaresi, X (1955), pp. 71, 79.