AMBURGO (ted. Hamburg; anticamente Hammaburg, equivalente a Heimburg; lat. Hammonia)
Capoluogo del piccolo stato omonimo (uno dei 18 componenti della Repubblica Germanica; Freie- und Hansestadt Hamburg; vedi sotto), è la seconda città della Germania per numero d'abitanti e il più grande porto del continente. Amburgo, posta sulla destra dell'Elba, dove comincia l'estuario del fiume, a un centinaio di chilometri dal Mare del Nord, fu in origine (sec. IX) fortezza di confine contro gli Slavi e stazione di missionari, circondata da paludi e da piccoli corsi d'acqua (Alster e Bille). Rimasta a lungo in posizione subordinata rispetto alla vicina Bardowieck (distrutta nel 1189) e a Lubecca, fu poi sede di commercianti e in stretti rapporti con Bruges, ma solo più tardi si sviluppò, sotto la spinta dei molteplici vantaggi del luogo dove essa si trova. Posta sull'ultimo facile passaggio dell'Elba (che davanti ad Amburgo si divide in molti rami, formando numerose piccole isole), dove si passa dalla navigazione marittima a quella fluviale, in vicinanza al mare più navigato del mondo, costituisce un grandioso punto di raccolta, avendo dietro a sé un hinterland di cento milioni di uomini (1910: il 42% delle importazioni tedesche risalivano l'Elba e il 67% delle esportazioni raggiungevano Amburgo per la via dell'Elba). Essa ha poi tratto vantaggi dalla maggiore importanza del traffico coll'America, dallo sviluppo industriale dello stato tedesco, dall'essere entrata nel 1888 nell'Unione doganale tedesca (con costituzione del porto franco) e infine dall'apertura del canale Imperatore Guglielmo (1895), che ha fatto diventare anche il Baltico (se così si può dire) suo hinterland.
Amburgo è posta (antico osservatorio) a 53° 33′ 5″ di lat. N. e a 9° 58′ 23″ di long. E. La temperatura media annua è di 8°,3; inverno 0°,7, primavera 7°,3, estate 16°,5, autunno 8°,7; escursione annua media 17°,2. Il clima risulta temperato sia da correnti calde, sia dall'influenza delle vicine grandi masse d'acqua. I venti prevalenti sono quelli di ovest e nord-ovest. La media annua della pioggia è di mm. 772. I giorni di nebbia sono in media 66,3 all'anno. Questo ultimo elemento, influenzato anche dal pulviscolo carbonioso prodotto dalle industrie, reca un forte impedimento alla navigazione, specialmente nei mesi di novembre e dicembre. La nebbia assume di solito una tinta giallognola.
Il nucleo originario della città è costituito da quella parte che anche attualmente si chiama città antica (Altstadt). In origine (si ricordi che tutta la fisonomia del luogo ha subito coi secoli profonde modificazioni) essa doveva essere non proprio sull'Elba, ma un poco più a nord, in posizione elevata; il duomo era nel luogo occupato attualmente dalla Biblioteca di stato. La città si è estesa poi ad ovest (Neustadt); queste due parti erano un tempo difese da mura sostituite ora con bastioni e giardini; l'una era divisa dall'altra, come lo è tuttora, da una serie di canali (Flet), fiancheggiati da case molto alte, che mettono in comunicazione l'Elba con due bacini (Binnen-Alster e Aussen-Alster) formati dall'Alster; essi ricordano alcuni quartieri di Rotterdam e Amsterdam, e mostrano l'influenza dei commercianti olandesi. Nelle costruzioni ben poco è però restato di antico dopo l'incendio del maggio 1842, che ha distrutto più di un terzo di queste due parti. Per quanto riguarda lo sviluppo successivo della città (che è divisa in 20 parti), indichiamo le date dei successivi ingrandimenti comunali; 1256: San Giorgio, Borgfelde, Uhlenhorst; 1258: San Paolo; 1293: Harvestehude, Rotherbaum; 1339: Eimsbüttel; 1343: Eppendorf; 1355 Eilbeck, Hohenfelde, Barmbeck, 1365: Winterhude; 1383: Innerer Hammerbrook; 1395: Billwärder-Ausschlag; 1566: Hamm, Horn; 1768: Veddel, Klein Grasbrook, Steinwärder-Waltershof. A questi quartieri bisogna aggiungere i sobborghi di Alsterdorf, Ohlsdorf, Klein-Borstel, Fuhlsbüttel, Langenhorn, Gross-Borstel, Billbrooh e Finkenwärder, tutti a nord e a nord-est. La creazione della Grande Amburgo, comprendente anche Altona, Harburg e Bergedorf, trova difficoltà alla sua attuazione nel fatto che le due prime città appartengono alla Prussia. L'aspetto antico della città è stato conservato solo nel cosiddetto Gängeviertel (tra le vie Steinweg, Wexstrasse, Kaiser Wilhelm); invece il resto della parte centrale ha assunto sempre più l'aspetto d'una città commerciale con banche, uffici (Kontor; esempio grandioso la Chilehaus), sedi di società di navigazione. Centro della città degli affari sono la Borsa e il municipio. La parte che fiancheggia superiormente il bacino dell'Aussenalster è caratterizzata da gran numero di abitazioni per una sola famiglia, circondate da giardini; la parte industriale è specialmente estesa nei quartieri occidentali e orientali. Il numero complessivo delle abitazioni è di 274.295. Il numero degli edifici costruiti nel 1925 è stato di 1081, nel 1926 di 780.
Lo sviluppo demografico di Amburgo nell'ultimo cinquantennio è stato, con quello di Budapest, il più forte di tutte le città europee. Alla fine del sec. XIII Amburgo aveva appena 5000 abitanti; alla fine del secolo successivo circa il doppio. Deve aver conservato questa cifra per molto tempo, per aumentare poi dal principio del sec. XVIII. Nel 1750 la troviamo già con 75 mila abitanti, moltissimi per quel tempo. Negli anni successivi aumenti e diminuzioni continue mostrano (si veda a questo proposito un articolo di W. Franke, in Petermanns Mitteilungen, 1923, che studia la demografia delle maggiori città tedesche nei secoli XVII e XVIII) le ripercussioni delle guerre sulla demografia della città. Nel 1756 gli abitanti sono 54 mila, nel 1790 aumentano a 100 mila. L'incremento demografico si arrestò nel periodo dell'occupazione napoleonica, specialmente tra il 1810 e il 1814, quando anzi la popolazione diminuì grandemente; ma riprese ben presto e divenne eccezionale con la creazione dell'Impero Germanico. Nel 1871 la città aveva 240 mila abitanti, nel 1883, 439 mila, nel 1890, 570 mila, nel 1900, 706 mila, nel 1910, 930 mila. Nel giugno 1925, con 1.079.092, Amburgo era al settimo posto tra le città d'Europa. La maggioranza degli abitanti è protestante; 60 mila sono cattolici, 19 mila ebrei. La parte interna della città, trasformata in centro degli affari, ha visto diminuire della metà il numero dei suoi abitanti nell'ultimo quarantennio. La densità massima è nei quartieri di Eimsbüttel e Steinwärder. Il commercio è la professione di gran lunga prevalente (45%); segue l'industria (34%). Gl'impiegati in uffici sono il 6%. Le comunicazioni tra le diverse parti della città sono rese agevoli, oltre che da una buona rete tramviaria, da una ferrovia sotterranea e da una ferrovia sospesa.
