AMBULANZE sanitarie militari (II, p. 809)
Ambulanze chirurgiche. - Mantenute in un primo tempo in servizio - nell'esercito italiano - sino a consumazione, sono state poi integralmente sostituite, a causa della loro pesantezza e complessità, dai nuclei chirurgici. Queste ultime unità sanitarie si differenziano essenzialmente dalle ambulanze chirurgiche per non avere alcuna possibilita di ricovero post-operatorio e per possedere invece, in larga misura, quella leggerezza e quella mobilità che sono oggi richieste alle formazioni chirurgiche campali di primo impiego.
Il personale di un nucleo chirurgico è costituito da 3 ufficiali medici specializzati (di cui uno in radiologia) e da un conveniente numero di meccanici elettricisti, infermieri, portaferiti e militari per servizî varî. I materiali in dotazione a ciascun nucleo consentono l'impianto ed il funzionamento di una piccola sala operatoria e di un gabinetto radiologico; in particolare, essi comprendono: armamentario chirurgico, autoclave, letto operatorio, tavoli e sgabelli in ferro, accessorî varî, apparecchio radiologico da campo con gruppo elettrogeno, gruppo elettrogeno per illuminazione e riscaldamento, stufa elettrica, camera oscura, "tenda baracchetta" per operazioni con "antitenda", tenda ricovero per l'accettazione dei feriti. Tali materiali sono tutti ordinatamente ripartiti in colli, confezionati in modo da renderne agevole il trasporto su automezzi (2 autocarri pesanti speciali) ed anche - all'occorrenza - il someggio (19 muli).
Per le caratteristiche su accennate, i nuclei sono in grado di eseguire interventi chirurgici di vario genere - in terreno di pianura e di montagna - anche a breve distanza dalla linea di combattimento. I nuclei chirurgici sono unità sanitarie di Corpo d'armata, ma il loro impiego è stato sempre ispirato al criterio di affiancarli - ove necessario - agli ospedali da campo più avanzati ed anche alle sezioni di sanità (sempre quando la situazione consentiva a queste ultime la possibilità di ricoverare i feriti o malati intrasportabili). Attualmente si tende ad una assegnazione organica dei nuclei estesa sino alle divisioni, come è stato già attuato per i "gruppi di combattimento" italiani durante la guerra di liberazione (1943-45). Presso gli eserciti esteri sono del pari in servizio formazioni chirurgiche similari.
Ambulanze odontoiatriche. - Sono state largamente impiegatein guerra con ottimi risultati, per la esecuzione di piccole operazioni dentarie con esclusione di lavori di protesi. Il personale sanitario è ancora composto da un ufficiale medico-odontoiatra (direttore) e da un odontotecnico; il materiale tecnico è sempre sistemato in un unico automezzo speciale. Anche di queste unità sanitarie è oggi prevista, nell'esercito italiano, l'assegnazione organica sino alla divisione, nella misura di una ambulanza per ciascuna di queste grandi unità; presso alcuni eserciti esteri si tende a raddoppiare tale assegnazione.
Ambulanze radiologiche. - Hanno contribuito validamente ai grandi perfezionamenti realizzati nel campo del servizio sanitario in guerra. Il personale tecnico è attualmente composto da un radiologo (direttore), da un aiuto radiologo e da due meccanici elettricisti; il materiale è sistemato in due automezzi speciali. In relazione alla già avvenuta assegnazione di ospedali da campo, si tende oggi a completare con una ambulanza radiologica il complesso ospedaliero campale in organico alle divisioni.
Ambulanze oftalmiche. - Non hanno fatto parte a tutt'oggi delle unità sanitarie dell'esercito italiano e non ne è nemmeno prevista la costituzione.
Ambulanze fluviali. - Sono formazioni sanitarie di costituzione eventuale che vengono, all'occorrenza, allestite e gestite - sempre sotto il controllo delle autorità sanitarie militari di armata o territoriali - dalle associazioni di soccorso (p. es. Croce Rossa italiana). Il compito ad esse affiedato è quello di concorrere allo sgombero degli infermi sfruttando gli itinerarî di navigazione fluviale. Di massima, sono costituite da 5 barconi, tutti adibiti (eccettuato uno) a infermeria e trainati da uno o due rimorchiatori. La capacità media di queste ambulanze si aggira sui 180 infermi barellati e 40 seduti.
Ambulanze lagunari. - Rispondono a criterî di costituzione, gestione ed impiego analoghi a quelli delle ambulanze fluviali. Di massima sono composte da tre peote (larghe imbarcazioni in uso sui laghi), trainate anch'esse a rimorchio, che consentono il trasporto di circa 50 infermi barellati e 150 seduti.