(sp. Barcelona) Città della Spagna nord-orientale (1.595.110 nel 2007), situata sulla costa mediterranea, fra il delta del fiume Ebro (costa di Ponente) e i Pirenei catalani (costa di Levante), capoluogo della Catalogna e della provincia omonima.
Nucleo di polarizzazione di una regione urbanizzata comprendente centri come Hospitalet, Tarrasa, Sabadell, Badalona, in un certo senso B. s’identifica con la Catalogna, essendo arrivata a concentrare circa il 90% della popolazione della provincia e poco meno del 70% di quella dell’intera regione. Metropoli tipicamente regionale per la grande determinazione posta nell’affermare e rivendicare sempre maggiore autonomia alla propria comunità, è anche metropoli nazionale e, forse ancor di più, transnazionale, poiché la sua area di interessi e la fitta rete di intense relazioni travalicano abbondantemente i confini della Spagna per estendersi a gran parte dell’Unione Europea. Di questa rappresenta una delle più felici espressioni di sviluppo; uno sviluppo per molto tempo anomalo in un ambito, come quello mediterraneo, che è rimasto a lungo marginale e in cui B. ha sempre rappresentato un’oasi di industrializzazione e di ricchezza.
La città si estende lungo la costa, tra i corsi dei fiume Besós e Llobregat, da NE a SO ed è dominata a S dalla caratteristica collina del Montjuich; nella sua espansione verso l’interno si trova ostacolata dai rilievi costieri (culminanti nel Tibidabo, 532 m). Il clima è mediterraneo, con temperatura media annua di 16 °C e scarse precipitazioni. Il nucleo centrale include la zona che va dal porto a piazza di Catalogna; la città moderna si estende oltre questa piazza, con ampie vie a scacchiera. Il fervore economico e culturale che contraddistingue la città, unitamente alle esigenze imposte dalla crescita demografica e topografica, ha prodotto un marcato rinnovamento urbanistico, al quale ha contribuito la necessità di impianti e di infrastrutture per i Giochi Olimpici di cui B. è stata sede nel 1992. La costruzione delle infrastrutture per i Giochi, iniziata nel 1980, ha interessato l’intera fisionomia urbana, rinvigorendo il tradizionale fervore sia della città sia della Catalogna stessa.
Le industrie operano principalmente nei settori tessile (cotonificio soprattutto, lanificio meno importante), chimico (soprattutto si produce acido solforico), meccanico (costruzioni automobilistiche, ferroviarie, aeronautiche, navali), cartario, in ripresa nell’hinterland l’artigianato tradizionale della ceramica, vetro e ferro battuto. Il porto di B., da sempre il principale della Spagna (si estende per circa 140 km di costa), e ripetutamente ingrandito per soddisfare le crescenti richieste, è diventato negli ultimi anni uno dei più importanti del Mediterraneo per il traffico dei container. Il traffico portuale è legato all’esportazione dei prodotti, soprattutto dell’industria automobilistica (SEAT-Volkswagen, Renault), ma anche agricola e all’importazione, in massima parte di materie prime per l’industria. Notevole anche l’attività peschereccia. Il turismo cittadino è aumentato grazie anche alla vicina Costa Brava. B. è il secondo aeroporto internazionale del paese, dopo quello di Madrid. La città è sede, infine, di istituzioni culturali (fra cui due università) e di organismi finanziari (borsa) e decisionali, oltre che importante centro dell’editoria.
La provincia di B. (7733 km2 con 5.332.513 ab. nel 2007) include quasi integralmente il bacino dei fiumi Llobregat e Besós, oltre a 140 km di fascia costiera.
L’antica Barcĭno nel paese dei Leetani, caduta sotto i Romani all’inizio della Seconda guerra punica, ebbe il nome di Colonia Faventia Iulia Augusta Patricia Barcino sotto Augusto. Nell’antichità fu insieme ad Almeria un centro minerario e portuale per l’esportazione del piombo argentifero.
Nell’alto Medioevo ebbe notevole importanza religiosa, economica e politica, quale sede provvisoria del governo visigoto dopo il 415 e capoluogo della Marca hispanica franca (801). Divenne poi il centro della contea di B., importante per la lotta contro gli Arabi e per l’attività commerciale. Fra il sec. 12° e il 14° intensificò le relazioni con tutti i porti del Mediterraneo, divenendo il deposito generale delle spezie per Catalogna e Aragona. La funzione economica della città, promossa da un organismo amministrativo autonomo (Consiglio dei cento) e tutelata da un proprio tribunale per le controversie marittime e commerciali (Consolato del mare), influì sulla politica estera dei re d’Aragona, volta sin dalla prima metà del sec. 13° alla conquista del Mediterraneo, e dal sec. 15° B. rivendicò anche una sua politica autonoma.