Il porto di Amburgo abbraccia un'estensione di circa 4000 ettari, di cui 1350 riservati al porto franco. Gli specchi d'acqua occupano 1661 ettari. La lunghezza delle rive è di km. 169 per il porto esterno, di 81 km. per quello libero. Gru gigantesche, boe, catene, ecc., tutte costruite secondo i più moderni sistemi, e poi magazzini, depositi d'ogni genere, chiatte, rimorchi, completano l'attrezzamento del porto e rendono agevole e rapido lo sbarco e l'imbarco. Di frequente questo avviene da piroscafo marittimo a piroscafo fluviale. La spesa complessiva sostenuta dalla città d'Amburgo per il miglioramento del porto è stata dal 1814 di 670 milioni di marchi oro, di cui 133 per il porto franco. La profondità dei bacini è diversa; per quelli che servono per i piroscafi fluviali, va da 3 a 5,5 metri, per quelli riservati al traffico marittimo, da 5,5 a 9. Il porto si divide in moltissimi bacini che raggiungono il numero di 52; a questi bisogna aggiungere i canali interni e la riva dell'Elba. Nonostante l'immenso traffico, tutto è predisposto in modo che ogni nave abbia segnato in precedenza al suo arrivo il luogo dove potrà accostarsi alla riva. Di recente sono stati costruiti degli elevatori (con grandiose pompe aspiranti) per mezzo dei quali lo scarico del grano e del carbone può avvenire nel modo più rapido.
Mentre in origine il porto era presso alla confluenza dell'Alster nell'Elba (odierno Niederhafen), in seguito esso si estese sulla riva destra verso est e poi, non bastando ancora questo spazio, si approfittò della grande isola (Wilhelmsburg) formata dai due bracci dell'Elba e si scavò in questa un gran numero di bacini. La congiunzione di essi con la città e quindi con la terraferma si è ottenuta mediante due grandi ponti sull'Elba, uno per la ferrovia e l'altro per la strada ordinaria.
Partendo dall'antico porto, si trova dapprima (sulla destra del fiume) il Sandtorhafen (per piroscafi di media grandezza, inglesi o danesi; profondo 5,3 m.; ettari 1,2), il Grasbrookhafen (per piroscafi francesi, svedesi, inglesi; profondo m. 5,5; ett. 6,6), lo Strandhafen, il Magdeburger Hafen (profondi 7; ett. 1,5), il Baakenhafen (per le linee dell'Africa; lungo 1400 m., profondo 7; ett. 17,8). Passando sulla sinistra (isola di Wilhelmsburg) si trova il Moldauhafen (per piroscafi fluviali), l'immenso Segelschiffhafen (lungo 1320 metri), l'Hansahafen (per i piroscafi del Sud America e la società Cosmos), l'Indiahafen (per l'Australia; profondo 7 m.; ettari 11) e il Petroleumhafen (profondo 6 m.; 8,2 ett.). Di fianco a questo porto sono degli immensi cantieri (Blohm e Voss; Deutsche Werft). I porti più grandi e moderni sono ancora oltre, sempre sulla sinistra dell'Elba e verso ovest: essi sono il Kaiser Wilhelmhafen (profondo 8 m.; ett. 23,3) e l'Ellerholzhafen (profondo 6 m.; ett. 16,8), che appartengono all'Hamburg Amerika Linie. Altri bacini sono in costruzione più a occidente.
Nel 1912 arrivarono nel porto 15.800 navi (1913: 16.400) con 13,6 milioni di tonn. (1913: 14.2), e ne partirono 17.600 (1913: 17.895) con 13,8 milioni di tonn. (1913: 14,4). Il valore complessivo delle merci ammontava a circa 3,6 miliardi per l'esportazione e 4,6 miliardi per l'importazione. Al traffico fluviale appartiene nello stesso anno un movimento di 44 mila piroscafi. Il 38 per cento (per valore) del commercio tedesco passava per Amburgo. Queste cifre rispecchiano la media degli ultimi anni dell'anteguerra. In seguito il porto ha subìto le conseguenze del conflitto mondiale, aggravate dalla perdita di gran parte della flotta commerciale tedesca. Ben presto però esso ha ripreso tutta la sua importanza. Mentre infatti nel 1919 entrarono nel porto 2234 navi (con tonnellate 1543 mila) e ne uscirono 2000 con 1450 mila tonn., in modo che Amburgo era solo al decimo posto tra i porti dell'Europa continentale, dal 1923 esso ha ripreso uno dei primi posti con 13.912 navi entrate (15.344 mila tonn.) e 15.984 navi uscite (15.619 mila tonn.). Non è invece ripreso il traffico dei passeggeri, che nel 1913 aveva visto 244 mila partenze (1923: 71 mila). C'è poi da notare che la bandiera tedesca non ha più come un tempo la preponderanza: mentre infatti nel 1913, su 15 tonn., 9 erano portate da navi tedesche, nel 1924 solo 5 si servivano di esse (nel 1871 il 34% delle navi apparteneva alla Germania; nel 1914 il 66%; nel 1920 il 20%). La ripresa della Germania è stata ed è rapidissima; oltre alla ricostruzione della flotta essa pensa di poter attirare il traffico della Ruhr per mezzo della costruzione d'un nuovo canale. Data infatti l'impossibilità di applicare tariffe ridotte ai proprî prodotti, sancita dal trattato di Versailles (che ha internazionalizzato tutti i grandi fiumi tedeschi), nell'intento di strappare a Rotterdam e ad Anversa (Reno, Schelda) il retroterra della sua massima zona industriale, la Germania ha pensato di costruire il canale Hansa, che staccandosi dal Mittellandkanal avvicina di circa 180 km. Amburgo alla Ruhr.
Le linee regolari che nel 1913 partivano da Amburgo erano 124, di cui 1001 per il servizio internazionale. Nello stesso anno il 57% della flotta della Germania apparteneva ad armatori di Amburgo con circa 1315 navi e 1.796.920 tonn. (1850: 280 navi e 48 mila tonn.). Due terzi di queste erano dell'Hamburg Amerika Linie (Hapag), la grande società di navigazione fondata nel 1847, ben nota per la bontà dei suoi servizî e per la rapidità dei suoi piroscafi. Già nel 1900 il Deutschland in 5 giorni e 7 ore percorreva il tratto Plymouth-New York; l'Imperator e il Kaiserin Augusta Viktoria, piroscafi di 50 mila tonnellate, costruiti per l'Hapag e passati all'Intesa in conto riparazioni, sono tra i più grandi del mondo. Connessa allo sviluppo di queste società è l'esistenza d'importanti cantieri (Blohm e Voss, Vulkan, Deutsche Werft) che impiegano circa 30 mila operai.
Il commercio esporta articoli lavorati e importa materie greggie. L'industria comprende circa 5000 imprese con 115 mila operai. La metallurgia ne impiega 18 mila e altrettanti le industrie che trasformano le materie prime, importanti soprattutto per quanto riguarda gli olî, i cereali, la pulitura del caffè, le gomme. Notevoli anche le industrie accessorie al commercio che attendono alla fabbricazione di sacchi, corde, ceste.
Bibl.: Gaedechens, Histor. Topogr. der Freie- und Hansestadt Hamburg, Amburgo 1895; Buccheister, Die Elbe und der Hafen von Hamburg, Geogr. Gesellschaft von Hamburg 1899; Uetzmann, Die geographische Lage Hamburgs, Amburgo 1906; Flügel, Die deutschen Welthäfen Hamburg und Bremen, Amburgo 1914; Baumann, Die Bevölkerung Hamburgs, Amburgo 1919; Baumann, Gross-Hamburg, Amburgo 1920; Schwieker, Hamburg, eine landschaftkundliche Untersuchung, Amburgo 1925; Statistiches Jahrbuch für den Hamburgische Staat (annuale); Mathies, Hamburgs Reederei 1814-1914, Amburgo 1927; Melhop, Historische Topographie der freie- und Hansestaadt Hamburg von 1895 bis 1920, 2 voll., Amburgo 1923-5; Wendemuth-Böttcher, Der Hafen von Hamburg, Amburgo 1918.
