Città della Spagna (6.497.124 ab. nel 2018), capitale dello Stato e capoluogo dell’omonima provincia. Situata nella Nuova Castiglia, sorge sulla Meseta, alle pendici meridionali della Sierra de Guadarrama, ed è lambita a O e a SO dal fiume Manzanares. Posta a 580-696 m s.l.m., è la più elevata delle grandi capitali d’Europa. Accresciutasi soprattutto per l’intensa immigrazione, ha inglobato la maggior parte degli altri centri della provincia e si estende su quasi tutto il territorio di questa, che coincide con la comunità autonoma di M. (8028 km2 con 6.271.638 ab. nel 2008).
Il clima è tipicamente continentale, con inverni rigidi ed estati assai calde; le precipitazioni, molto scarse (420 mm l’anno), sono più frequenti in primavera. Lo sviluppo vero e proprio della città, iniziato nella metà del 16° sec., fu costantemente legato a ragioni politiche e amministrative, così che la città di M. si può considerare una tipica capitale artificiale, creata nel centro geografico della Spagna, in posizione adatta al controllo delle forze centrifughe, manifestatesi nelle province periferiche, e delle tendenze autonomistiche dei grandi proprietari terrieri. La popolazione madrilena, che contava 540.000 ab. all’inizio del Novecento, si era triplicata già nella prima metà del secolo, registrando un progressivo notevole incremento fino all’inizio degli anni 1980. Nella struttura urbana di M. si possono riconoscere le varie fasi del suo sviluppo: il nucleo più antico della città, dalle vie strette e tortuose, si irradia quasi a ventaglio dai pressi del Palazzo Reale, posto a breve distanza dal Manzanares, dove il fiume è traversato dal ponte per Colmenares. Nodo delle direttrici di comunicazione è la piazza detta ‘Puerta del Sol’, da dove si diramano le grandi calles che prendono nome dagli antichi luoghi di destinazione extraurbani: città (Toledo, Alcalá, Fuencarral ecc.) o santuari (Atocha, San Jerónimo ecc.). Il Paseo de la Castellana costituisce l’asse della città moderna. Le maggiori direttrici di sviluppo sono verso N e NE (aeroporto di Barajas): sono ormai stati inglobati i quartieri, extraurbani, di Cuatro Caminos e Ciudad Lineal. Molto rapido è l’accrescimento anche verso SE (Vallecas) e S (Carabanchel). Lungo il lato occidentale, oltre la città universitaria, lo sviluppo viene condizionato dal corso del Manzanares e dal grande parco della Casa de Campo.
Centro finanziario e commerciale importante, M. ha visto sorgere, a partire dagli anni 1960, nelle frange periferiche, notevoli impianti di industrie meccaniche (montaggio di autoveicoli, aeromobili), tessili, chimiche, elettriche, alimentari, del tabacco e della carta. Città tradizionalmente terziaria (soprattutto in quanto sede di servizi politico-amministrativi e culturali), poi sviluppatasi anche come polo industriale (in particolare per il ramo automobilistico), agli inizi del 21° sec. M. si qualifica di nuovo come grande centro di attività terziarie e quaternarie, soprattutto nel campo della finanza e della ricerca, nonché come metropoli di grande attrattiva turistica e città d’arte straordinariamente ricca di beni culturali (basti pensare ai suoi musei rinomatissimi anche per l’efficienza organizzativa, alla sua struttura urbanistico-architettonica opportunamente rinnovata negli anni 1980 e 1990, al complesso dell’Escorial, inserito dall’UNESCO fra i beni patrimonio dell’umanità).
M., che un tempo, a dispetto della sua posizione centrale nel paese, soffriva di un certo isolamento, è oggi collegata con altre parti della Spagna (specialmente orientale e meridionale) attraverso linee ferroviarie ad alta velocità. Il suo aeroporto internazionale è il primo del paese e il quinto in Europa (circa 45 milioni di passeggeri).
