GHIZZETTI, Aldo
Nato a Torino l'8 ott. 1908 da Ernesto e da Irene Centenari, vi frequentò il liceo scientifico dove ebbe come insegnante Guido Ascoli. Nella stessa città svolse gli studi universitari, laureandosi nel 1930 con Alessandro Terracini. Fu successivamente assistente ai corsi di analisi matematica e di geometria al Politecnico di Torino e poi aiuto di ruolo fino al 1940.
L'attività scientifica del G. si aprì con due pubblicazioni in campo geometrico, relative alla sua tesi di laurea e riguardanti il comportamento limite della trasformata di una curva piana rispetto a una trasformazione omografica dipendente da un parametro reale e continuo (Sulle curve limiti di un sistema continuo ∞1 di curve piane omografiche, in Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, LXVIII [1935-36], pp. 123-141). Tuttavia, già durante il periodo torinese iniziarono a palesarsi i suoi interessi nel campo dell'analisi matematica, sotto l'influenza di Guido Fubini che, durante gli anni Trenta, teneva il corso di analisi matematica al Politecnico di Torino.
Fu in particolare sotto la guida di Fubini che il G. cominciò a occuparsi della teoria delle trasformazioni di Laplace in relazione al suo uso in campo elettrotecnico, soggetto cui dedicò una serie di ricerche che culminarono nel 1943 nella pubblicazione della monografia Calcolo simbolico. La trasformazione di Laplace ed il calcolo simbolico degli elettrotecnici (Bologna 1943). Sulla base di tale monografia si basò, successivamente, la stesura del trattato Trasformate di Laplace e calcolo simbolico (Torino 1971), scritto in collaborazione con Alessandro Ossicini.
Nel 1940 si trasferì a Roma, dietro invito di Mauro Picone, quale vicedirettore dell'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo (INAC) del Consiglio nazionale delle ricerche, di cui fu in seguito direttore dal 1960 al 1968. Durante gli anni Quaranta fu anche assistente di Picone presso la cattedra di analisi superiore all'Università di Roma. Nel 1948 venne nominato professore straordinario di analisi matematica alla Scuola normale superiore di Pisa, per passare l'anno successivo alla facoltà di scienze dell'Università di Roma: infine, nel 1962 si trasferì alla cattedra di analisi matematica presso la facoltà di ingegneria della stessa università.
Fu nell'ambiente romano, e in modo particolare nel contesto di ricerca dell'INAC, che l'attività scientifica del G. trovò la sua massima espressione fino a divenire uno dei protagonisti dello sviluppo dell'analisi matematica nell'Italia del secondo Novecento.
La sua produzione si caratterizzò, in particolare, nei termini di una sintesi tra lo sviluppo di alcune questioni teoriche riguardanti, per lo più, il dominio dell'analisi classica e una costante caratteristica di concretezza, connessa alla considerazione di particolari questioni sorte nell'ambito di ricerca dell'INAC e all'interesse per le applicazioni numeriche dei risultati teorici ottenuti.
Tra i vari argomenti su cui si incentrò l'attività di ricerca del G. nel periodo romano, occupa un posto rilevante la teoria dei momenti, con particolare riguardo per il contesto delle funzioni limitate. In questo ambito, in particolare, egli individuò le condizioni necessarie (teoremi di tipo tauberiano, secondo una denominazione classica) e sufficienti (teoremi di tipo abeliano) affinché per una determinata successione esista una funzione quasi ovunque compresa tra i valori 0 e 1 e avente il termine generico n-esimo di tale successione come momento di ordine n (Ricerche sui momenti di una funzione limitata compresa tra limiti assegnati, in Memorie della R. Accademia d'Italia, XIII [1942], pp. 1165-1199; Condizioni necessarie e sufficienti per i momenti di una funzione limitata, in Rendiconti dell'Accademia nazionale dei Lincei, II [1947], pp. 533-569).
Subito dopo il suo arrivo a Roma il G. cominciò anche a occuparsi di teoria delle equazioni alle derivate parziali, prendendo in esame - con un molteplice uso dei metodi delle trasformazioni funzionali classiche - problemi al contorno nel caso di vari tipi di equazioni alle derivate parziali (equazione armonica, biarmonica e loro particolari estensioni) e in relazione a diversi tipi di domini geometrici (Sui problemi di Dirichlet per la striscia e per lo strato, in Memorie della R. Accademia d'Italia, XIII [1942], pp. 617-649).