Pei rapporti con le altre città marittime del nord, Oppel, Die deutschen Seestädte an der Nord und Ostsee, in Geographische Zeitschrift, 1911.
Stato di Amburgo. - Lo stato di Amburgo con una superficie di appena 415 kmq. (di cui 36 occupati da acque) è uno dei più piccoli della repubblica tedesca. La parte principale di esso è a nord dell'Elba e si compone del distretto della città, delle basse ma fertili terre del Vierland (con la città di Bergedorf), difese da alte dighe, e di alcuni piccoli territorî chiusi nell'Hannover (i quattro principali sono detti Walddörfer) e nell'Oldenburgo. Occorre inoltre aggiungere l'avamporto di Cuxhaven col comune di Ritzebüttel (sup. 78 kmq. e 22 mila abitanti). La città con i suoi dintorni comprende 136 kmq. e 1.015.502 abitanti; il resto, con 279 kmq., solo 65.572 abitanti.
La parte coltivata a campo abbraccia 6973 ettari; vi sono poi 6973 ettari a orto e 6496 a prato. Abbastanza importante è l'allevamento del bestiame.
Lo stato è retto dall'Assemblea (Bürgerschaft: 160 membri) eletta dal popolo, la quale nomina poi il Senato (15 membri).
Storia. - Quella che è ai nostri giorni, col suo milione di abitanti, la seconda città della Germania; che era diventata nel 1913 il primo porto mercantile del continente europeo, e che anche oggi, nonostante le gravissime conseguenze della guerra, gareggia per il primato con Anversa e con Rotterdam, ha origini assai modeste.
Il primo nucleo della futura città sarebbe stato costituito da una fortezza fatta costruire da Carlo Magno nell'808, sopra una piccola altura, alla confluenza dell'Alster coll'Elba (dove è appunto il centro di Amburgo), per difesa contro gli Slavi. Quel piccolo nucleo di popolazione avrebbe avuto nei primi tempi un'importanza soprattutto religiosa, come centro d'irradiazione del cattolicismo nei paesi germanici e slavi del nord. Appunto per questo il castello di Hammaburg sarebbe stato elevato fin dall'831 a sede vescovile, e tre anni più tardi ad arcivescovado. Quando il castello, la cattedrale e il monastero, fondato da S. Anscar, primo arcivescovo, furono incendiati, nell'845, dai Normanni, l'arcivescovado fu riunito al vescovado di Brema, dove ne fu trasportata la sede, mentre Amburgo, ricostruita poco dopo l'incendio, seguitò per più di due secoli ad essere esposta alle incursioni, alle devastazioni ed alle temporanee occupazioni dei Danesi e degli Slavi. Nessuna memoria, né diretta, né indiretta, è rimasta intorno all'attività economica del piccolo nucleo cittadino in quei primi secoli oscuri; ma tutto fa supporre ch'essa non potesse essere che estremamente modesta.
La vera storia della città e del suo sviluppo marittimo e commerciale comincia soltanto nel sec. XII, quando essa passa, nel 1110, sotto il dominio dei conti di Schauenburg, e quando, pochi decennî più tardi, sotto il vecchio castello sorge la città nuova, popolata soprattutto dall'elemento mercantile, la quale nel 1189, in premio di un contributo in danaro offerto per la Crociata, ottiene dall'imperatore l'autonomia giurisdizionale, la libertà di pesca sull'Elba fino al mare e la franchigia doganale. La fondazione della nuova città commerciale sulle rive dell'Elba si deve far risalire, secondo ogni verosimiglianza, più che all'iniziativa del conte Adolfo III di Schauenburg, ai fini che perseguiva la già fiorente città di Lubecca. Aiutata dalla sua posizione favorevole, Lubecca aveva raggiunto appunto in quegli anni una grande importanza, se non ancora il predominio, nel commercio del Baltico; ed essa mirava ad assicurarsi la funzione d'intemediario del commercio fra quel mare e l'occidente europeo. Perciò aveva bisogno di un porto, che le aprisse l'accesso al Mare del Nord, e a questo fine le servì appunto la nuova città, fondata dal conte Adolfo III. Si stabiliscono quindi fra le due città stretti rapporti d'interdipendenza, e su questo legame si fonda l'avvenire dell'una e dell'altra.
Ma se Amburgo deve aver già raggiunto verso la fine del sec. XII uno sviluppo commerciale non del tutto insignificante, com'è dimostrato dalla possibilità in cui si trova la sua borghesia di versare un forte contributo in danaro per le spese della Crociata; se, fin dal 1190, la città possiede una propria amministrazione autonoma, in cui i poteri sono concentrati nelle mani di un consiglio; se vi si costituiscono, subito dopo, le corporazioni di artigiani e di mercanti; essa non acquista per questo l'indipendenza, ed è anzi assai lontana da quella situazione di città-stato, che raggiungerà molto più tardi. La sovranità, passata per qualche tempo ai re di Danimarca, ritorna nel 1225 ai conti di Schauenburg, i quali anzi nel 1231 vogliono affermare nel modo più evidente il loro dominio, costruendo una loro fortezza nel mezzo della città.
Intanto però i segni di una crescente attività commerciale vanno moltiplicandosi: sebbene nei primi tempi la maggior parte di essa fosse probabilmente nelle mani di mercanti stranieri, specialmente di Lubecca, tuttavia i cittadini di Amburgo seppero presto assicurarsene una parte e stringere con paesi stranieri relazioni commerciali, che dovevano concorrere più tardi assai validamente alla fortuna della città. L'ampia foce dell'Elba spingeva i mercanti di Amburgo verso occidente; qui appunto. lungo tutte le rive del Mate del Nord, essi trovarono un campo assai ricco di attività, e, già nel sec. XIII, in alcune piazze commerciali, come Utrecht, Ostkerke presso Bruges, Stavoren e Londra, sorgono delle fattorie amburghesi. Amburgo riesce ad ottenere degli importanti privilegi dai governi di Fiandra, Brabante, Olanda e Inghilterra, mentre nello stesso tempo spinge la sua attività anche verso le coste della Scandinavia e verso l'interno della Germania. Perciò, sebbene lo sviluppo demografico fosse assai lento, in modo che ancora nel 1300 la città, secondo notizie attendibili, non avrebbe avuto che 7000 abitanti; sebbene essa non avesse raggiunto l'indipendenza politica, tuttavia il sec. XIII rappresenta per lo sviluppo economico di Amburgo un periodo d'importanza fondamentale, nel quale si determinano le linee, lungo le quali esso dovrà muoversi fino ai tempi più vicini a noi. Quando si costituisce l'Hansa, ed Amburgo ne diventa un elemento indispensabile, la città vi trova il suo compito già predisposto, iu quanto essa offre alla Lega il porto del Mare del Nord, di cui quella aveva bisogno per l'arteria principale del suo sistema commerciale, per la linea cioè da oriente ad occidente, da Novgorod fino a Bruges. Una gran parte delle merci preziose, che i mercanti di Lubecca traevano dalla Russia e dai paesi baltici, era esportata in occidente, e specialmente nelle Fiandre, per la via di Amburgo. In senso inverso, Lubecca riceveva per quello stesso tramite i metalli, le aringhe, i grassi, che le erano forniti dalla Scandinavia, e i prodotti assai più ricchi che si potevano acquistare nei mercati occidentali, in particolare nel grande mercato di Bruges: panni fiamminghi, prodotti dell'Italia e dell'Oriente e più tardi i prodotti dell'Inghilterra, lane, ed anche panni e metalli. Quando poi, dopo la fine del Duecento, le regioni attraversate dall'Elba e dai suoi affluenti si vanno a poco a poco popolando di piccole città, in cui fioriscono le industrie tessili e metallurgiche, Amburgo, come punto estremo di congiunzione fra i trasporti fluviali e la navigazione marittima, diventa il centro attraverso il quale esse ricevono i loro rifornimenti dall'estero e spediscono quella parte assai modesta dei loro prodotti che possono destinare all'esportazione. Questo commercio di transito trovava un complemento assai importante nel commercio di legname, cereali e birra che i mercanti di Amburgo facevano in nome proprio. Per il legname ed i cereali, Amburgo era il mercato dei paesi agricoli del suo retroterra; la birra invece era prodotta nella città, e quell'industria vi raggiunse anzi nei secoli XIV e XV una tale fioritura, da meritare ad Amburgo il nome di birreria dell'Hansa. Ogni anno parecchie migliaia di tonnellate di birra erano caricate nel suo porto per essere esportate lungo le coste della Frisia, dei Paesi Bassi e dell'Inghilterra; in modo che si può dire che la ricchezza di Amburgo abbia tratto per lungo tempo il suo principale alimento dall'esportazione di questo solo prodotto.
