allergie
Reazioni eccessive a sostanze presenti nell'ambiente
Le persone allergiche sono colpite da una serie di sintomi a livello di occhi e naso, come lacrimazione e secrezione nasale e, nei casi più gravi, a livello polmonare, con frequenti attacchi d'asma. Possono presentarsi anche problemi alla pelle o all'intestino, specie nella prima infanzia. Il soggetto allergico richiede grande attenzione per quanto riguarda la pulizia dell'ambiente, sia in casa sia nei luoghi pubblici, e cautela nell'assunzione di particolari alimenti
Avete fatto mai caso a quelle manifestazioni, tipicamente primaverili ed estive, che ricordano il raffreddore e sono caratterizzate da produzione di abbondanti secrezioni? O avete avuto esperienza di manifestazioni simili, presenti però per tutto l'anno, associate ad ambienti chiusi dove magari sono presenti anche animali domestici, in particolare gatti? In entrambi i casi la persona che ne soffre è allergica. L'allergia è caratterizzata da un insieme di sintomi, spesso a carico dell'apparato respiratorio, limitati a una determinata stagione (in genere primavera-estate) o distribuiti lungo tutto il corso dell'anno, che sono causati da sostanze presenti nell'ambiente, denominate allergeni. Queste sostanze interagiscono con l'organismo e scatenano la malattia. Esempi tipici di allergeni dell'ambiente esterno sono i pollini, mentre il pelo degli animali domestici, gli acari (piccoli artropodi molto diffusi) e le blatte possono essere presenti nelle case, nelle scuole e nelle palestre. Inoltre, in alcuni casi le allergie sono causate da alimenti, responsabili di altri problemi (spesso complessi e di difficile esame) a carico dell'apparato digerente e della pelle.
Quali sono i processi che scatenano le allergie? In altre parole, perché condizioni ambientali assolutamente innocue per molti individui causano in altri una malattia così complessa che spesso evolve in forme molto gravi (come l'asma) o nell'impossibilità ad assumere certi alimenti anche in piccole quantità? La storia delle allergie è molto antica e solo con il tempo si è riconosciuta l'associazione tra sintomi e fattori ambientali. Circa un terzo della popolazione italiana soffre di allergie: molto spesso si tratta di bambini o ragazzi che presentano allergie di tipo respiratorio o alimentare. L'allergia è una malattia legata al sistema immunitario, quel complesso meccanismo che difende l'organismo dalle aggressioni di agenti infettivi quali virus e batteri. Questo sistema opera normalmente attraverso cellule (leucociti) che in opportune condizioni, grazie alla maturazione di alcune di esse (linfociti) producono molecole chiamate anticorpi (o immunoglobuline).
È stato dimostrato che tra i vari anticorpi quelli denominati immunoglobuline E o IgE sono prodotti nel soggetto allergico come difesa contro strutture ambientali anche innocue, verso le quali però il soggetto mette in atto una reazione particolare. L'individuo, quando viene a contatto la prima volta con l'allergene, si sensibilizza e poi, nel corso dei successivi contatti, presenta disturbi più o meno gravi a seconda del grado di sensibilizzazione.
L'allergia è pertanto l'ultimo risultato di una serie di passaggi: la produzione delle IgE, il loro legame con certi tipi di cellule, il successivo legame con nuove quantità di allergene, il rilascio da parte di queste cellule di sostanze, come l'istamina, responsabili dei sintomi.
Come si scopre che una persona è allergica? E cosa fare quando lo si scopre? Innanzi tutto i sintomi devono essere subito riferiti al medico. Anche se quelli dell'allergia possono essere gli stessi del comune raffreddore, il medico saprà individuare le situazioni problematiche. La certezza di una reazione allergica si ha quando un esame del sangue o altre prove mettono in evidenza la presenza di molecole IgE e rileva anche verso quale allergene sono dirette. A questo punto, si deve in tutti i modi cercare di evitare, o limitare al massimo, i contatti con l'allergene responsabile dei sintomi. Infine, per impedire che la malattia si aggravi, il medico dovrà prescrivere cure adeguate per trattare i sintomi. In alcuni casi è anche possibile l'uso di un vaccino desensibilizzante specifico.