La città è ricordata la prima volta nel 931, quando il re leonese Ramiro espugnò una fortezza araba (denominata Maçrêt) alla frontiera castigliana; riconquistata da Alfonso VI re di Castiglia (1083), ebbe scarsa importanza fino al 15° secolo. Nel 1561 Filippo II vi trasferì la corte, facendone la capitale dell’impero spagnolo. Nel 1808 la città si sollevò contro G. Murat; l’insurrezione fu domata nel sangue e Napoleone ristabilì il fratello Giuseppe sul trono.
Durante la guerra civile del 1936-39, M. fu teatro di violenti combattimenti fra le truppe governative del colonnello Casado e i comunisti; le trattative d’armistizio con Franco fallirono per la richiesta franchista di resa incondizionata e M., attaccata dalle truppe nazionaliste, capitolò.
L’11 marzo 2004 M. è stata oggetto di un gravissimo attentato terroristico da parte di fondamentalisti islamici legati ad al-Qua’ida, che ha provocato 190 morti e 1400 feriti.
Trattato del 1526 Concluso tra Carlo V e Francesco I di Francia (fatto prigioniero nella battaglia di Pavia), sancì la libera comunicazione commerciale tra i sudditi dei due sovrani, la rinuncia di Francesco alla Borgogna e a ogni sua pretesa in Italia. Dopo la sua liberazione, il re di Francia dichiarò il trattato nullo e riprese le ostilità. Trattato del 1621 Concluso tra Francia e Spagna per la questione della Valtellina, sancì da parte della Spagna la cessione della Valtellina alle leghe dei Grigioni.
Trattato del 1733 Stipulato tra Francia e Piemonte da una parte e Filippo V di Spagna dall’altra, durante la guerra di successione di Polonia, impegnò la Spagna a intervenire nella guerra, dietro la promessa delle Due Sicilie per Carlo, primogenito di Elisabetta Farnese, e di Parma e della Toscana per il secondogenito Filippo. Trattato del 1750 Concluso tra Spagna e Inghilterra, ristabiliva un trattamento preferenziale delle navi inglesi nei porti spagnoli.
Pace del 1801 In seguito all’invasione spagnola ai danni del Portogallo, con essa il Portogallo si impegnava a escludere le navi inglesi dai suoi porti. Trattato del 1844 Concluso tra il Cile e la Spagna, segnò il riconoscimento ufficiale da parte della regina Isabella dell’indipendenza del paese sudamericano.
Il centro antico della città, di dimensioni ridotte ancora al tempo di Carlo V, ampliato sotto Filippo II, fu trasformato solo con Carlo III e i successivi Borboni, che con un imponente piano urbanistico dotarono finalmente M. di grandiosi edifici, di strade ben curate, di giardini e di servizi pubblici. Alla fine del 19° sec. la città iniziò ad ampliarsi, attirando nella sua orbita villaggi vicini mentre il vecchio centro cambiava aspetto, con lo sventramento di interi quartieri e con l’apertura di nuove arterie (la Gran Vía, terminata nel 1930).
Tra gli edifici anteriori all’epoca di Filippo II i maggiori sono: l’ospedale, detto della Latina (1500 ca.; portale gotico); S. Genesio (ricostruita nel 1645; dipinti di A. Cano e di El Greco); la casa dei Lujanes (16° sec.); la cappella del Vescovo (1520); S. Gerolamo Reale, di stile gotico castigliano tardo; la casa dei Cisneros (16° sec.). Unici resti di architettura mudéjar laterizia sono le torri di S. Pietro e di S. Nicola. Al tempo di Filippo II risalgono il grandioso monastero delle Scalze (1560), il collegio di Donna Maria d’Aragona (fondato nel 1590), il convento della Ss. Trinità (1590-1680). Importante fu l’attività di J. Gómez de Mora (convento e chiesa delle Agostiniane), dal 1611 capomastro delle opere reali sotto Filippo III. In quest’epoca l’architettura madrilena fu caratterizzata dal gusto severo di J. Herrera, che continuò in parte anche con Filippo IV (S. Isidoro Reale, edificata da F. Bautista, 1625-51), committente del Buen Retiro, grande palazzo con parchi, padiglioni, teatri ecc., di cui oggi resta solo una parte. Tipico dello stile che potrebbe dirsi «dei Filippi d’Austria» è il palazzo della Casa Concistoriale (1640); Gómez de Mora iniziò l’originale Plaza Mayor (1617), al cui centro s’innalza una statua equestre di Filippo III (Giambologna e P. Tacca). Notevoli inoltre S. Antonio dei Portoghesi (P. Sánchez, 1624; dipinti di J. Carreño de Miranda e di L. Giordano), S. Gaetano (od. S. Millán), costruito sotto la direzione di J. de Churriguera.
