(fr. Lyon) Città della Francia (472.305 ab. nel 2006; 1.430.000 nel 2007 considerando l’intera agglomerazione urbana), capoluogo del dipartimento del Rodano (Rhône), situata alla confluenza della Saona con il Rodano. Il territorio che la circonda è formato da un insieme di altopiani, fra i quali i due fiumi hanno scavato le loro valli, la prima, a monte di L., stretta e incavata, la seconda, dopo il loro congiungimento, più allargata. La regione non è molto fertile e quindi non si è sviluppata l’agricoltura. La posizione geografica è invece favorevole alle industrie e ai traffici: la Saona apre la via verso la Borgogna e Parigi, e, tramite l’affluente Doubs, quella verso l’Alsazia; il Rodano apre l’accesso alla Svizzera e, con i suoi affluenti savoiardi, all’Italia. Un fascio di strade confluisce a L.: da ciò il primato commerciale che esercitò specie fra il 15° e 17° sec. In seguito declinò la sua funzione di mercato e posto di rifornimento, ma i capitali accumulati permisero la formazione di grandi industrie: quelle della seta, del cotone, chimiche e metalmeccaniche (coloranti, superfosfati, glicerina, materiale fotografico, prodotti farmaceutici, costruzioni aeronautiche, carrozzerie per automobili), alimentari, editoriali, elettrotecniche, del cuoio, della carta e del vetro.
L’elevato tenore di vita creato da una tale struttura economica, e che riconosce il suo fulcro finanziario nel Crédit Lyonnais (banca fondata nel 1506, la più antica della Francia), si riflette pure sul rilievo culturale della città (la cui università, fondata nel 1808, è una delle principali del paese) e sulla nascita di una quantità di industrie minori di articoli di pregio, diventate tipiche di L. (lavori di oro e di argento, vetrerie fini, vini speciali, cioccolato). Tradizionale polo produttivo e nodo di traffici della Francia meridionale, L. partecipa a un programma di integrazione internazionale rivolto all’attuazione di iniziative produttive, commerciali e sociopolitiche insieme ad altre importanti regioni dell’Europa occidentale, quali la Catalogna in Spagna, la Lombardia in Italia e la Baviera in Germania.
L. fu fondata sul luogo di un villaggio celtico da Lucio Munazio Planco nel 43 a.C. Divenne subito capitale, con il nome di Lugdunum, della Gallia Lugdunensis e centro economico e militare di grande importanza. Sede di una delle più antiche comunità cristiane, fu teatro di una violenta persecuzione sotto Marco Aurelio (177). Verso la metà del 5° sec. fu saccheggiata dagli Unni di Attila; nel 458 l’occuparono i Visigoti, con re Teodorico II. Poco dopo, nel 478, i re dei Burgundi vi stabilirono la loro capitale, che vi rimase fino alla conquista franca di quel regno, sulla fine del secolo successivo. Subì le incursioni dei Saraceni (8° sec.) ma conobbe nuovo sviluppo con Carlomagno, diventando poi (879) capitale della Provenza. Nel 1032 passò dalle dipendenze feudali della casa di Borgogna a quelle dell’arcivescovo Burcardo, sotto l’alta sovranità dell’Impero; ma la potenza del suo capitolo arcivescovile crebbe rapidamente, fino a svincolarsi del tutto dalla subordinazione imperiale (1173), superando anche la concorrenza dei conti del Lionese e del Forez. Con Pietro Valdo e con i cosiddetti Poveri di L. sorse a L. il movimento religioso-sociale dei Valdesi. Nei primi decenni del 13° sec. la borghesia cittadina si sollevò contro il governo ecclesiastico, riuscendo a ottenere (1228) le prime franchigie comunali; i conflitti interni continuarono finché, con Filippo il Bello, la città non fu annessa al Regno di Francia (1307). Qualche anno dopo, l’introduzione dall’Italia della lavorazione della seta avviò la città al suo grande sviluppo industriale, tutelato dal 1320, con la prima organizzazione del Comune, da ampie libertà statutarie. I protestanti si impadronirono di L. nel 1562; subì poi (1572) le sanguinose ripercussioni della strage di s. Bartolomeo, divenendo ben presto uno dei baluardi della lega cattolica. La revoca dell’Editto di Nantes (1685) la privò di gran parte delle sue maestranze migliori, di religione protestante. Durante la Rivoluzione, i realisti organizzarono L. a caposaldo della loro ribellione al governo repubblicano; la città cadde nelle mani del generale F.-É.-C. Kellermann (1793). Durante le guerre napoleoniche fu occupata dagli Austriaci.
