KELSEN, Hans (XX, p. 156)
Teorico del diritto, morto a Berkeley (California) il 19 aprile 1973. Dopo aver abbandonata la Germania in seguito all'avvento del nazionalsocialismo, ha insegnato diritto internazionale a Ginevra dal 1933 al 1940 e, contemporaneamente, filosofia del diritto a Praga dal 1936 al 1938. Trasferitosi, poi, negli Stati Uniti, ha insegnato diritto internazionale e filosofia del diritto dapprima (1941) alla Harvard Law School e al Wellesley College e, successivamente, dal 1942 al 1952, nell'università di California (Berkeley). Visiting professor all'Istituto superiore di studi internazionali di Ginevra nel 1952, è tornato a insegnare diritto internazionale nel 1953 al Naval War College di Newport (Rhode Island) e, dal 1954, scienza politica presso l'università di California. Nel 1960 l'Accademia dei Lincei, della quale era stato socio straniero dal 1955, gli ha assegnato il premio Feltrinelli internazionale per le scienze giuridiche.
Il tratto caratteristico della dottrina giuridica di K. consiste nella "purezza" della scienza giuridica, ossia nella recisa indipendenza da ogni considerazione politica, ideologica o sociologica. Nel 1933 vede la luce la summa più famosa del pensiero kelseniano: la Reine Rechtslehre (pubblicata, poi, nel 1934; ma già conosciuta in Italia nella parziale traduzione di R. Treves, dell'anno precedente). Il gradualismo kelseniano, già precedentemente elaborato, si sposta quindi dalla struttura dello stato alla teoria del diritto, acquistandone in organicità e coerenza nella raffigurazione classica della costruzione a gradi dell'ordinamento giuridico: il punto di partenza è costituito dalla Grundnorm, dalla quale si discende via via per gradi (Stufen) - costituzione, legislazione, amministrazione, giurisdizione - fino all'atto di mera esecuzione. L'incontro con il realismo americano si risolve in un'equilibrata ma ferma polemica, rivolta a distinguere rigorosamente dalla giurisprudenza sociologica la scienza giuridica che, fondata sulla riduzione dello stato a ordinamento giuridico, s'incentra caratteristicamente nella nomodinamica. Contemporaneamente K. approfondisce i fondamenti della coscienza giuridica: dalla indifferenziazione, propria della mentalità primitiva, d'imputazione e causalità la coscienza matura giunge alla distinzione e contrapposizione tra mondo della libertà, tipica dei rapporti sociali, e mondo della necessità propria della natura, in cui la libertà è intesa non già come esenzione dalla legge di causalità, bensì come conseguenza dell'imputazione volontaria all'uomo del proprio comportamento. Il neokantismo kelseniano si risolve, così, nel volontarismo irrazionalistico della sua concezione della libertà.
Opere principali: Reine Rechtslehre, Vienna 1934; ivi 19602; trad. it. La dottrina pura del diritto, a cura di R. Treves, Torino 1951; Vergeltung und Kausalität. Eine soziologische Untersuchung, L'Aia 1939; Law and Peace in international relations, Cambridge 1942; ivi 19482; Society and Nature. A sociological inquiry, Chicago 1943; Peace through law, Chapel Hill 1944; General theory of law and state, Cambridge 1945; The political theory of bolshevism. A critical analysis, Berkeley-Los Angeles 1948; The law of the tJnited Nations. A critical analysis of its fundamental problems, Londra-New York 1950; The communist theory of law, New York 1955; What is justice?, Berkeley-Los Angeles 1960; Aufsätze zur Ideologiekritik, Neuwied 1964; Sozialismus und Staat, Vienna 19653.
Bibl.: R. Treves, Il fondamento filosofico della dottrina pura del diritto di Hans Kelsen, in Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino, vol. 69 (1933-34), p. 65 segg.; H. Ofstad, The descriptive definition of the concept of "Legal norm" proposed by Hans Kelsen, in Theoria, 1950, pp. 118 segg., 211 segg.; R. Treves, Intorno alla concezione del diritto di H. Kelsen, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, 1952, pp. 177-97; R. A. Métall, Chronologisches Verzeichnis der Veröffentlichungen Hans Kelsens, in app. alla Reine Rechtslehre di H. Kelsen, Vienna 1960, pp. 499-534.