La funzione, che in tal modo spettò ad Amburgo di sbocco dell'Hansa sul Mare del Nord, le impose anche dei gravi doveri. Essa dové anzitutto garantire la sicurezza della navigazione marittima e la difesa delle strade, che la collegavano con Lubecca. Per raggiungere questi scopi, essa si sforzò, sia con mezzi pacifici sia con le armi, d'impossessarsi di quelle località che le assicurassero il dominio e la vigilanza sul corso inferiore dell'Elba, sulla costa tedesca del Mare del Nord, sul tratto di terraferma che i suoi mercanti dovevano attraversare per raggiungere Lubecca. Il corso superiore dell'Alster e le terre a nord e ad oriente della città, appartenenti all'Holstein, furono acquistate per danaro, e attraverso i territorî di nuovo acquisto furono scavati, col concorso di Lubecca, dei canali che agevolassero i trasporti fra i due mari. Nello stesso tempo (1420) riuscì ad Amburgo di togliere, con le armi, dopo una dura lotta, ai duchi di Sassonia-Lauenburg tutto quel territorio a monte della città, sulla destra dell'Elba, che ancor oggi forma parte dello stato libero. La navigazione sul corso inferiore del fiume dové esser difesa contro le aggressioni ed i saccheggi delle popolazioni rivierasche; ma anche più difficile fu la lotta contro i pirati, i quali, annidati nelle isole della Frisia, infestavano le coste del Mare del Nord, spingendosi fino alla foce del fiume, che essi nel 1402 riuscirono a bloccare. Per poter lottare più efficacemente contro questi nemici del commercio, Amburgo s'impadronì nel 1394 del castello di Ritzebüttel (presso l'attuale Cuxhaven), che domina l'accesso dell'Elba dal mare; e, quarant'anni più tardi si spinse arditamente nel cuore delle forze avversarie, conquistando dopo aspra lotta il porto di Emden e riuscendo ad estendere, per breve tempo, il suo dominio sulla Frisia orientale.
La posizione che Amburgo acquista nel sec. XV, in virtù di questa azione energica e fortunata in difesa del proprio commercio, le permette di dare alla sua politica economica un indirizzo molto più indipendente. Essa non si adatta più alla funzione secondaria di semplice porto di transito al servizio delle maggiori città del Baltico, ma vuol diventare a sua volta un mercato: perciò, sull'esempio di quel che facevano da molto tempo tutti i maggiori comuni mercantili del continente, che si trovassero in condizione di dominare una delle grandi vie del traffico internazionale, essa pretende che i cereali ed altre merci, importate entro le sue mura per mare o per terra, dovessero esservi posti in vendita, prima di essere inoltrati per altra destinazione. La decadenza della Lega Anseatica, che si inizia già nel sec. XV in seguito al formarsi o al consolidarsi lungo le rive del Baltico e del Mare del Nord di forti stati unitarî, i quali non si adattano più a lasciare ad un gruppo di mercanti stranieri il monopolio del loro commercio estero; e che si accentua poi, in seguito allo spostamento verso occidente delle grandi vie del traffico marittimo, lungi dal danneggiare Amburgo, ne favorisce l'aspirazione, sempre più manifesta, a emanciparsi da Lubecca, e ad allacciare rapporti immediati ed autonomi coi paesi del NO. d'Europa, con l'Olanda, l'Inghilterra e l'Islanda. S'inizia così alla fine del Quattrocento, e continua nel secolo successivo, un periodo di profonda trasformazione nella situazione di Amburgo, che si manifesta contemporaneamente sia nella politica interna, sia nei rapporti politici ed economici coi paesi che la circondano. Lo sviluppo dell'attività commerciale, accanto e al disopra della semplice attività marinara, ha ormai determinato il consolidarsi di una forte classe borghese, che non tollera più il vecchio regime aristocratico, si solleva contro l'esclusivo dominio del senato vitalizio, e dopo gravi lotte civili impone l'accoglimento di un compromesso, per cui il potere dev'essere da quello diviso con un consiglio dei rappresentanti delle corporazioni dei mercanti e degli artigiani. Strettamente connesso con questo trionfo della borghesia, è il rapido e quasi generale accoglimento della Riforma luterana, che, penetrata in Amburgo fin dal 1521, vi acquista già nel 1529 una tale prevalenza da permettere alla città di restare del tutto estranea alle guerre di religione. Nei rapporti esterni, un passo importante, sebbene di carattere formale, verso il distacco dalla Lega Anseatica era stato il privilegio ottenuto dall'imperatore Massimiliano I, che aveva dichiarato Amburgo città imperiale. Un'importanza più sostanziale e più immediatamente sentita ha la politica commerciale autonoma che Amburgo segue, fin dal principio del sec. XVI, nei rapporti con l'Olanda e con l'Inghilterra, senza preoccuparsi dei legami tradizionali con l'Hansa, e anzi spesso in contrapposizione a questa ed in particolare a Lubecca. La rottura con gli antichi associati divenne completa, quando Amburgo concesse, temporaneamente nel 1567 e definitivamente nel 1611, alla corporazione inglese dei Merchant Adventurers di stabilire nel porto una loro fattoria, per l'importazione dei prodotti inglesi nel continente, mettendosi con questa concessione in aperto contrasto coi principî fondamentali della politica anseatica, che voleva difendere, con ogni mezzo, l'antico monopolio del commercio fra la Germania e l'Inghilterra. Il distacco poté sembrare allora un tradimento, dettato da spirito di egoismo particolaristico; ma in realtà esso rappresentava una necessità, determinata dalla mutata situazione del commercio internazionale, per cui Amburgo, aprendo le sue porte al commercio inglese e inserendosi per tale via nelle nuove correnti del grande traffico marittimo, gettava le basi della sua futura fortuna. Una spinta anche più efficace alla trasformazione economica di A. veniva data, nello stesso tempo, dall'immigrazione di numerosi profughi dai Paesi Bassi, i quali non vi conservavano, come gl'Inglesi, il carattere di un gruppo separato di stranieri, ma s'inserivano nella popolazione cittadina, introducevano nuove industrie fiorenti e davano un impulso poderoso al commercio. Si deve alla loro attività se il commercio di Amburgo con la Spagna e col Portogallo assunse un'intensità insperata, e se una parte della floridezza commerciale di Anversa, annientata dalla politica spagnuola, passò allora ad Amburgo. Allo stesso risultato concorse in fine l'asilo trovato in Amburgo, verso la fine del Cinquecento, da un numero rilevante di Ebrei portoghesi del ceto più elevato.
