ALPINI (II, p. 652; App. I, p. 100)
All'inizio della seconda Guerra mondiale le truppe alpine dell'esercito italiano erano ordinate nelle divisioni: "Taurinense" (3°, 4° reggimento alpini, 1° reggimento artiglieria alpina), "Tridentina") (5°, 6° reggimento alpini e 2° reggimento artiglieria alpina), "Julia" (8°, 9° reggimento alpini e 3° reggimento artiglieria alpina), "Cuneense" (1°, 2° reggimento alpini e 4° reggimento artiglieria alpini), "Pusteria" 7°, 11° reggimento alpini e 5° reggimento artiglieria alpina). Erano stati inoltre costituiti i battaglioni alpini e i gruppi artiglieria alpina "Valle". Dopo la guerra furono ricostituiti i reggimenti alpini 4°, 6° e 8° e i gruppi di artiglieria da montagna "Belluno" e "Bergamo".
La Francia ha ricostituito, dopo il 1945, 10 battaglioni di chasseurs des Alpes e 8 reggimenti di fanteria da montagna.
Le truppe alpine, dato il diminuito valore dell'ostacolo montano, non avranno presumibilmente in avvenire la prevalente funzione che le distinse in passato. Improbabile perciò la ricostituzione di grandi unità alpine, dato il raggio limitato e il carattere temporaneo che potranno avere le operazioni in montagna.
Durante la seconda Guerra mondiale le truppe alpine italiane presero parte a numerose ed importanti azioni; ne ricordiamo le principali:
Fronte occidentale. - Presero parte alla battaglia delle Alpi tutte le divisioni alpine, gruppi e raggruppamenti alpini (formati con battaglioni e gruppi "valle"), ad eccezione della divisione "Julia" inviata in Albania e del 2° gruppo alpini impiegato in copertura nella valle dell'Isonzo.
Fronte albano-greco. - La divisione "Julia", nella fase dell'offensiva iniziale, assolse il compito principale puntando per l'alta valle del Sarandoporos alla rotabile di arroccamento tra la Tessaglia e l'Epiro. Trovatasi isolata e con la linea di comunicazione minacciata dal nemico, riuscì a sganciarsi e ad attestarsi sulle posizioni assegnate. Tra i primi di novembre e metà dicembre 1940 affluirono in Albania le divisioni "Pusteria", "Tridentina" e "Cuneense", per successivi scaglioni. Quasi tutti i reparti furono impiegati subito dopo lo sbarco (a distanza di un'ora alcuni della "Tridentina", aviotrasportati dalla Puglia all'aeroporto di Korça), sprovvisti di salmerie e ad armamento incompleto. La "Pusteria" in valle Osum e la "Tridentina" nella conca di Korça inizialmente, e poi nell'alta valle Devoll, combatterono in condizioni critiche di organizzazione logistica e in situazione precaria. La "Cuneense" fu impiegata tra le valli Devoll e Tomorricës, meno il 2° reggimento alpini nel settore di Valona; fu successivamente riunita nelle operazioni contro la Iugoslavia e occupò la città di Dibra sul Drin Nero.
Fronte balcanico. - Furono impiegati in Montenegro la divisione "Pusteria" e il 2° gruppo alpini sin dal luglio 1941. Degna di rilievo la resistenza opposta a Pljevlja da elementi della "Pusteria" all'attacco sferrato di sorpresa da circa 6.000 partigiani (1° dicembre 1941). Alla fine dello stesso 1941 affluì in Montenegro il 1° gruppo alpini che, nel marzo 1942, col 2° gruppo e alcuni gruppi di artiglieria alpina costitui la divisione "Alpi Graje". Tutte le predette unità concorsero alle operazioni, particolarmente difficili per asperità di terreno, svoltesi sul massiccio del Durmitor e sull'altopiano di Žabljak (maggio-luglio 1942). Nell'estate 1942 la "Pusteria" rimpatriò e fu inviata nella Francia occupata. Fu sostituita in Montenegro dalla "Taurinense", già in Croazia.
Fronte russo. - Prese parte alle operazioni dell'8a armata in Russia il corpo d'armata alpino (divisioni "Tridentina", "Cuneense", "Julia"). La grande unità, approntata per operazioni da svolgere sul Caucaso, fu invece schierata in difensiva sul Don tra Pavlovsk e la confluenza del Černaja Kalitva nel Don. Nei tragici eventi che seguirono lo sfondamento operato dai Russi sul Don nel dicembre 1942, fu costretta ad aprirsi la strada della ritirata combattendo per oltre 1000 km., impacciata dalle salmerie e pressoché priva di automezzi. Perse circa i 2/3 degli effettivi.
Operazioni contro i Tedeschi. - In Italia la divisione "Alpi Graie", rimpatriata dal Montenegro, l'8 settembre era dislocata a protezione della base navale di La Spezia (XVI corpo d'armata). Oppose resistenza, ma fu sopraffatta dai Tedeschi in prevalenza numerica (LXXXVI corpo d'armata) e che all'atto dell'armistizio già si trovavano in forze nell'interno della città. In Balcania la "Taurinense" (cui si unirono resti della divisione "Venezia") costituì la divisione "Garibaldi" che, in cooperazione con l'esercito di Tito, combatté fino a tutto il 1944 (perdite: 2190 uccisi, 793 feriti, 7291 dispersi). In Francia elementi della "Pusteria" e del XX gruppo sciatori, sottrattisi alla cattura, operarono in collaborazione coi maquis francesi. Due battaglioni del raggruppamento alpino della Corsica, trasportati nel continente, presero parte, col Corpo italiano di liberazione, alle operazioni per la liberazione dell'Abruzzo e delle Marche (maggio-settembre 1944) e, successivamente, col reggimento speciale del gruppo di combattimento "Legnano", alle operazioni nell'alta valle dell'Idice per la liberazione di Bologna (marzo-aprile 1945).