Scrittore russo (Kislovodsk 1918 - Mosca 2008). Compì studi scientifici, laureandosi in matematica e fisica e seguendo anche corsi di filosofia e letteratura; durante la guerra prestò servizio al fronte e fu decorato al valor militare. Arrestato nel 1945 per affermazioni contenute nella sua corrispondenza privata, fu condannato a 8 anni di campo di lavoro; al termine della pena subì un ulteriore periodo di confino. Il suo caso letterario esplose con la pubblicazione sulla rivista Novyj mir, nel 1962, del racconto Odin den´ Ivana Denisoviča (trad. it. Una giornata di Ivan Denisovič, 1963), narrazione sobria, quasi distaccata, della giornata di un prigioniero dei campi sovietici, che contiene in nuce i temi fondamentali dell'opera di S.: l'essenza dell'uomo che si rivela nell'universo ristretto del lager, la dignità del lavoratore che supera la sua condizione di schiavo, la dolcezza del carattere russo, la grandezza senza pompa di un piccolo eroe. Sulla stessa rivista pubblicò altri racconti, tra i quali Matrënin dvor (1963; trad. it. La casa di Matrjona, 1963), che diede origine alla cosiddetta "prosa di villaggio" d'ispirazione neocristiana; ma le difficoltà con la censura bloccarono la stampa di due tra le sue opere principali: il "romanzo polifonico" V kruge pervom (trad. it. Il primo cerchio, 1968) e Rakovyj korpus (trad. it. Divisione cancro, 1969), che narra la vita di una corsia d'ospedale dominata dall'incertezza della malattia; entrambi uscirono all'estero nel 1968. Dal 1966 S. non poté più pubblicare ufficialmente in URSS e si trovò coinvolto in polemiche politiche e letterarie sempre più aspre; nel 1970 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura, ma non andò a Stoccolma a ritirarlo. Nel 1974 fu arrestato, espulso dal paese e privato della cittadinanza; negli anni successivi visse in Svizzera e negli USA, circondato dalla fama di intransigente difensore dei valori spirituali della tradizione russa. Nel 1975 pubblicò Bodalsja telënok s dubom (trad. it. La quercia e il vitello, 1975), singolare cronaca del suo lungo duello con il potere sovietico. Dopo aver portato a compimento, con Archipelag Gulag (3 voll., 1973-75; trad. it. Arcipelago Gulag, 1973-78), il progetto di un'ampia storia del fenomeno dei lager sovietici, S. si è dedicato al completamento del ciclo Krasnoe koleso ("La ruota rossa"), incentrato sulla rivoluzione e articolato in varî "nodi": Avgust četyrnadcatogo (1971; trad. it. Agosto 1914, 1972); Oktjabr´ šestnadcatogo ("Ottobre 1916", 1984); Mart semnadcatogo ("Marzo 1917", 2 voll., 1986-88); Aprel´ semnadcatogo ("Aprile 1917", 1991). La proibizione di pubblicare in URSS opere di S. è stata revocata nel 1989 e nel 1994 lo scrittore è tornato a vivere in patria. Nel 1998 ha pubblicato Rossija v obvale ("Russia al collasso"), un velato j'accuse al governo russo, e successivamente una storia degli ebrei russi Dvesti let vmeste (2001-02, 2 voll.; trad. it. Due secoli insieme, 2007, 2 voll.).