(ted. Augsburg) Città della Germania (262.512 ab. nel 2006), nella Baviera, posta a 486 m s.l.m., alla confluenza dei fiumi Lech e Wertach. È la terza città più popolosa della Baviera, dopo Monaco e Norimberga. Centro di grande importanza storico-religiosa, artistica e culturale (sede di musei, biblioteche, teatri, istituti di istruzione superiore e, dal 1970, di università); vanta anche una solida struttura economica, con attività industriali nei settori metallurgico, meccanico (costruzioni automobilistiche e aeronautiche; macchinari), alimentare, chimico, tessile (tradizionali le lavorazioni di lana e cotone) e della produzione di carta. Il clima, come nell’intera Baviera, è mite rispetto alle medie tedesche. Rilevante nodo di comunicazioni ferroviarie e stradali.
Fondata da Druso nel 15 a.C. (Augusta Vindelicum), fu importante base militare; cristianizzata prima di Costantino, sede di vescovato dal 6° sec., occupata dagli Alamanni verso il 500, dal 536 fu sotto il protettorato dei Franchi, che nel 740 ca. la incorporarono. Le mura fatte erigere dal vescovo Ulrico resistettero agli Ungari nel 955, quando Ottone I la liberò. Subì gravi distruzioni alla fine dell’11° sec. durante la lotta per le investiture, in cui stette dalla parte imperiale così come ai tempi di Federico II. Nel 1276 divenne libera città imperiale. Nel 15° sec. e nella prima metà del 16° si distinse per l’attività delle sue case di commercio e bancarie (Fugger e Welser) e per qualche tempo fu centro delle relazioni commerciali con l’Italia e l’Oriente. Le perdite di capitali delle banche e lo sviluppo commerciale olandese ne determinarono la decadenza, mentre la Riforma la vide teatro d’importantissimi avvenimenti; nel 1547 fu ricondotta all’obbedienza a Roma da Carlo V. Assediata durante la guerra dei Trent’anni dagli Svedesi (1632), si arrese tre anni dopo alle forze imperiali. In seguito alla pace di Presburgo fu unita alla Baviera (1806). Fu gravemente colpita nella Seconda guerra mondiale.
La fisionomia della città è caratterizzata dal suo aspetto rinascimentale e barocco. Scarse le testimonianze archeologiche del periodo romano, mentre restano strutture architettoniche romaniche e gotiche. La cattedrale carolingia fu riedificata per ben sei volte fino al 1431 (porta bronzea, 11° sec.; vetrate, sec. 12°). Centro della città cinquecentesca era il gotico Rathaus (ricostruito da E. Holl, 1615-20). Notevoli i palazzi di famiglia dei Fugger (sec. 15°-16°), la cappella (1509-18) da loro commissionata in S. Anna (sec. 15°-18°) e le case fatte costruire da J. Fugger (ca. 1520) per famiglie bisognose. Intorno al 1600 le strade principali furono ornate da numerose fontane. Tra i sec. 16° e 18° ebbero sede ad A. fiorentissime botteghe di orafi e argentieri.
Confessione di A. Nome con il quale si indica la redazione degli articoli fondamentali della dottrina luterana, eseguita da Melantone nel 1530 e così chiamata perché servì come testo alla Dieta indetta da Carlo V ad A., aperta il 20 giugno di quello stesso anno. I testi preparatori furono costituiti dagli articoli di Marburgo e di Schwabach (1529) e soprattutto da quelli di Torgau (1530); da essi Melantone estrasse l’elenco definitivo dei punti sostanziali della Riforma da presentarsi all’imperatore, il quale intendeva dare una sistemazione provvisoria ai rapporti con i dissidenti in attesa che potesse essere convocato un concilio generale. La Confessione risulta composta di due parti: la prima, di 21 articoli (Dio; Peccato originale; Figlio di Dio; Giustificazione per la fede; Predicazione; Obbedienza; Chiesa; Che cosa è la Chiesa; Battesimo; Cena; Confessione; Penitenza; Uso dei sacramenti; Reggimento della Chiesa; Dell’ordine ecclesiastico; Polizia e reggimento secolare; Del ritorno di Gesù Cristo al giudizio universale; Libero arbitrio; Origine del peccato; Delle buone opere; Del servizio dei santi), ha lo scopo di dimostrare la tesi degli evangelici, che essi cioè deviano dal cattolicesimo solo per restaurare l’insegnamento puro e primitivo della dottrina cristiana; la seconda parte, di 7 articoli, tratta di quelli che i protestanti consideravano e rifiutavano come abusi e concerne la doppia natura dei sacramenti, il matrimonio dei preti, la messa, la confessione, la comunione, i voti claustrali, il potere dei vescovi. Approvata da Lutero, redatta con grande timidezza di espressioni e con il desiderio di ridurre al minimo i punti di dissenso con i cattolici, la Confessione non trovò il favore di Carlo V, che ne fece preparare una confutazione; nel campo riformato invece restò come il documento più importante e la base della dottrina anche nel suo ulteriore svolgimento. Al testo della Confessione furono poi apportati rimaneggiamenti da Melantone stesso (editio variata del 1540 allo scopo di conciliare le vedute di Lutero e di Calvino). Aspri contrasti si ebbero dopo il 1560 tra i sostenitori della prima e quelli della seconda edizione.
Interim di A. Accordo che realizzava, in attesa di una definitiva soluzione, una provvisoria pacificazione tra i cattolici e i protestanti in Germania. Lo fece concludere nel 1548 (voto della Dieta, 15 maggio; legge, 30 giugno) l’imperatore Carlo V, che, sebbene vincitore delle truppe protestanti a Mühlberg (1547), desiderava por fine al conflitto. Il testo fu concordato tra i cattolici J. Pflug e M. Helding e il protestante G. Agricola; esso però, fondamentalmente più favorevole ai cattolici che ai protestanti, scontentò tutti: avversato dai rappresentanti pontifici, criticato dai luterani, soprattutto nella Germania settentrionale, restò quasi lettera morta, e in Sassonia il nuovo duca Maurizio credette opportuno realizzare un nuovo interim (novembre 1548), che perse ogni valore con il trattato di Passavia (1552).
Pace di A. Compromesso, approvato il 25 settembre 1555 dai rappresentanti degli Stati tedeschi, che pose fine alla rivoluzione protestante in Germania. Partì dal riconoscimento dello status quo nei rapporti tra principi luterani e cattolici. Di particolare importanza il riconoscimento della libertà di religione ai singoli sudditi, sebbene in parte fittizio poiché non ammetteva la professione di una confessione religiosa diversa da quella del sovrano del luogo (cuius regio, eius religio). Il reservatum ecclesiasticum, allegato al testo a richiesta di Ferdinando d’Asburgo, sanciva che i principi ecclesiastici che nel futuro fossero passati al protestantesimo dovessero rinunciare ai loro feudi imperiali.
Lega di A. Coalizione fra Impero, Spagna, Paesi Bassi, Svezia e Stati tedeschi minori, stretta il 10 luglio 1686 contro la Francia di Luigi XIV; la guerra che ne seguì fu detta, in seguito all’adesione di Inghilterra e di altri Stati, guerra della Grande Alleanza.