(fr. Bourgogne) Regione (31.582 km2 con 1.624.000 ab. nel 2006) storica e geografica della Francia centro-orientale; include i dipartimenti di Côte-d’Or, Saône-et-Loire, Yonne e Nièvre. Capoluogo Digione. Comprende parte del Massiccio Centrale e gli aridi e scarsamente popolati altopiani calcarei più a SE, che si affacciano sulla valle del fiume Saona. È attraversata da importanti vie di comunicazione. Particolarmente rilevante la coltura della vite, che dà vini tipici e pregiati, sia bianchi sia rossi, di fama mondiale. Notevoli le industrie metalmeccaniche, chimiche, tessili e alimentari, concentrate principalmente a Digione.
Abitato da Edui, Mandubi, Sequani e Lingoni, in età romana il territorio dell’odierna B. fu compreso nella Provincia Lugdunensis e nella Germania Superior. Strappato all’Impero all’inizio del 5° sec., fece parte del Regno dei Burgundi e dal 534 del Regno merovingico. In questo periodo andò assumendo una ben distinta fisionomia territoriale e politica.
Alla morte del re merovingio Clotario (561) il regno di B. (comprendente B., valle della Loira e più tardi Provenza) toccò al figlio Gontrano. Dopo una vicenda di riassorbimento nel Regno franco e di indipendenza, nel 613 passò definitivamente ai Franchi. Il nome di Regno di B. riapparve al tempo della dissoluzione dell’Impero carolingio e designò dapprima due unità politiche distinte, il Regno della B. cisgiurana (o Bassa B., o anche, più tardi, Provenza) e il Regno della B. transgiurana (o Alta B., o B. senz’altro). Con Rodolfo II, re dell’Alta B., nel 933 si venne a una unificazione e il nuovo Stato si disse Regno di B. o di Arles; sotto il successore Corrado il Pacifico (937-993) e più ancora sotto Corrado il Neghittoso (993-1032) il Regno di B. o di Arles entrò nell’orbita del Regno di Germania. Ma la crisi susseguente del Regno di Germania e le vicende di molti feudi che componevano il Regno di B. ridussero quest’ultimo, dal 14° sec., alla sola parte settentrionale; poi sopravvisse, per qualche tempo ancora, soltanto il titolo.
Insieme al Regno di B. sorse il Ducato di B., creato da Carlo il Calvo per suo cognato Riccardo il Giustiziere, conte di Autun (877-921); esso si estendeva più a O della B. vera e propria. Il ducato, che dal 1015 comprese anche Digione, costituì per qualche tempo il feudo provvisorio dell’erede al trono di Francia, poi, con Roberto (1032-76) vi si instaurò una linea a sé dei Capetingi che si trasmisero il ducato fino al 1361, quando Giovanni II re di Francia, morto senza eredi l’ultimo duca, Filippo di Rouvres (1350-61), lo annetté alla corona. Nel 1363 Giovanni II ne investì il figlio Filippo l’Ardito (1363-1404). Questi, che aveva sposato nel 1369 Margherita, figlia del conte di Fiandra Luigi di Mâle, aggiunse nel 1384 alla B. la Fiandra, la Franca Contea (detta anche contea di B.), l’Artois, la contea di Nevers e di Rethel. I suoi successori, Giovanni Senza Paura (1404-19) e Filippo il Buono (1419-67), ampliarono lo Stato, che comprendeva due parti distinte (de par delà e de par deçà) dal punto di vista geografico ed economico-sociale: i domini cioè della Francia centrale e i Paesi Bassi. Stato ricchissimo, soprattutto per le industriose città dei Paesi Bassi, forte anche militarmente per la presenza di una numerosa e agguerrita nobiltà, splendido per il fasto della corte e l’alto livello di civiltà, approfittando della guerra dei Cent’anni il ducato minacciò la stessa monarchia francese. L’ultimo duca, Carlo il Temerario (1467-77), tentò invano di congiungere i suoi domini in un grande Stato unitario dal Mare del Nord alle Alpi; dopo la sua morte Luigi XI re di Francia occupò il ducato, mentre la Franca Contea e i Paesi Bassi passarono a Massimiliano d’Asburgo (poi Massimiliano I imperatore), che aveva sposato la figlia di Carlo il Temerario, Maria. Il ducato di B., riunito definitivamente alla Francia nel 1497, conservò però i suoi Stati provinciali istituiti nel 14° secolo. I domini dei Paesi Bassi provenienti dall’eredità di Carlo il Temerario, duca di B., con la suddivisione dei territori dell’Impero in 10 circoli, decretata dalla Dieta di Colonia del 1512 assunsero la denominazione di Circolo di Borgogna.
La B., centro attivissimo di cultura, ebbe nel quadro generale dell’arte francese una fisionomia peculiare tanto da determinare la definizione di arte borgognona. La profonda penetrazione della colonizzazione romana concorse a preparare la rinascita romanica; ne fu centro di irradiazione, all’inizio dell’11° sec., l’abbazia di S. Benigno a Digione. Le caratteristiche principali del romanico borgognone si attuano pienamente nel 12° sec.: l’uso delle volte, il concetto classico di proporzione, l’importanza data alla decorazione plastica. Esempio e centro massimo ne fu la chiesa di Cluny (1089-1131), la prima grande chiesa occidentale a volta, quasi completamente distrutta durante la Rivoluzione francese. Rimangono esempi significativi come le chiese abbaziali di Paray-le Monial, Vézelay, Saulieu, la cattedrale di Autun, dove la scultura borgognona tocca il vertice delle sue capacità espressive. Fra il 14° e il 15° sec., quando il ducato di B., estesosi fino alle foci della Schelda, raggiunse la sua massima importanza politica, Digione divenne il primo centro artistico della Francia. Rimase però in continuo rapporto con l’arte delle province del nord, tanto che opere insigni che dalla B. diffusero i riflessi di un’arte nuova e vigorosa, come il famoso Pozzo di Mosè della Certosa di Champmol (Digione), opera di C. Sluter, sono dovute in gran parte ad artisti fiamminghi o di altre regioni della Francia.
La zona di produzione del vino borgogna si divide in cinque subregioni: Chablis, Côte-d’Or (che comprende Côte-de-Nuits e Côte-de-Beaune), Côte-Chalonnaise, Mâconnais, Beaujolais. Vitigno fondamentale, da cui si trae il rosso, è il pinot; nell’Yonne si coltiva anche il vitigno césar e il tressot; nel Mâconnais e Beaujolais il gamay; per i vini bianchi i vitigni sono lo chardonnay e il pinot bianco.
Dal borgogna prende nome la bottiglia borgognone, tipo particolare di bottiglia per la conservazione di vini da pasto superiori: di forma tozza e panciuta, simile a quella delle bottiglie da champagne ma con collo meno lungo, ha capacità di circa 75 centilitri e colori simili alle bottiglie bordolesi.