Consolidò e ampliò il proprio dominio, e pubblicò il corpo di leggi Decreta seu statuta, che avrebbe costituito la base della successiva legislazione sabauda. Scelta in seguito la vita monastica, fu antipapa col nome di Felice V.
Figlio (Chambéry 1383 - Ginevra 1451) di Amedeo VII, cui successe (1391) sotto la tutela della nonna Bona di Borbone. Dichiarato maggiorenne in occasione delle sue nozze nel 1393 con Maria di Borgogna, prese in mano le redini dello stato solo nel 1400 e riuscì a consolidarlo e ampliarlo sfruttando a Ovest le guerre interne di Francia, tra Borgognoni e Armagnacchi, e a Est il dissolvimento dello stato visconteo, incamerò definitivamente il Genevese, costrinse il marchese di Saluzzo a riconoscersi suo vassallo (1413) e nel 1418, alla morte senza eredi di Ludovico di Savoia-Acaia, riunì il Piemonte allo stato sabaudo. Due anni prima aveva ottenuto da parte dell'imperatore Sigismondo il titolo ducale. Per estendere i suoi possessi fino al Ticino, entrò nella lega veneto-fiorentina contro i Visconti (1426), dal marchese di Monferrato, con cui aveva stretto il trattato segreto del Thonon (1432), ottenne nel 1435 Chivasso e Settimo. Pubblicò (1423 e 1430) un corpo di leggi (Decreta seu statuta, in 5 libri), ch'era destinato a rimanere il fondamento dell'ulteriore legislazione sabauda. Ritiratosi a vita monastica a Ripaglia, fondando l'ordine dei cavalieri di San Maurizio (1434), lasciò al figlio Ludovico la luogotenenza per gli affari ordinarî, rinunciò alla sovranità quando venne eletto papa dal concilio di Basilea contro il deposto Eugenio IV. Prese la tiara col nome di Felice V, il 24 luglio 1440, ma la sua elezione ebbe scarsi riconoscimenti e, dopo aver invano tentato di impadronirsi di Roma prima, poi di Avignone, abdicò il 9 apr. 1449.