Ufficiale francese (Mulhouse 1859 - Parigi 1935). Venne accusato (1894), di spionaggio e tradimento per aver trasmesso ai Tedeschi documenti segreti relativi all'esercito francese; il caso fu molto controverso (affare D.).
Di famiglia ebrea, iniziò la carriera militare nel 1880. Ufficiale di stato maggiore (1892), nel 1893 era addetto al comando del corpo di stato maggiore. L'affare D. trasse origine dalla condanna per alto tradimento emessa contro di lui il 22 dic. 1894 dal Consiglio di guerra, in seguito al rinvenimento di una lettera anonima (il bordereau) indirizzata all'attaché militare tedesco, comunicante il prossimo invio di cinque documenti militari interessanti la sicurezza nazionale. Il D. fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell'isola del Diavolo. Non tutti però furono convinti della giustizia della sentenza: il capo dell'ufficio informazioni dello stato maggiore, colonnello G. Picquart, provò che il documento incriminato era di calligrafia del maggiore di fanteria M.-Ch.-F. Walsin Esterhazy, ma questi venne scandalosamente assolto (1898). Il caso giudiziario, allora, s'ingrandì in una questione politica: con la lettera aperta J'accuse! al presidente della repubblica, É. Zola chiamò in causa l'autorità militare, e la Francia si divise in dreyfusardi (repubblicani) e antidreyfusardi (clericali, nazionalisti, antisemiti). Questi ultimi, nonostante che nell'agosto 1898 il tenente colonnello Henry col suo suicidio attestasse di essere uno dei falsarî dei documenti a carico del D. e tutta una serie di dimissioni avvenisse negli alti gradi militari, riportarono ancora una vittoria presso il Consiglio di guerra di Rennes, che annullando la precedente sentenza condannò il D. a 10 anni di carcere (1899). L'ufficiale però fu graziato dal presidente della repubblica E. Loubet. Giustizia fu fatta soltanto con la vittoria radicale-socialista del 1902, che permise un'inchiesta generale, chiusasi nel 1906 con la reintegrazione del D. (promosso al grado di maggiore, partecipò come tenente colonnello alla prima guerra mondiale) e la condanna dell'Esterhazy. La pubblicazione, ventitré anni dopo, delle memorie dell'addetto militare tedesco Schwartzkoppen confermò formalmente che la spia era proprio l'Esterhazy.