Giurista (Praga 1881 - Berkeley, California, 1973). È stato il massimo esponente del normativismo giuridico, cioè di quell’indirizzo metodologico che riduce tutto il diritto a norma. Laureatosi a Vienna con una tesi sul pensiero costituzionale di Dante Alighieri (1905) ed ottenuta, sempre a Vienna, l’abilitazione all’insegnamento universitairo in diritto pubblico e filosofia del diritto (1911), ha insegnato diritto pubblico, diritto amministrativo, diritto internazionale e filosofia del diritto nelle univ. di Vienna (1917-30), Colonia (1930-33), Ginevra (1933-40), Praga (1936-38), Harvard (1941-42) e Berkeley (1942-52).
Nel suo pensiero, l’ordinamento giuridico è una costruzione piramidale al cui vertice si pone la «norma fondamentale», che non viene posta, ma solo presupposta. Sul piano più squisitamente costituzionalistico, egli è stato un sostenitore della centralità del Parlamento, nonché il primo grande teorico della giurisdizione costituzionale (Corte costituzionale), in opposizione a C. Schmitt sul tema su chi dovesse essere il «custode della costituzione», ed ha esplicitato queste sue idee nel testo della Costituzione austriaca del 1920, alla cui redazione collaborò attivamente. Fu anche giudice della Corte di giustizia costituzionale austriaca, dalla quale si dimise a seguito della sua contrarietà alla revisione costituzionale del 1929.
Tra le sue opere principali, si segnalano: Hauptprobleme der Staatsrechtslehre entwickelt aus der Lehre im Rechtssatz (1911); Das Problem der Souveränität und die Theorie des Völkerrechts (1920); Vom Wesen und Wert der Demokratie (1920); Allgemeine Staatslehre (1925); Das Problem des Parlamentarismus (1925); Reine Rechtslehre (1934); General Theory of Law and State (1945); Das Problem der Gerechtigkeit (1960); Allgemeine Theorie der Normen (1979).