Per tutte queste ragioni Amburgo poté non solo mantenere, ma aumentare sensibilmente la sua floridezza e la sua attività in un periodo in cui l'Hansa andava in completa rovina, ed in cui anche i grandi emporî commerciali della Germania meridionale erano in piena decadenza; e neppure la guerra dei Trent'anni, durante la quale Amburgo, per rara fortuna, non vide mai gli eserciti nemici davanti alle sue porte, poté arrestare questo sviluppo. Amburgo, che nelle sue istituzioni commerciali subisce l'influenza dell'Olanda mentre diventa nel sec. XVII una delle grandi piazze commerciali d'Europa, e il più importante fra i porti della Germania per l'importazione dei prodotti d'oltremare, acquista definitivamente, anche nei rapporti politici, il carattere dello stato cittadino sovrano. La borsa, istituita per la prima volta nel 1558, comincia ora ad acquistare la sua grande importanza; si crea un servizio di posta, organizzato con grande cura e con sempre maggiore larghezza di linee; e nel 1619 s'inizia la vita della Banca di Amburgo, che è il primo banco pubblico di giro che sia sorto in Germania. A tutte queste istituzioni che, mentre sono un indice della floridezza raggiunta da Amburgo, valgono ad aumentare la sua influenza in tutte le regioni vicine, si aggiunge la politica degli Elettori di Brandenburgo, i quali, proponendosi di avviare verso l'Elba il traffico dei paesi dell'Oder, costruiscono il canale di Müllrose, che unisce i due fiumi, e permettono con ciò al porto di Amburgo di estendere il suo retroterra fino alla Slesia.
La politica di assoluta neutralità, che il governo di Amburgo mantiene rigidamente, a tutela della sua indipendenza e della sua attività commerciale, nei gravi conflitti che dividono in quel secolo le grandi potenze, non può essere sempre seguita di fronte ai tentativi dei principi dei territorî confinanti, che minacciano la sua libertà e con essa la sua stessa esistenza di grande porto internazionale. Il monopolio che Amburgo era riuscita ad assicurarsi in tutto il corso inferiore dell'Elba suscitava naturalmente le gelosie e l'ostilità dei paesi costretti a subirlo. Perciò i duchi di Lüneburg fondarono sulla destra dell'Elba, di fronte ad Amburgo, la piccola città di Harburg; e i re di Danimarca furono larghi di privilegi e di franchigie verso la città di Altona, per attirare ad essa, sottraendolo ad Amburgo, il commercio di transito. Ma se questi tentativi non fecero che stimolare lo spirito d'iniziativa dei consigli amburghesi, inducendoli a rinunciare, almeno in qualche caso, alla politica esclusivistica, diventata ormai tradizionale, ad attenuare i dazî, e a concedere finalmente, nel 1713, in determinate condizioni e per determinate merci in transito, la completa esenzione dai dazî d'entrata e uscita, movendo così il primo e timido passo verso la trasformazione di Amburgo in un porto franco; in altri casi invece, nel 1686 e nel 1712, la città dovette ricorrere alle armi per difendere la sua indipendenza minacciata dai re di Danimarca, riuscendovi anche in grazia dell'aiuto prestatole dall'Elettore di Brandenburgo. Ma siffatte guerre esterne, aggravate dalle lotte interne fra aristocrazia e popolo, che insanguinarono ripetutamente la città fra il 1693 e il 1712, e dalle difficoltà contro cui urtava il commercio nel Mare del Nord nel lunghissimo periodo del conflitto mortale tra Francia, Olanda e Inghilterra, ebbero una grave ripercussione sull'attività marinara di Amburgo.
Nel sec. XVII il suo rapido progresso ci è attestato anche dalle statistiche della sua flotta mercantile, che nel 1590 contava 133 navi d'alto mare, di una portata complessiva di circa 14.000 tonnellate, e nel 1672 aveva raggiunto le 277 navi, di una portata di 42.500 tonnellate: cifre, come si vede, estremamente modeste, non solo in confronto ai giorni nostri, ma anche in confronto all'Olanda, che in quegli stessi anni avrebbe avuto una flotta mercantile della portata di 900.000 tonnellate; ma che non sono per questo meno significative, in quanto rivelano il rapido aumento del numero delle navi e del loro tonnellaggio medio. Dopo il 1672 invece i progressi si fanno assai più lenti, e in certi anni le cifre rivelano un passo indietro.
Dopo le tempeste che turbano per un trentennio la vita di Amburgo e ne ostacolano l'attività commerciale, s'inizia verso la metà del sec. XVIII un nuovo periodo di rapido e quasi ininterrotto progresso. I grandi avvenimenti di questo secolo, la guerra dei Sette anni, la guerra per l'indipendenza degli Stati Uniti d'America, la Rivoluzione francese, hanno avuto, direttamente o indirettamente, un'influenza favorevole sul commercio di Amburgo. Alcuni rami importanti del commercio, come quello dei cereali, del lino della Slesia e della Vestfalia, e particolarmente il commercio dei coloniali, esercitato con crescente successo fin dal secolo XVI, assumono ora tali proporzioni, che pochi decennî prima nessuno avrebbe potuto prevedere. Anche la raffineria dello zucchero, che fin dal Seicento era diventata la principale industria esportatrice, prendendo il posto che nel Medioevo aveva avuto la fabbricazione della birra, attraversa un nuovo periodo di floridezza; le imprese di assicurazione e gli affari di cambio, in sempre maggiore sviluppo, completano il quadro di attività intensa e febbrile in tutti i campi degli affari, che fa degli ultimi decennî del sec. XVIII il periodo dei più intensi e rapidi progressi della storia economica di Amburgo, superato soltanto, un secolo più tardi, dal ventennio che precede lo scoppio della guerra mondiale. Ma, se nei primi tempi della Rivoluzione francese Amburgo poté risentirne notevoli vantaggi, in quanto l'occupazione dell'Olanda trasferì nel porto elbano una gran parte del suo commercio, le conquiste napoleoniche determinarono invece la sua totale rovina. Occupata dai Francesi nel 1806, assieme all'Hannover, il blocco inglese dell'Elba sospese ogni sua attività commerciale. La situazione non fece che aggravarsi con la proclamazione del blocco continentale e con l'annessione di Amburgo all'impero francese, decretata il 13 dicembre 1810. Il commercio con l'estero che, totalmente interrotto nelle forme lecite e palesi, era continuato finora nella forma più pericolosa ma anche più lucrosa del contrabbando, venne allora a cessare completamente. Il 18 marzo 1813, il generale russo Tettenborn occupava la città; ma poco dopo il maresciallo Davoust riusciva a riprenderla, vi si fortificava, e vi sosteneva un lungo assedio, che non finì se non nel maggio 1814, dopo la prima caduta di Napoleone. I danni subìti da Amburgo per il blocco, l'occupazione militare e il lungo assedio furono enormi: in meno di un decennio la sua popolazione discese da 100.000 a 55.000 abitanti.
