(fr. Avignon) Città della Francia meridionale, capoluogo del dipartimento di Vaucluse.
Nella località dove poi sorse A. colonie massaliote eressero templi dedicati a Eracle e ad Artemide; in età romana Avenio fu uno dei più fiorenti municipi della Gallia Narbonese. Compresa nel 5° sec. nella zona occupata dai Burgundi, possesso degli Ostrogoti (508-536), fu ceduta poi ai Franchi d’Austrasia e, dopo la disgregazione dell’Impero carolingio, fece parte del Regno di Arles (933), dipendendo però dai conti di Provenza. Dichiarata comproprietà di Raimondo Berengario I, conte di Barcellona e di Provenza, e di Alfonso Giordano, conte di Tolosa, gradatamente divenne comune autonomo, ottenendo dal vescovo Goffredo (1154) una carta di libertà comunali, confermata tre anni dopo da Federico Barbarossa. Ma, per il suo atteggiamento favorevole agli Albigesi, duramente provata dalla guerra civile, perse nel 1251 gran parte dei suoi privilegi, finendo poi sotto la signoria di Carlo d’Angiò conte di Provenza. Signori del confinante Contado Venassino erano divenuti dal 1229 i papi, che l’avevano tolto a Raimondo VII conte di Tolosa. Perciò dopo l’incoronazione a Lione (1305), Clemente V accettò l’ospitalità del conte di Provenza ad A., confinante con i possessi papali. Divenuta sede stabile dei successori ( cattività avignonese), A. si trasformò rapidamente in città cosmopolita divenendo la ‘seconda Roma’. Nel 1348 Clemente VI poté acquistarla per 80.000 fiorini d’oro da Giovanna I d’Angiò. Ma ritornata la corte pontificia a Roma (1377), la città, che aveva in pochi decenni decuplicato la sua popolazione, decadde, pur rimanendovi gli antipapi Clemente VII e Benedetto XIII durante lo scisma d’Occidente. Eugenio IV ne organizzò il governo (1433); fu amministrata fino al 1691 da un legato pontificio, poi da vicelegati, subendo temporanee occupazioni da parte dei re di Francia (1663-64, 1668-69, 1768-74), finché il 12 giugno 1790 il vicelegato fu cacciato dal popolo insorto; nel 1791 fu unita alla Francia, annessione ratificata nel trattato di Tolentino (1797).
Nel Medioevo la storia artistica di A. ebbe una rilevanza straordinaria: inquadrata nel più generale contesto provenzale (cattedrale di Notre-Dame-des-Doms, 1140-60; ponte Saint-Bénézet, 1185; cappella dei Templari, sec. 13°), cambiò radicalmente quando i pontefici e la curia si insediarono ad A., trasformandola nella capitale della cristianità. La varietà di imprese artistiche, di committenti e di artisti (come gli italiani M. Giovannetti e S. Martini) ne fecero uno dei centri artistici più significativi d’Europa. Si costruì, in più fasi, un grandioso palazzo pontificio, decorato con magnifici affreschi. Vennero inoltre edificate trentuno livree cardinalizie; notevole in questi anni è la produzione miniatoria e scultorea. Nei sec. 15° e 16° A. fu caratterizzata dal Gotico flamboyant (Petit Palais, Palais du Roure, chiesa di St.-Pierre), mentre in seguito si adeguò al Barocco (Hôtel des Monnais, chiesa dei Gesuiti) e al classicismo settecentesco (Hôtel de Villeneuve-Martignan, poi Museo Calvet; chiesa dell’Oratorio). Numerosi in questo periodo anche i palazzi e le cappelle di confraternite.
A. vanta un’antica tradizione nel campo delle rappresentazioni drammatiche (dal sec. 14°), di cui è erede il Festival di A., fondato nel 1947 da J. Vilar. Si svolge negli spazi dello Chateau des Papes.