CADES, Alessandro
Figlio di Giovanni e fratello di Giuseppe (come risulta dal testamento di questo: Roma, Arch. Capitolino, sez. XLIX, vol. 34, 1798-99, Notaio Nardi Nicolaus, pp. 829-831), nacque a Roma nel 1734.Coetaneo ed imitatore di G. Pichler, realizzò unavastissima produzione di incisioni in pietra dura, cristallo di rocca e cammei, per lo più a soggetto mitologico.
Un pezzo raffigurante Amore e Psiche si trova al British Museum; un ritratto di Mozart, finemente intagliato in sardonica orientale, era nella collezione Spink (Righetti, p. 41), ma oggi se ne sono perdute le tracce.
Moltissimi suoi lavori entrarono a far parte della collezione del principe Stanislao Poniatowski (1754-1833), il quale, avendo ereditato da suo zio, ultimo re di Polonia, una collezione di centocinquantaquattro gemme antiche (tra cui pare che ve ne fosse una attribuita a Dioskourides), volle aumentarla con il concorso dei migliori intagliatori dell'epoca: tra di essi era appunto il Cades. La collezione Poniatowski raggiunse così il numero di circa seimila pezzi; ma quando, dopo la morte del principe, fu messa in vendita da Christie's a Londra, la presenza di tante gemme di recente fattura generò dubbi sulla autenticità anche di quelle antiche. Comunque la produzione del C. andò in quell'occasione dispersa.
Altri suoi lavori ci sono stati conservati in riproduzioni: il Museo di Roma possiede una ventina di calchi di gemme da lui incise e firmate "Cades" o "Cad" (talvolta in lettere latine, talaltra in lettere greche); però questa firma non ci permette di stabilire con esattezza se si tratti di opere del C. o del figlio Tommaso.
La stessa cosa deve dirsi di altre diciassette gemme firmate Cades che il Lippold descrive e illustra in varie tavole nella sua opera, senza peraltro specificare se debbano attribuirsi ad Alessandro o a Tommaso; chi invece dà per certo che siano di Alessandro è il Righetti (p. 41).
Un'attività collaterale, ma altamente meritoria, del C. fu la raccolta di calchi di gemme antiche che ai suoi tempi venivano abbondantemente reperite negli scavi intorno a Roma, raccolta che fu poi incrementata dal figlio Tommaso.
Il C. morì a Roma il 22luglio 1909 nella sua casa in via della Croce.
Tommaso, figlio del C. e di Clementina Gioni, nacque a Roma il 13 dic. 1772. Continuò l'arte paterna, ma si dedicò al commercio di mosaici e cose affini più che all'incisione, e aprì sulla via del Corso, a Roma, un negozio che nel 1850, dopo la sua morte, era ancora in piena attività.
Il suo maggior merito è quello di aver ampliato la raccolta dei calchi iniziata dal padre, portandola a circa seimila pezzi. Dopo la sua morte, questo materiale, selezionato da E. Gerhard, direttore dell'Istituto archeologico germanico di Roma, fu diviso in gruppi di cento e offerto, a 6 scudi la "centuria", in sette vendite successive: la prima del 1831, l'ultima del 1869. I rimanenti calchi non venduti fanno parte oggi della raccolta dello stesso Istituto archeologico germanico.
Morì a Roma il 10 marzo 1840 (Roma, Arch. storico del Vicariato, S. Maria del Popolo, Liber mortuorum, XVIII[1836-1854], f. 49r).
Giovanni, altro figlio del C. e di Clementina Gioni, nacque a Roma l'11 dic. 1780 e morì nel 1835. Seguì anch'egli la professione d'incisore; ma si hanno pochissime notizie sulla sua attività, che fu peraltro sempre associata a quella dei suoi familiari.
Bibl.: L. Forrer, Biographical Dict. of medallists, coin-, gem-, and sealengravers, I, London 1904, p. 325; VII, App., ibid. 1923, pp. 143 s. (anche per Tommaso); D. Osborne, Engraved gems, New York1912, p. 191 (perTommaso); Q. M. Dalton, Catal. of the engraved gems of the postclassical periods… in the British Museum, London 1915, pp. LV, 100; G. Lippold, Gemmen und Kameen des Altertums und der Neuzeit, Stuttgart1922, p. 565 (per Tommaso);H. Gebhart, Gemmen und Kameen, Berlin 1925, p. 175 (per Tommaso); R. Righetti, Incisori di gemme e cammei in Roma dal Rinasc. all'Ottocento, Roma 1952, pp. 41, 80 (anche per Tommmaso);C. G. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, 1, Roma 1958, p. 224 (anche per Giovanni e Tommaso); A. Busiri Vici, I Poniatowski, Firenze 1971, p. 321 (per Tommaso); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 342 s. (anche per Tommaso).