Servizio che provvede alla spedizione e alla trasmissione, nonché al ritiro e al recapito, di corrispondenza, pacchi, vaglia ecc.
Antichità. Un servizio regolare di trasmissione delle lettere (informazioni, ordini ecc.) è attestato sin dall’antichità, per es. nell’Impero persiano, negli Stati ellenistici e nell’Impero romano (cursus publicus). Differentemente dalle funzioni attuali, tale servizio provvedeva solo a mantenere un contatto continuo fra il governo centrale e i capi militari e civili periferici. Per i privati esisteva a Roma un servizio di p. organizzato dai tabellarii. La regolarità del servizio della p. di Stato era assicurata da un sistema che prevedeva, lungo le strade più importanti e a determinati intervalli, dei corrieri, a cavallo o su carri, che con la maggior velocità possibile consegnavano quanto ricevuto alla successiva stazione. La prima menzione di tali corrieri si ha per la Persia, ma solo presso i Romani e nell’età imperiale il servizio di p. ebbe largo sviluppo e ordinamento complesso. Da Augusto in poi la suprema direzione degli uffici postali romani fu affidata al praefectus o ai praefecti del pretorio. Ai funzionari centrali facevano capo i reggenti degli uffici postali locali, detti mancipes. Le spese inerenti al servizio postale erano sostenute dalle amministrazioni locali: l’ordo decurionum (il piccolo senato provinciale delle città, municipi, colonie) forniva i denari occorrenti al servizio, ripartendo la spesa fra i cittadini. I privati, ai quali non era concesso l’uso della p. di Stato, e la stessa autorità dello Stato, quando il destinatario della missiva non poteva essere raggiunto con i normali mezzi di p., si servivano per le comunicazioni epistolari di loro propri cursori (amici o ospiti di passaggio, mercanti ecc.). Gli uomini che avevano molte relazioni, politiche o finanziarie, mantenevano fra i propri schiavi un numero considerevole di messaggeri privati.
Medioevo ed età moderna. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente perdurò, anche se molto frazionato, un servizio organizzato di corrieri per le comunicazioni fra il potere centrale e i suoi organi periferici, sia dello Stato, sia della Chiesa, sia delle grandi signorie fondiarie. Un primo passo verso l’istituzione di un servizio di cui potessero valersi anche i privati si fece nel 14° sec., con la creazione dei corrieri dei mercanti, che talvolta erano istituiti dalla stessa mercanzia, mentre altre volte erano dovuti all’iniziativa del Comune o di privati imprenditori, posti sotto la vigilanza di magistrature comunali o mercantili. Nei sec. 14° e 15° imprenditori privati iniziarono a riorganizzare una rete di stazioni di ricambio di cavalli per distribuire la corrispondenza, soprattutto di tipo commerciale. Il primo di tali servizi sembra essere stato istituito dalla famiglia Taxis, che operava nel Trentino, per le comunicazioni tra i vari territori posti sotto il dominio degli Asburgo. Da allora quella famiglia si specializzò nel servizio postale, svolgendolo per lungo tempo sia per gli Asburgo sia per i privati in regime di monopolio. Nei primi tempi il servizio aveva un’organizzazione assai modesta; esso era fatto esclusivamente da corrieri a cavallo. Tuttavia, già alla metà del Cinquecento aveva raggiunto una complessità assai maggiore, tanto che la famiglia Taxis aveva istituito una dozzina di uffici postali, affidati a membri della famiglia stessa, nelle principali città dei Paesi Bassi e della Germania, a Vienna, Innsbruck, Trento, Venezia, Milano, Roma e Madrid. Al servizio svolto con corrieri a cavallo si venne aggiungendo, ancora occasionalmente, il servizio con carrozze che, insieme con la corrispondenza, trasportavano anche passeggeri e piccoli colli di merci. Il servizio delle diligenze tuttavia assunse un grande sviluppo solo nel 18° sec., quando si creò, specialmente in Francia e in Inghilterra, una vasta rete stradale costruita con una tecnica nuova. Accanto ai servizi postali ordinari, che diventarono, almeno nei maggiori Stati, un monopolio statale appaltato a imprenditori, si crearono anche servizi più rapidi lasciati per lo più all’iniziativa privata.
