(ted. Nürnberg) Città della Germania (503.638 ab. nel 2008), nella Baviera (media Franconia), sul fiume Pegnitz, subaffluente del Meno, 140 km a NO di Monaco. N. è uno dei principali centri industriali tedeschi, posizione acquisita e consolidata ben prima che si manifestasse lo straordinario sviluppo economico del Land bavarese, cui la città appartiene, e che è stata rafforzata dalla costruzione del canale Meno-Danubio (1992). I settori più sviluppati sono quelli meccanico e automobilistico, delle costruzioni elettriche, chimico e delle materie plastiche. Di particolare notorietà i birrifici e le fabbriche di giocattoli.
Ricordata la prima volta nel 1050, Norenberc fu governata in nome degli imperatori tedeschi da un burgravio e, nel 1191, passò ai conti di Zollern come feudo ereditario. Città libera dell’Impero dal 1219, fu protagonista con le sue milizie della vittoria di Mühldorf (1322), in una battaglia decisiva per la conquista del regno di Germania da parte di Ludovico il Bavaro; nel 1384 aderì alla lega delle città svevo-renane; strinse inoltre accordi doganali con altre città mercantili e salì rapidamente a grande prosperità (15°-16° sec.). La successiva decadenza, dal 16° sec., si accentuò durante la guerra dei Trent’anni, quando la città fu luogo di ricovero delle truppe e A.W.E. Wallenstein vi assediò re Gustavo Adolfo (1632); stremata dalle guerre di successione del 18° sec., ancora riconosciuta come città libera con la pace di Lunéville (1801), nel 1806 fu annessa alla Baviera. Dopo un periodo di stasi, N. acquistò particolare importanza industriale, mentre l’incontro in essa di numerose linee ferroviarie ne fecero un importantissimo centro commerciale. Particolare significato politico derivò a N. dal fatto di essere, dal 1933 al 1938, sede dei congressi annuali del partito nazista. Nel corso della Seconda guerra mondiale fu semidistrutta dai bombardamenti.
Al nome di N. sono associati importanti avvenimenti storici: nella grande dieta che vi si svolse nel 1355-56, l’imperatore Carlo IV promulgò la Bolla d’oro che fissò il numero e le competenze dei principi elettori. La pace di N. del 1532, conclusa tra Carlo V e i principi protestanti, sancì il mantenimento dello status quo in materia di religione. Nel 1538 si formò la lega di N., stretta tra i principi cattolici tedeschi contro la lega di Smalcalda. Il 15 settembre 1935 vi furono promulgate le due principali leggi razziali della Germania nazista (leggi di N.): la prima privava gli Ebrei della cittadinanza e dei diritti a essa connessi; la seconda proibiva i rapporti sessuali e i matrimoni tra Ebrei e Tedeschi.
Il centro città fu ricostruito dopo il 1945 nelle sue linee generali e nei suoi edifici rappresentativi, all’interno della cinta muraria del 14° sec.: S. Sebald (costruzione a doppio coro romanico-gotica del 13° sec., con opere di P. Vischer il Vecchio, di V. Stoss e con vetrate del 16° sec.); S. Lorenz (14°-15° sec., facciata incorniciata da alte torri, con rosone e ricca decorazione plastica) conserva nel coro, ornato da vetrate del 15° sec., il tabernacolo di A. Kraft (1493-96), l’Annunciazione lignea (1518) di V. Stoss, il polittico Imhoff (1418-21). Nella Frauenkirche (14°-16° sec.) è il polittico Tucher (1450 ca.). Davanti alla Frauenkirche si trova lo Schöner Brunnen (H. Parler, 1385-96), la «fontana bella» che, con le fontane dell’Omino con le oche (Gänsemännchen-Brunnen, 1550) e della Virtù (Tugendbrunnen, 1585-89), è caratteristico ornamento della città. Il castello (sec. 12°-15°) domina la città. Altri edifici civili notevoli: Municipio (14° sec., rifatto nel 1616-22 da J. Wolff il Giovane); Mauthalle (magazzino di granaglie, 1489-1502); Casa dei Nassau (13°-15° sec.), case di Dürer (15° sec.) e di M. Peller (1605, J. Wolff il Vecchio).
La chiesa del convento dei certosini (1380) è il nucleo del complesso museale più importante di N., il Germanisches Nationalmuseum (1852, rinnovato e ampliato nel 1957), con ricca biblioteca (manoscritti, incunaboli ecc.). Notevoli anche i musei dedicati ai trasporti (Verkehrsmuseum), ai giocattoli (Spielzeugmuseum); la Kunsthalle (fondata nel 1969). Di grande importanza la Biblioteca comunale (1430, dono del giurista Kunhofer, accresciutasi con i fondi delle biblioteche claustrali).
Tribunale di N. Tribunale militare internazionale istituito nell’agosto 1945 da Gran Bretagna, USA, Francia e URSS contro i dirigenti del regime nazista accusati di cospirazione nella preparazione di una guerra di aggressione, crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Fu stabilito che il tribunale fosse composto di 4 giudici con altrettanti sostituti designati dalle potenze vincitrici. I componenti del collegio avrebbero eletto il presidente, il cui voto, in caso di parità, sarebbe stato decisivo. Ognuna delle 4 potenze avrebbe designato un accusatore principale, mentre alla difesa dovevano essere assicurate le massime garanzie. Il primo e più importante dei processi di N. ebbe luogo tra il 20 novembre 1945 e il 1° ottobre 1946. La sentenza condannò a morte mediante impiccagione 12 dei 24 principali imputati: H. Göring, J. von Ribbentrop, W. Keitel, A. Rosenberg, A. Jodl, W. Frick, J. Streicher, H. Frank, E. Kaltenbrunner, F. Sauckel, A. Seyss-Inquart, M. Bormann; al carcere a vita: R. Hess, W. Funk, E. Reder; a pene minori: K. Dönitz, K. von Neurath, B. von Schirach, A. Speer; furono assolti F. von Papen, H. Schacht e H. Fritzsche. L’esecuzione ebbe luogo nella notte del 15 ottobre per tutti i condannati a morte ad eccezione di Göring, che si suicidò in cella. A questo processo ne fecero seguito altri contro personalità politiche minori, alti ufficiali, industriali e contro i direttori, i medici e i custodi dei campi di concentramento.
Dal processo istruito contro i medici nazisti responsabili di torture condotte su uomini, donne e bambini a scopo di sperimentazione derivò la formulazione del codice di N., approvato nel 1946, che definisce i principi etici della sperimentazione clinica su soggetti umani. Il codice si articola in 10 punti che pongono a fondamento della sperimentazione umana i seguenti principi: il consenso pieno, libero e informato dell’individuo; l’utilità e la necessità dell’esperimento; la salvaguardia del paziente da ogni sofferenza; la proporzionalità del rischio rispetto ai benefici attesi; l’esclusione di ogni rischio di lesioni, invalidità o morte; il diritto di recesso dall’esperimento in qualunque momento da parte del paziente; l’alto grado di competenza da parte degli scienziati responsabili dell’esperimento. Integrato dalla Dichiarazione di Helsinki del 1964, stabilisce per la prima volta in particolare il principio per il quale nessuna sperimentazione sull’uomo può essere condotta senza il consenso di chi vi si sottopone, venendo a costituire, pur non avendo valore legale, un documento fondamentale nella storia dell’etica medica.