GRIBOEDOV, Aleksandr Sergeevič
Drammaturgo, nato a Mosca il 15 gennaio 1795 (secondo altri nel 1791) da un'antica famiglia nobile di origine polacca. Finì all'università di Mosca le facoltà giuridica e filologica e fu, secondo le parole di Puškin, uno degli ultimini più colti del suo tempo: conosceva il francese, l'italiano, il tedesco, l'inglese, l'arabo e il persiano. Dopo tre anni di vita militare entrò al servizio del Ministero degli esteri a Pietroburgo, dove strinse amicizia con molti letterati del tempo e dove iniziò, con alcune scene teatrali, la sua carriera letteraria. Fu anche in rapporto con le società segrete del tempo. Nominato segretario della missione diplomatica russa di Persia a Teheran, si dedicò, oltreché allo studio delle lingue orientali e delle antichità locali, alla stesura della commedia che doveva dargli fama: Gore ot uma (Che disgrazia l'ingegno!), da lui già abbozzata nel 1812, ma portata a termine al ritorno in Russia nel 1824. I tentativi da lui fatti per farla rappresentare furono inutili e nell'estate 1825 egli ripartì per la sua residenza. Scoppiata la rivolta del dicembre 1825, G. fu arrestato al Caucaso e ricondotto a Pietroburgo. Nonostante la sufficiente fondatezza delle accuse, fu liberato. Dopo varie vicende, fu nominato ministro a Teheran dove il suo compito non fu privo di difficoltà. Avendo dato rifugio a un ex-suddito russo, eunuco dell'harem dello scià, e a due armene dello stesso harem, si trovò esposto all'ira popolare che, in una dimostrazione, assalì la legazione, facendo strage dei suoi membri, l'11 febbraio 1829. Il corpo di G. fu trovato, sfigurato dai colpi, tra gli altri cadaveri.
Oltre la commedia in versi Che disgrazia l'ingegno! G. ha lasciato una tragedia, Una notte georgiana, l'abbozzo di altre due tragedie, frammenti varî, alcune poesie, lettere e articoli giornalistici. Ma il suo nome è legato nella storia della letteratura esclusivamente alla commedia Che disgrazia l'impegno! che rappresenta, non senza spunti autobiografici, il tragico destino di un giovane nobile d'ingegno e colto nell'ambiente cupo e soffocante della sua stessa classe dalla quale egli, recatosi all'estero, si è allontanato. La commedia, nonostante che la Mosca griboedoviana fosse già un ricordo soltanto mezzo secolo dopo della pittura del poeta, continua a interessare il pubblico per la vivacità delle scene, la profonda tipicità dei caratteri e la mirabile umanità della satira del poeta. Numerosi suoi versi e aforismi sono stati per tutto un secolo patrimonio spirituale del popolo russo. Storicamente la commedia rappresenta il momento decisivo della rottura della tradizione pseudo-classica del sec. XVIII, pur risentendo ancora l'influenza di Molière e di Voltaire. Enorme ne fu l'influenza sulla cultura russa e specie sulla letteratura: su Puškin. Marlinskij, Lermontov, Saltykov-Ščedrin e perfino su Leone Tolstoj.
Opere complete con note di N. K. Piksanov, voll. 3 (Biblioteca accademica degli scrittori russi), Pietroburgo 1911-1917, con ampia bibl.
Bibl.: I. Gončarov, Million terzanii (Un milione di tormenti) varie ediz.: A. Veselovskij, Alceste i Čackij, nel volume Etjudy i charakkteristiki, 4ª ed., 1912; N. K. Piksanov, Griboedov i Molière, Mosca 1922; id., Tvorčeskaja istorija "Gore ot uma") (La storia della creazione di "Che disgrazia l'ingegno!"), Mosca 1929; id., Griboedov i staroe barstvo (G. e la vecchia classe dei signori), Mosca 1926 (su materiali inediti); N. Geršenzon, Griboedovskaja Moskva (La Mosca di G.), 3ª ed., Mosca 1928.