KOJÈVE, Alexandre (russo: Alexandr Kožev)
Filosofo francese di origine russa, nato a Mosca nel 1902, morto a Parigi nel maggio 1968. Studiò a Berlino con K. Jaspers, e all'inizio degli anni Trenta a Parigi con A. Koyré. Dal 1933 al 1939 fu professore alla École Pratique des Hautes Études, dove tenne le sue lezioni sulla Fenomenologia dello spirito di Hegel, poi raccolte in volume da un suo allievo, R. Queneau, col titolo Introduction à la lecture de Hegel (1947). Altre sue opere: Tyrannie et sagesse (1954), Essai d'une histoire raisonnée de la philosophie païenne (1968).
K. ha dato un'interpretazione esistenzialistica della filosofia di Hegel o, più esattamente, heideggeriana. Il libro di M. Heidegger Sein und Zeit è infatti secondo K. lo strumento decisivo per intendere la Fenomenologia dello spirito. Quest'opera mostrerebbe senza possibilità di equivoco l'ateismo di Hegel e la sua concezione dell'uomo come ente finito e dunque mortale. L'idea della morte sarebbe centrale nella Fenomenologia, e ciò muterebbe radicalmente di segno la concezione giudaico-cristiana che entra a far parte del mondo intellettuale hegeliano. Poiché, se l'uomo viene rappresentato come un individuo libero storico in quanto è mortale nel senso proprio e pieno del termine, ossia finito nel tempo e cosciente della propria finitezza, allora la tradizione giudaico-cristiana viene trasformata in una concezione radicalmente laicizzata o atea. Lo "spirito" hegeliano, perciò, altro non sarebbe che la totalità spazio-temporale del mondo naturale, mondo senza Dio nel quale l'uomo s'inscrive; e la filosofia di Hegel sarebbe "dialettica" nel senso di "antropologica", cioè una filosofia della finitezza e della morte. Il metodo di Hegel, poi, non sarebbe affatto "dialettico", bensì "fenomenologico", nel senso della fenomenologia di Husserl, poiché, a differenza delle scienze positive, la filosofia hegeliana non si propone d'intervenire praticamente sull'essere e di alterarlo, bensì di rivelarlo così com'è attraverso il discorso. In questo contesto K. annette grande importanza alla critica svolta da Hegel nella Fenomenologia e nelle altre sue opere al sapere empirico-matematico.
Bibl.: G. Fessard, Deux interprètes de la Phénoménologie de Hegel: J. Hyppolite et A. Kojève, in Les études philosophiques, n. 6, 1947; N. Bobbio, Studi hegeliani, in Belfagor, 1950.