Poeta russo (Pietroburgo 1880 - ivi 1921). Trascorse l'infanzia e l'adolescenza con la madre e la famiglia materna; a Mosca ebbe rapporti di amicizia con Sergej Solov´ëv, nipote di Vladimir, e con i due poeti simbolisti, di lui più anziani, Vjačeslav Ivanov e Andrej Belyj. Nel 1909 visitò la Germania, la Francia e l'Italia; della rivoluzione del 1917, cui aderì con entusiasmo, ebbe una visione soprattutto mistico-patriottica. Nel 1905 pubblicò una prima raccolta di versi, Stichi o Prekrasnoj Dame ("Versi della Bellissima Dama"), cui seguirono fra l'altro Nečajannaja radost´ ("La gioia inattesa", 1907), Zemlja v snegu ("Terra nella neve", 1908), Nočnye časy ("Ore notturne", 1911), Stichi o Rossii ("Versi sulla Russia", 1915) e i poemetti Dvenadcat´ ("I dodici", 1918) e Skify ("Gli Sciti", 1918). Al teatro, B. diede alcuni drammi lirici, con spunti grotteschi, fra cui Balagančik ("La baracca dei burattini", 1906) e Neznakomka ("L'ignota", 1906), che ebbero, nella regia di V. E. Mejerchol´d, notevole successo. Completano la sua opera i saggi Rossija i intelligencija ("La Russia e l'intelligencija", 1918) e O simvolizme ("Intorno al simbolismo", 1921). Caratteristica principale della sua poesia, eminentemente lirica, è una profonda e talvolta esasperante sincerità che lo porta da un iniziale simbolismo mistico a un allucinante realismo, la cui intonazione cosmica non è priva, a sua volta, di significati allegorici. Nella sua opera è sempre presente un senso d'intima fratellanza con tutti gli uomini e un carattere divinatorio che nei poemetti rivoluzionarî assurge ad accenti apocalittici.