SEN, Amartya
Economista indiano, nato a Santiniketan il 3 novembre 1933. Ha studiato economia a Calcutta al Presidency College, poi a Cambridge dove ha ottenuto il Ph.D. (1958), con una tesi sulla scelta delle tecniche (pubblicata nel 1960 con il titolo Choice of techniques: An aspect of the theory of planned economic development, e ristampata ben 5 volte). Ha insegnato in India (Jadavpur University, 1956-58; Delhi,1963-71) e in Inghilterra, dove è stato fellow del Trinity College di Cambridge (1957-63), professore alla London School of Economics (1971-77) e a Oxford (1977-88), dal 1980 come Drummond Professor of Political Economy. Dal 1988 è Lamont Professor alla Harvard University. È stato presidente della Econometric Society e della International Economic Association (1986-89). S. è stato definito ''un filosofo fra gli economisti'' per il suo approccio, che privilegia gli aspetti metodologici, e la sua attenzione per i fondamenti analitici delle scelte razionali e del comportamento. Ma i suoi interessi sono ampi e spaziano dal sottosviluppo alla definizione di razionalità, alla teoria del benessere, all'etica.
Una parte importante dei suoi lavori è dedicata a problematiche legate alle scelte pubbliche e alla teoria del benessere, con l'intento di modificare le prospettive dell'economia del benessere tenendo conto di concetti come giustizia, eguaglianza, libertà ed efficienza. A tal fine, S. propone di ampliare la base informativa della teoria del benessere includendo, per es., alcune statistiche sanitarie (come il peso corporeo in relazione al sesso, all'età, al reddito). Ai lavori sulla teoria delle scelte pubbliche e del benessere si legano quelli che criticano il concetto di razionalità, nelle due distinte definizioni esistenti in letteratura − razionalità come ''perseguimento del proprio interesse'' oppure come ''comportamento internamente coerente'' (che, al limite, può portare a risultati anche opposti a quelli desiderati) − entrambe considerate troppo restrittive. La pluralità di relazioni esistente all'interno di una struttura di razionalità più articolata di quella, per es., della teoria risulta essenziale per interpretare e usare la teoria delle scelte sociali proposta da S., il quale ha sviluppato strutture complesse che comprendono confronti del livello di benessere fra agenti diversi, oppure considerano la libertà degli individui nei propri domini protetti, o ancora tengono conto delle privazioni di alcuni rispetto ad altri. S. ha scritto inoltre sulla povertà e sulle cause delle carestie; ha contribuito anche a nuove tecniche di misurazione della povertà e delle diseguaglianze. Infine, si è occupato del rapporto fra etica ed economia, mettendo in evidenza il valore della libertà di scelta nel giudicare gli standard di vita e di benessere.
Opere principali: Collective choice and social welfare (1970); Poverty and famines: an essay on entitlement and deprivation (1981); Choice, welfare and measurement (1982); Utilitarism and beyond (1982); On ethics and economics (1987); Consistency, in Econometrica (1987); Inequality re-examined (1992); Money and value: on the ethics and economics of finance, in Economics and Philosophy (1993).