Scultore (Carrara 1577 - Firenze 1640). Allievo e collaboratore del Giambologna, alla morte di questo fu nominato "statuario" di corte e attese a importanti commissioni, rivelandosi il più notevole scultore toscano del tempo. Con estrema padronanza della fusione in bronzo, realizzò per la base del monumento a Ferdinando I in Livorno di G. Bandini le figure dei Quattro mori incatenati (1614-24): il loro possente realismo e l'abilità compositiva, apparentemente innovativi, mostrano chiari legami con la tradizione manierista. Tra le altre sue opere: le due fontane con i mostri marini (1629), destinate a Livorno e poi poste nella piazza dell'Annunziata a Firenze; le statue di Ferdinando I e Cosimo II nella cappella dei Principi presso S. Lorenzo a Firenze; il monumento equestre a Filippo III e quello, più audace nella composizione, di Filippo IV (1634-40) a Madrid. n Suo figlio Ferdinando (Firenze 1619 - ivi 1686), scultore, architetto e scenografo, portò a termine le statue incompiute del padre; lavorò in S. Stefano, dove realizzò anche il paliotto bronzeo con la Lapidazione di s. Stefano; è autore tra l'altro del crocefisso bronzeo nel duomo di Prato e della fontana del Bacchino pure a Prato (ora nella Galleria Comunale).