(fr. Provence) Regione storica della Francia sud-orientale, che non costituisce un’unità geografica, ma si scinde in regioni diverse per natura del suolo e morfologia; si possono distinguere in essa tre unità fisiche principali: l’Alta P. (o P. calcarea), la P. cristallina e la Bassa Provenza. L’Alta P., limitata a N dai massicci alpini che la separano dal Delfinato, comprende i bacini medi della Durance e del suo principale affluente (il Verdon) e il bacino superiore del Var. Le acque scorrono profondamente incassate, formando gole che raggiungono i 500 m di profondità (gola del Verdon). Terreni calcarei, fortemente ripiegati, costituiscono l’insieme di rilievi noto con il nome di Piccole Alpi di Provenza. Una depressione che si stende dall’Étang de Berre al Golfo di Fréjus, percorsa dall’Argens, separa la P. calcarea da quella cristallina, formata dai massicci dei Maures e dell’Estérel, che, a forma di ellisse, si allungano in direzione OSO-ENE. La Bassa P. infine abbraccia l’estremo sud-occidentale della regione, formato da terreni alluvionali che accompagnano i corsi inferiori del Rodano e della Durance, e comprende la Camargue, la Crau e la pianura di Saint-Rémy de Provence. La vasta pianura della Camargue (750 km2) si stende a forma di triangolo da Arles al mare, tra il Grande Rodano e il Piccolo Rodano. La diversità dei terreni che si affacciano sul Mediterraneo si rispecchia nella natura della costa, che, piatta e monotona dove la Crau e la Camargue si affacciano sul mare, cambia improvvisamente aspetto quando subentrano gli antichi massicci e le alture calcaree; la costa diventa un seguito di promontori a picco sul mare, alternantisi a strette insenature (calanques). Le acque della regione vanno tutte al Mediterraneo o attraverso il Rodano e i suoi affluenti e subaffluenti di sinistra (Durance, Verdon, Bléone), tutti provenienti dalla regione alpina, o direttamente per mezzo dei brevi corsi d’acqua della P. marittima: tra questi il maggiore per la lunghezza di corso è l’Argens (100 km). Se si eccettua la zona montuosa interna, più elevata, nella quale il clima presenta caratteri alpini, tutta la regione ha clima mediterraneo, con inverni miti e umidi e prolungata siccità estiva. Frequenti in inverno le brusche variazioni di temperatura in relazione con il mistral, vento da nord.
Il nome deriva da Provincia (Narbonensis), provincia romana costituita intorno al 122 a.C., detta da Augusto in poi Gallia Narbonensis (➔ Narbona). Invasa e conquistata da Visigoti, Burgundi e Franchi, nel 510 la P. fu occupata da Teodorico. Ritornata ai Franchi dopo la caduta del Regno ostrogoto in Italia, fu agitata da ribellioni e danneggiata da incursioni arabe, culminate nell’occupazione saracena del Fraxinet, durata circa un secolo (890-983). Nella spartizione dell’Impero carolingio alla morte di Ludovico il Pio, la P. toccò a Lotario, che nell’855 ne fece un’unità politica e territorialmente autonoma con il ducato di Lione, assegnandola al figlio Carlo. Tornata a far parte dello Stato franco di Carlo il Calvo, fu assegnata al duca Bosone (876), passando poi al figlio Ludovico il Cieco, che fu però costretto a riconoscere l’autorità dei suoi feudatari e specialmente di Ugo, dal 926 re d’Italia. Questi cedette i suoi diritti ai re di Borgogna, che unirono al loro Stato la P., trascinandola nell’orbita politica del Sacro Romano Impero, del quale divenne parte integrante dal tempo di Corrado II il Salico.
Malgrado questi complicati trapassi da un sovrano all’altro, la regione conservò una sua precisa fisionomia, che si concretò in una vera e propria autonomia politica quando l’ultima erede dei conti di P., Dolcia, sposò nel 1112 Raimondo Berengario, conte di Barcellona, a cui cedette tutti i suoi diritti (1113). La P. perfezionava in tal modo la sua autonomia (12° sec.) e, contemporaneamente, si estendeva in tutte le classi sociali, assumendo spesso il significato di una religione nazionale, l’eresia catara (➔ catari) contro la quale si scatenò una crociata e guerra santa (1209) che, aprendo la strada alla preponderanza politica francese, preparò la fine dell’autonomia politica della Provenza. Il matrimonio tra Beatrice, figlia ed erede di Raimondo Berengario V, e Carlo d’Angiò, legò, per un secolo e mezzo, le sorti della P. a quelle del reame di Napoli, conquistato da Carlo nel 1266. Sotto gli altri sovrani angioini (Carlo II, Roberto, Giovanna I) si ebbe la cessione di Avignone e del Contado Venassino, fatta al papato, che pose la sua sede appunto ad Avignone (1309-77). Nel 1382, alla morte di Giovanna I, le succedeva in Provenza e a Napoli, per l’adozione della regina, Luigi I d’Angiò, che affermò il suo potere in P., fallendo invece nell’Italia meridionale. La P. rimase così ai re titolari di Sicilia (Luigi II, Luigi III, Renato, Carlo III), che vanamente più volte tentarono di ritornare nel Regno di Napoli.
Spezzato il legame dinastico con l’Italia meridionale, la P. venne inserendosi sempre più strettamente nella storia e nella cultura francese, finché Carlo III, morendo (1481), la lasciò in eredità a Luigi XI, re di Francia: nel 1486 fu solennemente proclamata l’unione con la Francia. La P. vide però lentamente diminuire la sua autonomia perdendo, dopo la Rivoluzione francese che la divise in dipartimenti, ogni individualità politica.
P.-Alpi-Costa Azzurra (fr. Provence-Alpes-Côte d’Azur) Regione amministrativa (31.400 km2 con 4.864.015 ab. nel 2007) della Francia sud-orientale, comprendente i dipartimenti Alpes de Haute-Provence, Alpes Hautes, Alpes Maritimes, Bouches du Rhône, Var e Vaucluse. Capoluogo Marsiglia. Corrisponde all’antica P., al Contado Venassino, al principato di Orange, alla sezione meridionale del Delfinato e alla contea di Nizza, e si estende dal Rodano alla frontiera italiana e dalle Prealpi meridionali al Mediterraneo. La regione è tra le più popolate di Francia, grazie anche a una forte immigrazione, ma la popolazione è distribuita in modo molto ineguale, con un’alta concentrazione sulla costa. L’agricoltura produce vini, ortaggi e frutta, primizie e fiori e, nella Camargue, riso. Le principali industrie sono quelle legate alle attività portuali (Marsiglia-Fos e Tolone ne sono i principali centri), le chimiche e le petrolifere. Notevolissima importanza per l’economia regionale ha il turismo, prevalentemente estivo sulla Costa Azzurra e invernale nella regione alpina.