Dopo la rivoluzione del 1461-72 contro Giovanni II d’Aragona, la città si sottomise nuovamente alla corona e agli inizi del regno di Carlo V fu punto di appoggio di un sistema politico-finanziario che, attraverso Genova, legava Lombardia e Germania alla Spagna. Ma nel sec. 17°, di fronte alla fiscalità regia, si sollevò proclamando l’autonomia, protetta dalla Francia che peraltro la occupò insieme alla Catalogna tra 1640 e 1652; si oppose poi all’instaurazione dei Borboni durante la guerra di Successione spagnola; conquistata da Filippo V nel 1714, perse l’autonomia. Tuttavia dai Borboni ebbe aperto il libero commercio con l’America (1778) e nel sec. 19° divenne il massimo centro industriale della Spagna.
Occupata dalle truppe napoleoniche (1808-13), poi teatro di sollevazioni autonomiste (1868, 1873-74), nel 1909 vi ebbero luogo violente agitazioni anticlericali, duramente represse. Centro di un grande movimento anarco-sindacalista, poi fulcro della resistenza antifranchista della Catalogna, vide anche violenti scontri tra comunisti da una parte, anarchici e trotzkisti dall’altra (1937). Violentemente bombardata dall’aviazione italiana (1938), fu conquistata dai falangisti nel 1939.
Il tracciato regolare della città romana, circondata di mura, con il foro, il cardine e il decumano, è riconoscibile sull’impianto della città; si hanno resti di costruzioni romane, del tardo Impero e del periodo visigoto. Lo sviluppo di B. nel tardo Medioevo è testimoniato da importanti monumenti, tra i quali l’imponente cattedrale, S. Eulalia (sec. 9°, 10° e infine 1298-1541), suggestiva per lo slancio delle volte ogivali, con deambulatorio e cappelle poligonali (nel tesoro, Messale miniato, detto di S. Eulalia, sec. 15°), S. Maria del Mar (1329-83), il monastero di S. María de Pedralbes (1326), complesso gotico-catalano. Tra gli edifici civili sono il palazzo della deputazione di Catalogna (sec. 14°-16°), l’Ayuntamiento (sec. 15°), il palazzo del viceré (A. Carbonell, 1549-55). Notevoli realizzazioni segnano il sec. 18° (resti della cittadella, 1714-19; impianto di Barceloneta, 1753) e il 19°, con il piano di rinnovamento urbanistico di I. Cerdá (1859). Il modernismo ha lasciato la sua impronta, oltre che con la grande personalità di A. Gaudí i Cornet, con le sue case d’abitazione e la chiesa della Sagrada Familia (in costruzione dal 1883), anche con l’opera di L. Domènech i Montaner (Palau de la Música Catalana, 1904-08) e di J. Puig i Cadafalch. Gli anni 1930 vedono la realizzazione di limpide opere razionaliste, dai padiglioni per l’Esposizione del 1929 di L. Mies van der Rohe alle opere del GATCPAC (➔). Dagli anni 1980 una vivace attività costruttiva e una nuova politica urbanistica hanno impegnato i più significativi architetti catalani e internazionali, con il rinnovamento e la sistemazione ambientale dei quartieri e del litorale (Les Glories, con la torre Agbar di J. Nouvel; Moll d’España di A. Viaplana e H. Piñon, 1995; Forum Universal de las Culturas, 2004, con il Forum Building di Herzog & De Meuron; parco litorale Nord di Abalos & Hereros).
Tra le importanti istituzioni culturali , il Museu Nacional d’Art de Cataluña, di grande valore in particolare per la pittura romanica; il Museu d’Art Contemporani; i musei Picasso e Gaudí; le fondazioni J. Miró e A. Tàpies; la Fundació La Caixa, sede espositiva di arte contemporanea.
Contea di B. Fondata nell’801 da Carlomagno, fece parte del ducato di Settimania nel Regno d’Aquitania. Fra i conti si ricordano: Bera (801-820), figlio di Guglielmo I duca di Tolosa; Bernardo, conte fino all’844; Alderán (848-852), che combatté contro i Mori; Unfredo (857-858), che avendo tentato di ribellarsi ai Carolingi fu deposto da Carlo il Calvo; gli succedettero Salomone (858-871); Vilfredo detto il Peloso; Vilfredo II, Miró e Suniario, che regnarono dall’898 al 947. La contea passò poi alla casa di Urgel. Tra questi conti si ricordano Raimondo Berengario I (1035-76), che ingrandì lo Stato con territori strappati agli Arabi; Raimondo Berengario II (1076-82); suo figlio Raimondo Berengario III (1086-1131), che conquistò Ibiza e Maiorca; Raimondo Berengario IV (1131-62), che sposando Petronilla d’Aragona determinò la fine dell’autonomia della contea, rimasta nominalmente sotto la sovranità francese fino al trattato di Corbeil (1258).
Trattati di B. Concluso il 19 gennaio 1493 tra Ferdinando d’Aragona, Isabella di Castiglia e Carlo VIII di Francia, stabiliva la cessione della Cerdeña e del Rossiglione in cambio della neutralità nella conquista francese del Regno di Napoli.
Firmato il 20 giugno 1529, stabiliva la pace fra Carlo V, che garantiva la restituzione alla Chiesa delle città usurpate da Venezia e Ferrara e la restaurazione dei Medici a Firenze, e Clemente VII, che prometteva la corona del Sacro Romano Impero e l’investitura del Regno di Napoli.