Figlio (Valladolid 1527 - Escorial 1598) di Carlo V e di Elisabetta di Portogallo. Ereditò dal padre i vasti domini in Europa e nelle Americhe, eccetto il titolo di imperatore e il trono asburgico. Con la Pace di Cateau-Cambrésis (1559) si assicurò, con il possesso delle Fiandre e di buona parte dell'Italia, il predominio sull'Europa, difeso contro i turchi a Lepanto (1571). Occupato il Portogallo (1580) e unificata la Penisola Iberica, dovette fronteggiare (1581) la vittoriosa rivolta delle Fiandre. Campione del cattolicesimo più intransigente, intervenne contro l'Inghilterra dopo l'esecuzione di Maria Stuarda, ma la sua Invincibile Armata fu battuta (1588), determinando il crollo della potenza marittima spagnola. In Spagna attuò una dura repressione delle minoranze di ebrei e arabi, condotta in nome dei principi più rigidi della Controriforma.
Crebbe in Spagna; nel 1543 il padre gli affidò il governo dello stato come reggente; nel 1549 ricevette il giuramento di fedeltà degli stati fiamminghi. Vedovo (1545) della cugina Maria Emanuela di Portogallo, sposò, per volontà del padre, l'anziana Maria la Cattolica, regina d'Inghilterra, ma il matrimonio, non avendo dato eredi, non cancellò i diritti al trono della protestante Elisabetta. L'abdicazione di Carlo V, che aveva affidato al fratello Ferdinando l'impero, permise a F. II, concentrando le sue forze, di risolvere i var problemi della sua successione. Fortunate azioni militari (famosa fra tutte la battaglia di S. Quintino, 1557) gli permisero di ottenere la pace di Cateau-Cambrésis (1559). Rimasto ancora vedovo nel 1559, si stabilì per sempre in Spagna, dove instaurò il più rigido assolutismo. Accentratore inflessibile, da Madrid, ch'egli trasformò in una grande capitale, dominò con mano ferrea, frantumando le tradizionali libertà, specie dell'Aragona e delle Fiandre, limitando la potenza del clero e della nobiltà; distrusse col tribunale dell'Inquisizione ogni traccia di protestantesimo, e disperse nel cuore della Castiglia i moriscos del regno di Granada. Desideroso forse sinceramente di pace, aveva sposato in terze nozze Elisabetta di Valois, figlia di Enrico II di Francia (1559); poi, per toglier forza all'alleanza franco-scozzese, cercò di aver amica la pur protestante regina Elisabetta d'Inghilterra. Continuava invece implacabile la lotta contro i Turchi, che doveva avere come suo più glorioso episodio la battaglia di Lepanto (1571). Pur non mirando mai al titolo imperiale, mantenne la direzione della casa d'Asburgo, rafforzando anche i vincoli di parentela con il ramo tedesco, sposando in quarte nozze Anna d'Austria, figlia di Massimiliano II. Ma si sforzò soprattutto di dare piena unità politica alla penisola iberica, facendone uno stato nazionale e occupando il Portogallo. Mentre provvedeva a far riunire di nuovo il concilio di Trento, manteneva nei suoi stati la Chiesa sotto controllo, e permetteva che in Scozia si aiutassero i calvinisti contro gli Stuart amici dei Francesi. Ma poi, di fronte alla politica offensiva dell'Inghilterra, alla minaccia della guerra civile in Francia, alla rivolta delle Fiandre, il suo interesse politico venne a coincidere sempre più saldamente con la sua missione di campione del cattolicesimo, e l'assolutismo si sposò alla più fanatica intolleranza religiosa. La rivolta politico-religiosa delle Fiandre, sostenuta dall'Inghilterra, nonché dalla Francia che sperava di ottenerne il trono, determinò la crisi della politica estera di F. II. Mentre svanivano i suoi progetti d'influenza sulla Francia con la conversione al cattolicesimo di Enrico IV, la sua Invincibile Armata, inviata contro l'Inghilterra, fu distrutta dalla tempesta (1588) e crollò così la potenza marittima spagnola. La stessa Chiesa reagiva al tentativo compiuto da F. di farla suo strumento di politica. Così F., esaltato da alcuni per la sua dedizione alla causa del cattolicesimo e della Spagna, odiato da altri per il suo carattere chiuso, diffidente, crudele, fatto responsabile della tragedia che spinse alla ribellione il figlio Carlos e al tradimento il suo più intimo consigliere Antonio Pérez, è il sovrano che conclude foscamente l'ultimo tentativo di egemonia spagnola.