I contributi del G. alla teoria delle equazioni differenziali riguardano anche l'ambito delle equazioni differenziali ordinarie, a partire da Ricerche asintotiche per una particolare equazione differenziale non lineare (in Rendiconti della R. Accademia d'Italia, III [1942], pp. 427-440, con Renato Caccioppoli), in cui venivano riprese e sviluppate in modo sistematico a casi più generali alcune procedure sviluppate da Caccioppoli in relazione al comportamento asintotico delle soluzioni di una particolare equazione non lineare. Dello stesso tema il G. tornò a occuparsi alla fine degli anni Cinquanta nel caso di vari tipi di equazioni differenziali ordinarie sia di tipo lineare (Comportamento asintotico degli integrali dell'equazione differenziale x´´ + x + j(x´) = 0, in Annali di matematica pura ed applicata, LI [1960], pp. 167-202) sia non lineare (Formule di maggiorazione e criteri sufficienti di stabilità per gli integrali di un'equazione differenziale omogenea di ordine n, in Memorie dell'Accademia nazionale dei Lincei, s. 8, VII [1963], pp. 17-31; Sulla stabilità degli integrali delle equazioni differenziali omogenee, in Rendiconti del Circolo matematico di Palermo, s. 2, XIII [1964], pp. 1-20).
Sullo stesso tema - spesso affrontato in relazione allo studio di particolari problemi (in particolare, Oscillazioni dell'acqua in impianti idraulici dotati di pozzi piezometrici, Roma 1950) - il G. curò anche la pubblicazione del volume Stability problems of solution of differential equations, Gubbio 1966.
A partire dalla metà degli anni Cinquanta, una parte considerevole delle ricerche del G. riguardò la teoria delle formule di quadratura in relazione con il calcolo approssimato di integrali definiti, di una funzione di una o più variabili, rispetto a domini di integrazione sia limitati sia illimitati (Sulle formule di quadratura, in Rendiconti del Seminario matematico e fisico di Milano, XXVI [1954-55], pp. 1-16; Sulle formule di cubatura relative ad intervalli piani, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, s. 3, XIV [1960], pp. 237-268). Queste ricerche successivamente condussero il G. alla stesura, di nuovo in collaborazione con A. Ossicini, del volume Quadrature formulae (Basel 1970), tra le più complete trattazioni del soggetto nel caso monodimensionale.
A partire in modo sistematico dagli anni Sessanta, il G. si occupò largamente dello studio di funzioni speciali, in stretta relazione con la teoria dell'approssimazione. Un ruolo centrale è, in particolare, svolto in queste ricerche da una estensione del concetto "classico" di polinomio ortogonale (tra cui, Polinomi s-ortogonali e sviluppi in serie ad essi collegati, in Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino, XVIII [1974], pp. 1-16, con A. Ossicini). Alla teoria dell'approssimazione sono inoltre dedicate le Lezioni di analisi superiore, frutto del corso da lui tenuto all'Università di Roma, e pubblicate in forma litografata (Roma 1955-56).
Altri rilevanti contributi apportati dal G. hanno riguardato la teoria dell'elasticità (Sugli stati di tensione piana in un corpo elastico, in Annali di matematica pura ed applicata, XXIX [1949], pp. 125-130), il calcolo delle probabilità (in particolare, Sul problema del collaudo di partite di numerosi oggetti, in Atti della VII Riunione della Società italiana di statistica, Roma 1943, pp. 1-19) e la teoria delle equazioni integrali (Studio di una particolare equazione integrale singolare di Wiener-Hopf, in Rendiconti di matematica e delle sue applicazioni, IV [1971], pp. 1-41, con A. Ossicini).
Come trattatista - oltre ai volumi ricordati - il G. è stato autore di vari testi universitari, frutto dei corsi da lui tenuti in gran parte presso l'Università di Roma, alcuni dei quali di vasto e sistematico impiego nel contesto universitario italiano. Si ricordano soprattutto le Lezioni di analisi matematica (I-II, Roma 1980-81), scritte in collaborazione con Francesco Rosati, sulla base delle lezioni pubblicate dal G. in forma litografata a partire dalla metà degli anni Cinquanta (I, 1948-49; II, 1949-50).
Nel contesto dell'attività scientifica del G. va inoltre inclusa la direzione di alcuni periodici, tra cui in particolare i Rendiconti di matematica e delle sue applicazioni, dal 1973 al 1982. Diresse anche, dal 1964 al 1980, in collaborazione con Sandro Faedo, la rivista Calcolo.
Fu presidente dell'Associazione italiana per il calcolo automatico (1961-66) e membro del consiglio direttivo fino al 1976. Tra le varie accademie scientifiche, fu socio dell'Accademia di Madrid dal 1953, dell'Accademia delle scienze di Torino (socio corrispondente dal 1959 e socio nazionale dal 1978), dell'Accademia dei Lincei (corrispondente dal 1980 e nazionale dal 1987). Tra le onorificenze, ricevette nel 1973 il premio internazionale Bressa per la matematica dell'Accademia delle scienze di Torino e nel 1984 la medaglia d'oro del presidente della Repubblica per i benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Morì a Torino il 2 dic. 1992.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Tempo, 4 dic. 1992; Il Messaggero, 4 dic. 1992; S. Faedo, Ricordo di A. G., in Calcolo, XXX (1993), 1, pp. I-XXVI; G. Fichera, Ricordo di A. G., in Rendiconti di matematica e delle sue applicazioni, s. 7, XIV (1994), 1, pp. 9-36 (anche in Scritti matematici dedicati ad A. G., Roma 1994); Lessico universale italiano, VIII, p. 738.