ROSS, Alf Niels Christian
Giurista e filosofo del diritto danese, nato a Copenaghen il 10 giugno 1899, morto ivi il 17 agosto 1979; professore ordinario di Diritto dal 1935 nell'università di Copenaghen. Fece parte del Comitato che redasse la Costituzione danese del 1953. Di R. giurista vanno ricordati i contributi al diritto costituzionale, al diritto penale e al diritto internazionale, ma la sua notorietà è legata soprattutto alla teoria generale e alla filosofia giuridica. In questo campo è stato allievo di Hägerström e seguace di Kelsen, aderendo altresì alla filosofia analitica del diritto della quale è divenuto uno degli esponenti di spicco. Nella concezione del diritto positivo ha sintetizzato il punto di vista normativistico con quello realistico.
Ciascun sistema giuridico nazionale, è, secondo R., un insieme di norme, di condotta o di competenza, costituite da direttive − ossia da imperativi impersonali (in Directives and norms, R. ne puntualizza la natura di entità astratte, ''contenuti di significato'', suscettibili di una propria autentica logica) −e fondamentalmente volte a disciplinare l'attività giudiziale e la conseguente coazione: la funzione del diritto è, perciò, quella di monopolizzare e disciplinare l'uso della forza fisica. L'aspetto realistico del pensiero di R. si manifesta, oltre che nella sottolineatura della funzione giurisdizionale delle norme, nei criteri che egli propone per verificare la loro esistenza o validità: una norma è valida alla duplice condizione di essere seguita con regolarità esterna e inoltre (R. rifiuta un realismo puramente behavioristico) di essere interiormente avvertita da chi la segue come vincolante. L'esistenza di un sistema giuridico è quindi accertabile in base all'osservazione dell'effettivo comportamento dei giudici e alle ipotesi formulabili circa la loro ''ideologia'', accertamento che consente a un tempo di comprendere e, entro certi limiti, di fare previsioni circa le decisioni delle corti. In ciò, per R., consiste lo specifico compito di una scienza giuridica guidata da una metodologia empirica e affrancata da presupposti metafisici. Sul terreno della filosofia della giustizia e della morale la posizione di R. è soggettivistica e relativistica. Egli combatte l'idea giusnaturalistica secondo cui i criteri di giustizia sono attingibili attraverso la conoscenza e la ragione: secondo R., i giudizi di valore sono del tutto eterogenei rispetto ai giudizi di verità, in quanto sono espressione di emozioni, di prescrizioni o comunque di atteggiamenti e scelte irriducibilmente personali.
Opere principali: Theorie der Rechtsquellen. Ein Beitrag zur Theorie des positiven Rechts auf Grundlage dogmenhistorischer Untersuchungen (1929); Kritik der sogenannten praktischen Erkenntnis. Zugleich Prolegomena zu einer Kritik der Rechtswissenschaft (1933); Imperatives and Logik, in Theoria, 7 (1942), pp. 53-71 (trad. it., in Critica del diritto e analisi del linguaggio, 1982, pp. 73-96); Towards a realistic jurisprudence. A criticism of the dualism un law, 1946; Om Ret og Retfaerdighet. En indforelse i den analytiske retsfilosofi (1953; trad. ingl., On law and justice, 1958; trad. it., 1965); The United Nations. Peace and progress (1966); Directives and norms (1968; trad. it., 1978); Skyld, Ansvar og Straf (1970; trad. it., Colpa, responsabilità e pena, 1972). In italiano anche la raccolta Critica del diritto e analisi del linguaggio (1982).