Scrittore (Nîmes 1840 - Parigi 1897). Esordì con un libro di versi, Les Amoureuses (1858), fu giornalista e, per cinque anni, segretario del duca di Morny. Raccolse le impressioni dei suoi primi anni in Le petit Chose, histoire d'un enfant (1868); si affermò con i racconti Lettres de mon moulin (1869) come descrittore delicato della sua Provenza, non risparmiando poi una bonaria satira al carattere dei suoi abitanti con le Aventures prodigieuses de Tartarin de Tarascon (1872), proseguite con Tartarin sur les Alpes (1885) e Port-Tarascon (1890). Affrontò anche il romanzo di costume: Fromont jeune et Risler l'aîné (1874); Jack (2 voll., 1876); Le nabab (1877); Les rois en exil (1879); Numa Roumestan (1881); L'évangéliste (1883); Sapho (1884), da molti considerato il suo capolavoro; L'immortel (1888), satira contro l'Accademia francese, raccolte di racconti, ecc. Il romanzo di costume lo accostò alla scuola naturalistica, che peraltro non attenuò la sua vena di scrittore umano e cordiale. Tentò anche il teatro, ma ebbe fortuna solo L'Arlésienne (1872) cui G. Bizet diede felici musiche di scena.