Nel 1735 Filippo V chiamò a Madrid F. Iuvarra a dirigere le fabbriche reali: suo il progetto del Palazzo Reale di cui non poté curare la costruzione, condotta a termine da G.B. Sacchetti e V. Rodríguez. Di fronte al palazzo sorge una statua equestre di Filippo IV di P. Tacca (1640); all’interno, notevoli affreschi di G.B. Tiepolo, di C. Giaquinto e di A.R. Mengs. Sotto Ferdinando VI il genere praticato da Sacchetti continuò (convento delle Salesiane, costruito nel 1750 da F. Carlier, poi palazzo di Giustizia). Nel 18° sec. particolare importanza ebbe l’opera di Rodríguez (S. Marco, 1749; convento di S. Egidio; palazzo del Duca di Liria; quattro fontane nella passeggiata del Prado ecc.). L’architetto più rappresentativo di Carlo IV fu J. de Villanueva, che costruì il museo del Prado, il teatro del Príncipe, l’ingresso al giardino botanico. A J. Marquet si deve il palazzo del Ministero degli Interni presso la Puerta del Sol. Nel santuario di S. Antonio della Florida (1792), affreschi di F. Goya. Tra gli architetti del 19° sec.: A. López Agnado (Porta di Toledo, 1813-27); N.P. Colomer (Camera dei Deputati e Palazzo Vergara); il marchese de Cubas (Palazzo López-Doriga e del Duca di Sexto).
Per l’architettura contemporanea si ricordano: significative opere di E. Torroja (ippodromo di Zarzuela, 1935; stadio di Las Cortes e deposito di carbone dell’Istituto de la Construcción, 1951); le nuove costruzioni della Città universitaria progettate da M. Fisac e il padiglione spagnolo di Bruxelles (1958) di J.A. Corrales e R. Vázquez Molezún, ricostruito nella Feria del Campo; a R. Moneo si devono la stazione ferroviaria di Atocha (1992) e l’ampliamento del Prado (2007); a J. Nouvel l’ampliamento del Museo Reina Sofia (2005).
Di notevole rilievo è l’attività delle arazzerie, attive a M. sin dal 16° secolo.
Tra i musei, oltre al Prado (imponente collezione di pitture italiane, spagnole, fiamminghe) e al Museo Reina Sofia (che dal 1991 ha annesso il Museo d’arte contemporanea), si ricordano il Museo d’arte moderna (opere dei sec. 18°-19°) e il Museo Thyssen-Bornemisza (nel palazzo di Villahermosa, ristrutturato da R. Moneo nel 1992 e collezione di pittura rinascimentale e barocca, con capolavori dell’arte contemporanea). Ancora per l’arte contemporanea vanno ricordati la Fundación Cultural Mapfre Vida, il Circulo de bellas artes e il Canal de Isabel II. Importanti anche il Museo dell’accademia di S. Ferdinando e il Museo Archeologico (dalla preistoria all’arte ispano-araba; porcellane della manifattura del Buen Retiro).
Fra le biblioteche: la Biblioteca Nazionale (1712, già Biblioteca Reale); la Biblioteca dell’Università (fondata nel 1341); la Biblioteca del Palazzo (già Real Particular, costituita al tempo di Filippo V).