Il servizio postale, dopo i notevoli progressi della fine del 18° sec., si trasformò completamente verso la metà del 19° sec. con l’adozione di mezzi di trasporto più rapidi e frequenti. Fu possibile allora separare completamente il servizio di raccolta, smistamento e distribuzione della corrispondenza, che restò affidato alle amministrazioni statali, dal semplice trasporto, affidato alle ferrovie e alla navigazione di linea. Una delle rivoluzioni decisive per lo sviluppo del sistema postale moderno si ebbe nel 1840 con l’adozione, prima in Gran Bretagna e poi nel resto d’Europa, del francobollo a tariffa unica in sostituzione delle vecchie tariffe basate sulla distanza e sul peso della corrispondenza. In Italia fu adottato per primo nel 1850 dal Regno Lombardo-Veneto e a seguire a più o meno breve distanza da tutti gli altri Stati in cui era allora divisa la penisola. Contemporaneamente, la creazione di una vasta e fittissima rete di uffici postali, che dai vari rioni delle grandi città si estendeva ai piccoli centri rurali, suggerì l’idea di affidare alla p. alcuni servizi bancari, specialmente per ciò che riguardava i depositi a risparmio e in conto corrente, i pagamenti e le riscossioni a distanza.
Il regime tradizionale delle p. – alla stregua degli altri servizi pubblici – è stato caratterizzato dalla riserva di attività economica allo Stato (art. 43 Cost.; d.p.r. 156/1973, testo unico delle Poste e telecomunicazioni) e i servizi postali, attribuiti in alcuni casi in concessione, sono dunque stati prevalentemente oggetto di una gestione diretta, in monopolio, da parte di un’impresa pubblica. Questa ha avuto inizialmente forma di Azienda autonoma, quale impresa-organo del ministero delle Poste e telecomunicazioni; a seguito dei processi di privatizzazione degli anni 1990, è stata quindi trasformata, dapprima in ente pubblico (l. 71/1994), poi in una società per azioni (Poste Italiane S.p.A.) partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il servizio postale è stato assoggettato alla disciplina sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e all’obbligo di adozione della carta dei servizi pubblici.
Il regime tradizionale del servizio è stato superato a seguito della revisione legata agli interventi del diritto comunitario, che lo considera d’interesse economico generale. La prima direttiva comunitaria in materia di liberalizzazione delle p. (CE 67/1997) ha dettato regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e il miglioramento della qualità del servizio, ed è stata recepita dal d. legisl. 261/1999; a essa è seguita la direttiva CE 39/2002, attuata con d. legisl. 384/2003, volta a favorire un’ulteriore apertura alla concorrenza dei servizi postali della Comunità. Il regime attuale è, pertanto, ispirato al principio di concorrenza, nella prospettiva della libera circolazione comunitaria.
Al governo e alla regolazione del settore è preposto il dipartimento per le Comunicazioni, del ministero dello Sviluppo economico. Poste Italiane S.p.A. presta anche servizi liberalizzati, in concorrenza con altri operatori. Per lo svolgimento di ogni servizio riservato, e per i servizi non riservati, essa è tenuta all’obbligo di separazione contabile: tale obbligo è strumentale al finanziamento degli oneri relativi alla fornitura del servizio. L’attività di servizio postale non riservata è assoggettata ad atti di autorizzazione.
A Poste Italiane fanno capo diverse società, tra cui la SDA, operatore nazionale nel settore del corriere espresso, la Postel (fondata nel 1998), presente nel campo dei servizi di p. elettronica ‘ibrida’, la Postevita (sorta nel 1999), che opera nel mercato delle polizze vita, la Postecom (nata nel 1999), che sviluppa e gestisce i servizi on-line, la Postemobile (sorta nel 2007), per i servizi di telefonia mobile e la BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, società di gestione del risparmio.
Nel settore dei servizi postali, Poste Italiane effettua la raccolta e il recapito delle lettere ordinarie, delle stampe, delle raccomandate, delle assicurate e dei pacchi, il servizio telegrammi, il servizio di corriere espresso per l’Italia e per l’estero e il servizio Postel di p. elettronica ‘ibrida’(i messaggi vengono inviati in forma elettronica dal mittente e poi stampati, imbustati e recapitati da Poste Italiane). Poste Italiane svolge inoltre, in collaborazione con il ministero delle Comunicazioni, le attività connesse alla emissione e alla commercializzazione dei francobolli. Lo smistamento della p. è oggi in larga parte automatizzato. Si usano macchine bollatrici che annullano i francobolli apposti sulle corrispondenze e imprimono il timbro a data di arrivo sugli oggetti da distribuire. I centri di maggiore importanza sono dotati anche di impianti denominati SARI (sistema automatico di riconoscimento degli indirizzi) che, alla velocità di 20.000 lettere/h, leggono gli indirizzi in automatico. Negli impianti più moderni i lettori sono capaci di leggere cifre e lettere scritte a macchina e manoscritti in stampatello con capacità di autoapprendimento. Tuttavia, una parte cospicua di corrispondenza oggi viene inviata tramite posta elettronica (➔ e-mail).
Nel settore dei servizi finanziari, l’offerta rivolta sia ai privati sia alle aziende, comprende il conto corrente postale, il libretto di risparmio postale, i buoni fruttiferi postali, il vaglia nazionale e internazionale e il servizio di cambiavalute; a questi servizi si aggiungono quelli di incasso e pagamento per le imprese e per la pubblica amministrazione.