ALTONA (l'origine del nome è ignota; ricordiamo l'etimologia scherzosa degli Amburghesi: all zu nah "troppo vicina"; A. T., 5354-55)
Seconda città ddlo Schleswig Holstein, provincia della Prussia, sulla riva destra dell'Elba, in vicinanza diretta coi quartieri di Amburgo, San Paolo e Eimsbüttel, è ad essi così strettamente legata che, per quanto abbia un porto proprio e politicamente appartenga alla Prussia, geograficamente può considerarsi la parte occidentale di Amburgo.
Lo sviluppo sempre maggiore di Amburgo, che premeva la città, ne ha fatto spostare il centro più a ovest di circa un chilometro. Il municipio del XVII secolo fu sostituìto con un altro più centrale ed anche il porto ha spostato la parte di maggior traffico in corrispondenza di esso. A sua volta Altona ha compreso in sé dal 1889 la cittadina di Ottensen (tomba di Klopstock, morto nel 1803), sulla riva dell'Elba, e i piccoli centri di Bahrenfeld e Othmarschen sulle pendici retrostanti. Gli abitanti che nel 1803 erano appena 23 mila, s'accrebbero a 74 mila nel 1871, a 105 mila nel 1885, a 140 mila nel 1890 (dopo l'annessione di Ottensen), a 172 mila nel 1910. Il censimento del 16 giugno 1925 ne ha contati 182.973. Di questi 2000 sono cattolici, 3000 ebrei, il resto protestanti e atei. La vita economica è malamente individuabile da quella di Amburgo, tanto più che spesso Altona si serve del porto della città vicina e non possiede una Borsa propria. Il porto non ha installazioni speciali, ma consiste in lunghe banchine lungo l'Elba, protette da una serie di dighe. Esso è specialmente utilizzato e attrezzato quale porto per le navi che si dedicano alla pesca d'alto mare e quale porto di rifornimento per la vita industriale di Altona (lavorazione del ferro, del vetro, mulini, fabbrica di birra, conservazione del pesce), che si svolge specialmente a Ottensen. Nel 1913 entrarono nel porto 3313 navi, nel 1925, 2727, nel 1926, 2684. Il traffico, che nell'anteguerra oscillava sul milione di tonnellate tra entrata e uscita, è stato nel 1925 di sole 100 mila tonn. per l'esportazione e di 808 tonn. per l'importazione; nel 1926 rispettivamente di 572 mila e 489 mila; oscillazioni che per essere comprese devono essere confrontate con le cifre di Amburgo, tenendo presente che le facili comuncazioni possono consigliare in periodi di maggior traffico l'uso d'un porto invece dell'altro. Per la sua posizione Altona è sede di un importante ufficio di dogana e, quale capolinea, dopo la costruzìone della nuova stazione, dei treni che fanno capo ad Amburgo, d'una direzione delle ferrovie.
Vanno ricordati il nuovo municipio con una bella sala di stile Rinascimento ornata con pitture rappresentanti fatti della storia di Altona; il museo, che contiene interessanti raccolte naturalistíche e un acquario della Società dei pescatori. I resti della porta Nobis, confine tra Amburgo e Altona (sui pilastri sono scolpiti gli stemmi delle due città) mostrano il luogo dove passarono le truppe della Sassonia e del Hannover quando nel 1863 occuparono la città. A tre chilometri a nord di Altona, presso Stellingen, si trova il giardino zoologico creato da Hagenbeck, nel quale per la prima volta le belve vennero mostrate in apparente libertà e su sfondi caratteristici.
Storia. - Città del tutto moderna, Altona presenta, nei primi tempi del suo sviluppo, molti punti di contatto colla nostra Livorno. Il suo nome s'incontra per la prima volta in un documento del 1547, quando sembra che sui pendii della collina degradante verso l'Elba, oggi occupati dalle ampie strade rettilinee della grande città, non esistesse che una casa, presso il confine orientale dello stato libero di Amburgo. Alla fine del sec. XVI, essa non era che un povero villaggio di pescatori, il quale cominciò allora a popolarsi e a trasformare il proprio carattere per l'immigrazione di profughi cattolici di Amburgo, di riformati dei Paesi Bassi e di ebrei. La trasformazione si accelerò dopo il 1640, quando A. passò sotto il dominio dei re di Danimarca, e fu scelta da questi come arma contro il predominio marittimo e commerciale di Amburgo. Perciò fu incoraggiata l'immigrazione dei profughi per motivi politici e religiosi; e nel 1664 furono concessi alla città dal re Federico III il titolo e i diritti di città e la completa franchigia doganale. Altona fu anzi il primo porto franco che si istituisse allora nell'Europa settentrionale, e fu, dopo Livorno, la sola città mercantile d'Europa che, in grazia della franchigia doganale e delle agevolazioni concesse agli stranieri, raggiungesse in breve tempo un'importanza notevole: i suoi progressi furono, anzi, così rapidi da destare serie preoccupazioni nel ceto commerciale di Amburgo, e da indurlo, non senza gravi resistenze, a rinunciare in parte alla vecchia politica esclusivista, permettendo il libero transito delle merci.
Data alle fiamme nel 1713 dal generale svedese Stenboch, per rappresaglia dell'incendio della città di Stade, A. poté presto risollevarsi; da un nuovo pericolo di distruzione, un secolo più tardi, durante la guerra del 1813, fu salvata dall'energia del presidente von Blücher. L'annessione al regno di Prussia, avvenuta in forma definitiva nel 1866, non modificò sostanzialmente la situazione di A., che seguitò a godere dell'antica franchigia doganale. Un mutamento assai più profondo fu recato invece dal suo ingresso nello Zollverein germanico, deliberato nel 1881 ed effettuato completamente nel 1888, contemporaneamente ad Amburgo. Dalla più stretta unione ad un vasto retroterra la città non risentì né danni né vantaggi per la sua funzione di porto marittimo, ormai quasi completamente assorbito da Amburgo; ma ebbe invece uno stimolo poderoso all'incremento delle sue industrie, che determinarono in pochi anni una immigrazione fortissima. Indice sicuro dello sviluppo economico che seguì immediatamente l'annessione alla Prussia, e soprattutto l'ingresso nell'Unione doganale germanico, è lo sviluppo demografico della città. In tal modo il piccolo porto franco del sec. XVIII si è trasformato in una grande città industriale, che dipende commercialmente da Amburgo, ma che da questa dipendenza ritrae l'alimento principale alle sue numerose e fiorenti manifatture.
Bibl.: Wichmann, Geschichte Altonas, 2ª ed., Altona 1896; Ehrenberg u. Stahl, Altonas topographische Entwicklung, Altona 1894.