La costituzione federale dell'8 giugno 1815 fece di Amburgo col suo breve territorio uno stato sovrano, membro della confederazione germanica, e riunito a Brema, Lubecca e Francoforte a costituire il collegio delle città libere. Ma, prima ancora che quell'atto sancisse in forma solenne il riacquisto dell'indipendenza, i consigli cittadini e i privati si erano subito adoperati, con rinnovata energia, a sanare le piaghe recenti, a riannodare gli antichi rapporti commerciali e a cercarne di nuovi. Un'importanza del tutto preponderante assunse allora più che mai il commercio con l'Inghilterra. la quale si valse di Amburgo per introdurre in tutta l'Europa centrale la produzione esuberante della sua grande industria e delle sue colonie. L'importanza del commercio inglese fu tanto prevalente, che pochi anni più tardi, nelle polemiche suscitate dalla resistenza di Amburgo a entrare nell'unione doganale, si mosse ai suoi mercanti il rimprovero di non essere nient'altro che degli agenti inglesi. In realtà la lunga resistenza di Amburgo si spiega col carattere particolare del suo sviluppo politico ed economico, per cui essa, pur facendo parte della Confederazione germanica, agisce, anche in materia di politica estera, come uno stato indipendente; com'essa provvede da sola alla tutela e all'incremento della sua marina, ai lavori portuali, alla regolazione del corso dell'Elba fra la città ed il mare, così pure essa stipula fra il 1825 e il 1865 una serie di trattati di commercio e di navigazione con molti stati europei ed extraeuropei. E poiché questa completa autonomia si accompagna con un continuo e rapido incremento della sua marina e del suo commercio, il ceto armatoriale e commerciante, e con esso il governo dello stato, si mostrano riluttanti a ogni mutamento che attenti, anche parzialmente, a quell'autonomia, e possa ostacolare il libero movimento delle merci e dei mercanti forestieri. Non mancano le voci discordanti degli industriali i quali vedono ostacolato lo sviluppo delle loro industrie dalla barriera doganale che divide il piccolo stato libero dal territorio dello Zollverein, esteso ormai a tutta la Germania, e di coloro che vedono da quella stessa barriera ostacolato il semplice commercio di transito fra Amburgo e il suo naturale retroterra. Ma quei dissidenti rappresentano ancora una minoranza, impotente di fronte agli interessi prevalenti e ad una tradizione gloriosa.
La situazione comincia a modificarsi dopo il 1870 con la creazione dell'Impero germanico, in cui anche Amburgo viene incluso come stato federale. Il nuovo Impero si assume, anche nell'interesse della grande città marinara, tutte le funzioni di tutela militare e diplomatica, che finora A. aveva esercitato in forma autonoma; ma esso non può ancora sopprimere la separazione economica fra la città libera e tutto il resto della Germania. La vittoria sulle ultime resistenze separatiste è ottenuta finalmente, nel 1888, da Bismarck, che promette ad Amburgo, in compenso del suo ingresso nello Zollverein, la creazione di un'ampia zona franca portuale, il concorso finanziario dell'Impero per l'ampliamento e il rinnovamento del porto e dei suoi impianti, e per l'adattamento del corso inferiore dell'Elba ai nuovi bisogni della marina a vapore, ormai definitivamente trionfante, e larghi aiuti di vario genere per lo sviluppo delle industrie cittadine. Stretti in tal modo i vincoli fra il porto e il suo retroterra nazionale, aiutato dal rapidissimo e meraviglioso sviluppo dell'economia germanica nel periodo che si accompagna e segue immediatamente l'entrata di Amburgo nell'unione doganale, lo sviluppo demografico, commerciale e industriale di Amburgo, nel quarto di secolo che si inizia nel 1888, supera di gran lunga quello di tutti i periodi della sua storia. La popolazione della città, che nel 1885 era di 474.000 ab. raggiunge, alla vigilia della guerra mondiale, il milione di abitanti. Gli stabilimenti industriali di tutti i generi si moltiplicano, e fra essi prendono il primo posto quelli delle costruzioni navali, che gareggiano coi più grandiosi cantieri del Regno Unito. Amburgo diventa la sede di potentissime imprese armatoriali, fra cui primeggia l'Hamburg-Amerika, uno dei più potenti organismi marinari del mondo. Nei 25 anni compresi fra il 1888 e il 1913, il valore delle merci importate ed esportate si quadruplica; il loro peso sale nello stesso intervallo da meno di 2 milioni a 25 milioni di tonnellate, collocando Amburgo al primissimo posto fra tutti i porti mercantili del continente europeo. La sua borsa acquista un'importanza mondiale per moltissime merci, e soprattutto per il caffè, lo zucchero e gli altri prodotti coloniali. D'altra parte l'efficacia della più stretta unione del grande porto con un grande stato industriale, si rivela nell'importanza che Amburgo assume, come centro delle maggiori e più perfette organizzazioni commerciali per la conquista dei mercati di tutto il mondo nell'interesse delle grandi industrie esportatrici. Amburgo nel 1913 era così diventata, in tutti i sensi, lo strumento più prezioso e potente dell'economia mondiale germanica.
La crisi gravissima, determinata dalla sospensione totale di ogni libera attività marinara, nei cinque anni della guerra europea, ha la sua immediata ripercussione nei moti rivoluzionarî, che scoppiano nel novembre 1918, per cui il potere politico, sull'esempio della Russia, passa nelle mani dei consigli dei soldati e degli operai. Ma la dittatura comunista e il totale distacco di Amburgo dal resto dell'Impero non durano che pochi mesi. Nella nuova costituzione di Weimar, Amburgo riacquista la posizione di stato federale, in cui i poteri sono divisi come prima fra i due consigli: il senato cioè, e la Bürgerschaft: soltanto l'autorità del vecchio consiglio aristocratico è sensibilmente diminuita, mentre è notevolmente aumentata quella della rappresentanza popolare, la quale diventa una vera assemblea legislativa di 160 membri, eletti a suffragio universale col sistema della proporzionale.
Anche la vita economica comincia a risollevarsi rapidamente dopo il 1920: il numero e il tonnellaggio delle navi entrate ed uscite dal porto raggiungono presto le cifre d'anteguerra. Il volume delle merci ch'esse importano ed esportano si mantiene invece più basso, in conseguenza della gravissima contrazione del commercio esterno della Germania. Fra le navi che entrano ed escono, la bandiera estera ha una enorme prevalenza sulla nazionale; ma i cantieri navali lavorano intensamente a ricostituire una grande flotta mercantile, e, sebbene in proporzioni ridotte, Amburgo riprende nella vita economica della Germania la funzione ch'essa vi aveva assunto nei primi anni del secolo.
Bibl.: Zeitschrift des Vereins für Hamburgische Geschichte, dal 1841; Mitteilungen dello stesso Verein, dal 1878; Lappenberger, Hamburger Urkundenbuch, I, Amburgo 1842; Gallois, Geschichte der Stadt Hamburg, voll. 3, Amburgo 1853-1856; Mönckenberg, Geschichte der Freien- und Hansestadt Hamburg, Amburgo 1885; id., Hamburg unter dem Druck der Franzosen (1806-1814), 1864; Wichmann, Hamburgische Geschichte in Darstellungen aus alter und neuer Zeit, Amburgo 1889; Rathgen e Stuhlmann, Hamburgische Forschungen. Wirtschaftlische und politische Studien, Amburgo 1920; Nirnnheim, Hamburg in der ersten Häfte des 11. Jahrh., Amburgo 1890, id., Von der Hanse zum deutschen Bundestaat (nel vol. di varî autori: Hamburg in seiner wirtschaftlichen und kulturellen Bedeutung für Deutschland), Amburgo 1925; Schmeidler, Hamburg-Bremen und Nordost-Europa von IX-XI. Jahrhundert, Lipsia 1918; Ehrenberg, Hamburg und England im Zeitalter der Königin Elisabet, Iena 1890, Seelig, Die geschichtliche Entwicklung der hamburgischen Bürgerschaft, Amburgo 1900; Kiesselbach, Die wirtschaftlichen Grundlagen der deutschen Hansa und die Handelsstellung Hamburgs bis in d. II. Hälfte des 14. Jahr., Berlino 1907; Wohlwill, Neuere Geschichte der Freien und Hansestadt Hamburg, insbesondere von 1789 bis 1815, Gotha 1914; Neumann, Hamburg unter d. Regierung der Arbeiter- und Soldatenrats, Amburgo 1919; Baasch, Gesch. Hamburgs, 1814-1918, voll. 2, 1924-1925.
