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BEMBO, Ambrogio

di Giuseppe Caraci - Enciclopedia Italiana (1930)
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BEMBO, Ambrogio

Giuseppe Caraci

Nato a Venezia da nobile famiglia (sua madre era una Cornaro) nel 1652, partecipò giovanissimo, come governatore di una galea, alla guerra di Candia. Nel 1671 accompagnò lo zio Marco, che si recava ad Aleppo a prender possesso dell'ufficio di console, per un viaggio d'istruzione in Oriente. Trattenuto ad Aleppo sino alla fine del 1672, ne partì al principio dell'anno seguente, insieme con un missionario portoghese, alla volta dell'India, dove rimase circa un anno, desideroso di osservare specialmente le pratiche religiose, i costumi, le superstizioni di quei popoli, intorno ad alcuni dei quali (Ceylon) raccolse curiose notizie. Per tornare ad Aleppo, scelse la via della Persia, e vi entrò nel giugno del 1674, fermandosi ad ammirare le rovine di Persepoli e di Naqsh-i Rustam. Ad Ispahan incontrò il viaggiatore francese Chardin, che aveva al suo seguito il pittore G. G. Grelot. Questi, stanco del cattivo trattamento che gli veniva fatto, e desideroso di tornare in Europa, si unì al B., ed insieme, attraverso il Kurdistān e l'Arabia, giunsero ad Aleppo, il 15 aprile 1675. Rimpatriato con lo zio, il B. riprese la carriera delle armi, distinguendosi in Dalmazia contro i Turchi. Morì nel 1705. La sua relazione di viaggio, che, manoscritta ed illustrata da cinquanta disegni originali del Grelot (alcuni dei quali riprodotti dallo Chardin), era posseduta dalla famiglia Gradenigo di Venezia, fu studiata da Iacopo Morelli, che ne diede alcuni estratti, contenenti la descrizione delle antichità visitate dal B. Interessa specialmente quanto riguarda i monumenti del Kermānshāh: per questa regione il B. è il primo, fra gli occidentali, a darci precisi ragguagli, di cui gli studî del De Sacy e dei moderni orientalisti hanno confermato l'esattezza.

Bibl.: I. Morelli, Operette, Venezia 1820, II, 85-123.

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