La città romana era sulla collina di Fourvière (Forum Vetus): il cardo e il decumano si incrociavano presso il foro. Resta il teatro, sul fianco del colle (fine del 1°-2° sec. d.C.); odeon (forse adrianeo); taberne e un grande edificio (forse tempio di Cibele); una basilica funeraria e alcuni mausolei. Quattro acquedotti alimentavano la città, uno adrianeo lungo 70 km con serbatoi e sifoni. Molto rimaneggiate le cripte di S. Ireneo (il più antico monumento paleocristiano nella Gallia, 3° sec.), e S. Martino d’Ainay (12° sec.). L’attuale edificio della cattedrale di S. Giovanni (con resti dei sec. 11°-12°) fu iniziato nella seconda metà del 12° e terminato nel 15° sec.; celebri decorazioni e vetrate; prezioso il Tesoro, conservato nel vicino Palazzo dei cantori. Sono da ricordare anche S. Paolo (11°-13° sec.); S. Niziero, di stile gotico fiorito; S. Bonaventura (1315-1418); S. Bruno (18° sec.); la basilica di Fourvière (1872-84). Tra i palazzi, quello d’Amé de Pierrevive, rinascimentale (museo storico della città). L’antico ospedale ha una facciata disegnata da J.-G. Soufflot (1741). Celebre il Palazzo comunale (S. Maupin, 1655; rimaneggiato da J.-H. Mansart e R. De Cotte). L’ex abbazia di S. Pietro (1659-85) è sede del Musée des Beaux-Arts, con importantissime collezioni di sculture e pitture. Nel Musée de la Civilisation Gallo-Romaine (in un edificio del 1975 di B. Zehrfuss) reperti dal Neolitico all’Alto Medioevo. Il Musée Historique des Tissus è una collezione unica al mondo. Imponente la ristrutturazione di J. Nouvel (1986-93) del Teatro dell’Opéra.
Concili di L. Il primo storicamente accertato fu tra il 475 e il 480 contro il predestinazionismo del prete Lucio.
Nel 1245 si tenne a L. il XIII Concilio ecumenico, che si inserisce nel contrasto tra Innocenzo IV e Federico II e si concluse con la scomunica di Federico.
Il XIV Concilio ecumenico (1274) rappresenta uno dei più importanti tentativi per l’unione della Chiesa greca alla latina; alla presenza di Gregorio X (tra i presenti erano s. Bonaventura, s. Alberto Magno, Pietro di Tarantasia, s. Filippo Benizzi; Tommaso, anch’egli invitato, morì durante il viaggio), anche la delegazione greca (condotta dal patriarca Germano di Costantinopoli) riconobbe l’eterna processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio e il primato della Chiesa di Roma. Ma l’accordo durò pochi anni.
Consulta straordinaria di L. Assemblea di notabili (erano 440 e vi prevalevano i Lombardi) della Repubblica Cisalpina, scelti dai 3 collegi elettorali di commercianti, scienziati e grandi proprietari, convocati a L. nel 1801 da Napoleone Bonaparte, per discutere e approvare l’organizzazione della Cisalpina. I lavori furono diretti da Talleyrand e si ridussero a una formalità: tutto era stato già fissato in precedenza e ai deputati non rimase che ratificare la volontà del primo console che, il 25 gennaio 1802, fu designato presidente della Repubblica. In tale occasione A. Volta, deputato, presentò a Napoleone la sua pila.
Trattato di L. Concluso il 17 gennaio 1601, pose termine al lungo conflitto originato dall’occupazione del marchesato di Saluzzo, appartenente alla Francia, da parte di Carlo Emanuele I di Savoia (1588). Il trattato lasciò Saluzzo al duca che dovette cedere però alla Francia la Bresse, il Bugey, il Valromey e il Gex. L’annessione di Saluzzo consolidò il ducato di Savoia, rendendone più compatto il territorio.