L'arte e la cultura. - I monumenti e lo sviluppo artistico. - Grazie alla sua meravigliosa posizione sulle sponde dell'Elba e dell'Alster, Amburgo è una delle città più pittoresche della Germania. La sua importanza quale città artistica non corrisponde però alla misura di quella attività che ha fatto di A. un centro commerciale di prim'ordine. Essa infatti non possiede edifici di rappresentanza, monumenti o parchi civici, né antichi palazzi privati. Cent'anni fa la città era ancora stretta fra i bastioni e i fossati, e le case erano tutte in mattoni. L'incendio del 1842 distrusse gran parte della vecchia città; e delle nove chiese preesistenti (compreso il Duomo demolito nel 1805), non sono rimaste nel centro della città che quelle di S. Caterina e di S. Iacopo, l'una e l'altra costruite di mattoni in tardo stile gotico sulla fine del '300. La chiesa di S. Pietro fu invece riedificata sulle vecchie fondamenta da Alexis de Chateauneuf e Fersenfeldt (1843-1849).
Le opere d'arte medievale sono poche. Un documento attesta la dimora in Amburgo del maestro Bertram di Minden (Vestfalia) che dal 1367 al 1410 fu a capo di una bottega dalla quale uscì il grande altare quadripartito, di visibili influssi boemi, e che si trova oggi nella Kunsthalle; ma fu ideato originariamente per l'altar maggiore di S. Pietro; poi venduto nel sec. XVIII a Grabow (Meclenburgo), andando disperse le singole parti; infine da Alfred Lichtwark qui ricomposto. Nella parte centrale, in plastica, è rappresentata la Crocifissione, sugli sportelli sono raffigurati profeti, santi e martiri, e nella predella l'Annunziazione tra i padri della chiesa; all'esterno degli sportelli sono dipinte scene della creazione, dell'Antico Testamento e della vita di Maria. Anche dell'altro pittore amburghese, maestro Francke, contemporaneo di Bertram, la Kunsthalle possiede un'opera notevole: l'altare commessogli nel 1424 dai navigatori in partenza per l'Inghilterra, e dove sono rappresentati varî episodî della vita di Cristo e di S. Tommaso di Canterbury. Altri esempî di pittura e di plastica del tardo '400 si conservano sugli altari della chiesa di S. Iacopo.
Il Cinquecento ha lasciato poche tracce ad eccezione di una Madonna in marmo del 1515 a S. Pietro, e di alcune figure scolpite in legno, ora nel Museo di arte e industria e nel Museo storico. Nel '600 l'arte subisce ad Amburgo l'influsso degli olandesi coi quali la città era in continui rapporti di commercio. Lo risentì specialmente l'architettura; e lo dimostra il bel campanile della chiesa di S. Caterina, innalzato da Peter Marquard nel 1603 e diventato un simbolo della città. Anche i pittori, ritrattisti, generisti e paesisti, subiscono, più o meno, l'influsso degli olandesi, dei quali taluni sono addirittura i discepoli. Nel '700 A. diventa un centro di cultura non solo per le scienze ma anche per la letteratura, e per il teatro di prosa e di musica. Il primo melodramma tedesco viene rappresentato qui; poeti e scrittori quali Brockes, Hagedorn, Lessing, Klopstock, Claudius, J. H. Campe qui vivono e lavorano. Anche le arti figurative risentono del nuovo impulso; la vita più comoda e lussuosa porta di conseguenza un arredamento più ricco e più accurato delle abitazioni. L'unico palazzo privato ancora conservato di quel tempo (1712) è l'edificio eretto per il ministro di Holstein, barone Goertz, da Joh. Nicolaus Kuhn, cui dobbiamo la facciata della chiesa di S. Caterina. A questo stesso periodo appartengono pure la chiesa cattolica e il palazzo comunale di Altona. Negli anni 1843-1847 Leonard Prey innalza nel quartiere di San Giorgio la bella Dreifaltigkeitskirche per la quale si ispirò alla grande chiesa del Kai Dose ad Altona. Nella stessa epoca sorge il più importante esempio dell'architettura del protestantismo nordico, la grande Michaeliskirche, costruita da E. G. Sonnin e Prey (distrutta da un incendio nel 1906 e riedificata nello stesso stile). Negli anni 1781-85 l'architetto governativo Joh. Kopp costruisce l'Orfanotrofio nuovo che divenne poi palazzo comunale. Di pari passo con l'arredamento più fastoso delle case, fiorisce anche l'arte applicata; l'oreficeria, la ceramica, l'ebanisteria, ecc. Anche la pittura conta rappresentanti insigni; i ritratti di Balthasar Denner acquistano celebrità universale, Domenicus von der Smissen lavora in Altona, Anton Paulsen e Joh. Rundt godono larga fama per le loro nature morte. Tra i pittori più noti della fine del secolo sono inoltre da ricordare: Joh. Heinrich Tischbein e suo nipote, J. H. Wilhelm Tischbein.
Nei primi anni del sec. XIX, dopo lo smantellamento delle fortificazioni, la città si allarga e i dintorni si trasformano in quartieri di ville e villini, e sorgono il nuovo Jungfernstieg, l'Esplanade, i villini di Harvestehude nello stile gotico inglese allora di moda. Nel 1827 si costruisce il nuovo teatro, Stadttheater, secondo il disegno dello Schinkel, ma l'architetto più stimato di questo tempo è Alexis de Chateauneuf, che edifica il palazzo Abendroth e la Petrikirche. Poi, in seguito al grande incendio del 1842, la vecchia città perde tutto il suo carattere. Fra il 1845 ed il 1874 l'architetto inglese Gilbert Scott costruisce la Nicolaikirche in stile gotico, lo Chateauneuf innalza le belle arcate lungo l'Alster e dà il disegno per la ricostruzione dell'antico palazzo delle poste. La tendenza artificiosa che, nei decennî seguenti, volle per l'architettura far rivivere le forme dei secoli passati, distrusse il carattere unito ed armonioso della città; e ne è esempio il palazzo comunale, ultimato nel 1897. L'architettura del sec. XX ritorna finalmente al fabbricato in mattoni e ne ottiene begli effetti artistici, come dimostrano diversi edifici del direttore dell'ufficio tecnico comunale, Fritz Schumacher, nonché il Chilehaus del Höger, la più moderna costruzione di Amburgo, occupata da uffici privati.
Al principio del sec. XIX, visse e operò ad A. Philipp Otto Runge, il più notevole pittore dell'arte preromantica di Germania, e i cui dipinti sono conservati nella Kunsthalle. Dopo la sua morte prematura (1810) si notò un risveglio nella pittura; e nel 1817 si fondò il circolo artistico, uno dei primi nei paesi tedeschi, e del quale fecero parte Oldach, Janssen e Wasmann. Seguì la generazione dei pittori del paesaggio e della vita popolare, fra i quali si distinsero Morgenstern, Haeselich ed altri. Fra i giovani nomineremo i pittori Ahlers-Herstemann, Stegemann, e gli scultori Fr. Wild, K. Opfermann e Bürger. Dell'epoca del naturalismo abbiamo il monumento ai soldati e quello all'imperatore Guglielmo, dello Schilling. Più importante per lo sviluppo della plastica moderna è la statua di Bismarck, che domina il porto, opera di Hugo Lederer (1906), autore anche del monumento al Heine nel giardino comunale.
Non sarebbe completo questo quadro di A. quale centro d'arte, senza il ricordo dell'attività benefica di Alfred Lichtwark, quale ideatore di iniziative artistiche e collezionista. A lui si deve la Kunsthalle, diventata per merito suo e del suo successore, una delle più importanti raccolte d'arte moderna della Germania. Lichtwark ebbe una benefica azione educatrice sui giovani artisti, sia coi suoi scritti, sia con le sue conferenze. Contemporaneamente all'attività del Lichtwark si svolse anche quella di Justus Brinckmann, creatore del Museo per l'arte e l'industria, che egli diresse. Le opere di interesse storico e culturale vengono conservate nel Museo per la storia amburghese.
Altona, la città vicina, possiede eccellenti raccolte d'interesse culturale, storico e scientifico, nonché una scuola superiore per l'arte applicata.
Bibl.: O. Lauffer, Hamburg, 1913; Hamburg und seine Bauten, edito dall'Architekten- und Ingenieur-Verein, 1914, voll. 2; V. Dirksen, Ein Jahrhundert Hamburg, 1800-1900, 1926; A. Lichtwark, Hermann Kaufmann und die Kunst in Hamburg, 1896.
Teatro. - Amburgo occupa un posto notevole nella storia del teatro tedesco. Gli stessi suoi commerci intensi con gli altri paesi, e specialmente con l'Inghilterra, favorirono il sorgere dei più varî tentativi d'imprese teatrali. Già nella seconda metà del Seicento difatti Amburgo si afferma soprattutto come sede dell'opera. Nel 1678 vi venne inaugurato il nuovo teatro d'opera con un dramma di argomento biblico del poeta Richter, musicato da Theil; e da allora, per un mezzo secolo, si mantenne, senza però molta fortuna finanziaria, questo tipo di opera che continuava, deformandola, la tradizione del mistero medievale, lasciando presto prevalere e tiranneggiare il carattere fastoso e spettacoloso della messa in scena. Fra i compositori di questo tempo si ricordano Theil, Kayser, Händel. La ripercussione sopra la vita della città fu vasta. Proprio ad Amburgo, dopo che si diffuse la presenza di cantanti e di attrici sulla scena (mentre prima uomini e ragazzi tenevan tutte le parti), scoppia infatti una delle prime e vivaci polemiche fra ecclesiastici contro l'immoralità del teatro e in sua difesa (Anton Reiser scrive una Theatromania, nel 1681 un tale Rauch replica con un'apologetica Theatrophania): e proprio ad Amburgo si hanno incresciosi esempî dell'esclusione dei comici dai Sacramenti. Nel 1738 l'impresa dell'opera musicale è del tutto fallita e in quel teatro subentra la tenace attrice-riformatrice Karoline Neuber che già da anni era ad Amburgo e cercava di sostituire la tragedia regolare di tipo francese al vuoto fasto delle Haupt- und Staatsaktionen. Scarso appoggio trovò nel pubblico, dal quale si congedò, già nel 1738 perché chiamata alla corte di Russia, con un discorso audacemente sincero. Il teatro di Amburgo riprende importanza con la compagnia Schönemann e con la compagnia Koch (1756-63) e soprattutto con la venuta della compagnia di Ackermann (1764). Questa aveva nelle sue file il celebre Ekhofe, il giovane ma già ottimo Ludwig Schröder. Nel 1765 Ackermann inaugura il suo nuovo Stadttheater, ma deve presto transigere dai suoi principî tollerando accanto alle opere d'arte gl'intermezzi buffoneschi e altrettali concessioni al gusto del pubblico. Dalle difficoltà materiali e dalle discordie intestine della compagnia Ackermann nacque appunto la cosiddetta Entreprise di Amburgo, l'iniziativa di dodici ricchi cittadini di finanziare e sorreggere un Teatro Nazionale tedesco che attuasse le nuove esigenze d'arte. Direttore fu un letterato, Löwen, "consulente giuridico" e drammaturgo fu il Lessing, cui spettò il compito di "seguire criticamente le rappresentazioni" e che compose così la sua famosa Hamburgische Dramaturgie (v. lessing). Anche questa volta, per l'indifferenza del pubblico, per la vanità delle attrici, per la resistenza degli attori a riconoscere autorità a un direttore non del mestiere, l'impresa non ebbe successo. Il Teatro Nazionale si inaugurò il 22 aprile 1767, ma già nel dicembre rinunciò alla sua prima condizione, la stabilità, e passò l'inverno ad Hannover, dove tornò anche l'anno seguente. Nel 1768 Lessing se ne staccò completamente, e nel 1769, venuti a mancare gli appoggi, Ackermann riassunse il direttorato con scarsa fortuna. Col 1786 riprende un'epoca molto interessante che riafferma la cosiddetta "scuola di Amburgo", cioè la scuola di recitazione naturalistica, veristica; contrapposta a quella che poco dopo doveva venire in onore a Weimar, di carattere classico, idealizzato. Nel 1786 il Teatro di Amburgo è assunto infatti dal grande Schröder che lo riconduce con dignità ed energia ad altezza artistica. Intanto le opere fortunatissime di Iffland e di Kotzebue riavvicinano il gran pubblico al teatro di prosa. Memorabile rimase l'interpretazione del Don Carlos di Schiller dato nel 1787, e anzitutto quella dello Schröder nella parte di re Filippo. Lotte e amarezze inducono tuttavia lo Schröder a ritirarsi scontento dalle scene nel 1796; vi ritorna poi temporaneamente, ma nel 1798 dà il definitivo addio come attore. Seguono anni mediocri per il teatro di Amburgo: il vecchio Schröder si induce a riprenderne la direzione, ma lo fa proprio nel 1811-12, quando, avendo proclamato Napoleone I l'annessione di Amburgo alla Francia, la censura politica frustrava ogni sua iniziativa. Nel 1827 Amburgo, seguendo le nuove esigenze e consuetudini teatrali, inaugurava un grande Teatro civico, dove venne nel 1829 il celebre Devrient, ma, dopo il prevalere dei grandi teatri di corte delle capitali, non spettò più a questa città la funzione di avanguardia e di riforma che si era assunta ripetutamente in passato.
Istituzioni culturali. - Come centro di vita culturale, Amburgo ha assunto, in Germania, una sua propria fisionomia soprattutto in seguito alla fondazione della nuova università. Più che dalla Gelehrtenschule del Johanneum, facoltà filosofica in proporzioni ridotte, fondata nel 1529 e vissuta dal 1613 in poi, fino al 1883, come Academisches Gynnasium, la nuova università è sorta dal Kolonial-Institut, creato nel 1908 per lo studio delle lingue e delle civiltà d'oltremare. E ha conservato tutte le caratteristiche di questa sua origine anche dopoché, nel 1919, vennero costituite tutte le facoltà: in ogni ramo di studî è stato dato massimo sviluppo a ciò che ha rapporto con i paesi e con i popoli stranieri, specialmente extra-europei. Numerosi e fiorenti istituti scientifici funzionano a tale scopo dentro e accanto all'università: la Staats- und Universitätsbibliothek, fondata nel sec. XVII e ora ricca di oltre 700.000 volumi; la Kommerzbibliothek, fornita di 150.000 opere su argomenti geografici, marittimi, giuridici e commerciali; il Museum für Völkerkunde, per gli studî di etnografia; l'Institut für Tropenhrankheiten, per lo studio delle malattie tropicali; il Weltwirtschafts-Archiv, grandiosa raccolta di materiali, attraverso cui si può seguire quotidianamente lo svolgersi della vita economica mondiale. E degna di particolare rilievo è anche la Bibliothek Warburg, creata e organizzata dal prof. Warburg per promuovere metodiche indagini intorno all'influenza delle antiche civiltà mediterranee sopra la moderna civiltà europea. Questa biblioteca possiede ora più di 50.000 volumi, e pubblica una pregevole serie di studî e di conferenze, dove larga parte è fatta al Rinascimento italiano.