Luogo in cui vivono una specie o un gruppo di specie, considerato nel suo valore topografico ed ecologico, e pertanto definito dai suoi fattori di suolo, di clima ecc. Forma stazionale di una pianta è una modificazione non ereditaria determinata dalle condizioni della s., come, per es., la ‘forma terrestre’ di molte piante acquatiche e palustri, che a un primo aspetto è diversa dalla forma normale. S. zoologiche e di biologia marina. Istituti scientifici preposti allo studio della ittiologia e della vita nel mare. La più antica s. zoologica è quella di Concarneau (Finistère, Francia), fondata nel 1852 da J.-V. Coste. Nel 1874 A. Dohrn fondò la s. zoologica di Napoli. Da essa presero esempio varie altre istituzioni del genere: in Italia l’Istituto di biologia marina di Messina e la S. italo-germanica di Rovigno (Croazia); in America quelle di Woods Hole (Massachusetts), di Cold Spring Harbor (New York), di Tortugas (Florida), delle Bermude e di La Jolla (California); in Germania quella di Helgoland; in Inghilterra quella di Plymouth; in Francia, oltre a Concarneau, le s. di Roscoff, Wimereux (distrutta nella Seconda guerra mondiale) e Banyuls-sur-Mer; nel Principato di Monaco il Museo oceanografico.
S. linfoghiandolare Raggruppamento di linfonodi in particolari sedi del corpo umano (radici degli arti, ili di alcuni organi, tronchi arteriosi ecc.), dove affluisce la linfa di determinati distretti topografici dell’organismo o di alcuni organi (s. inguinali, cervicali, ascellari, mediastiniche ecc.).
In paletnologia, stanziamento umano di breve o lunga durata. Caratterizzano le s. preistoriche (all’aperto, in grotte, su palafitte ecc.) depositi di industria litica, ossea, ceramica, secondo i vari periodi e civiltà, e focolari con ceneri e resti ossei dei pasti.
Ognuno dei 14 episodi della passione di Cristo commemorati nella Via Crucis, rappresentati da 14 croci (alle quali il più delle volte è aggiunta l’immagine dell’episodio meditato) e le soste che davanti a ciascuna di esse fanno i fedeli per pregare.
Nel latino cristiano, il termine statio («posto di guardia») fu preso a significare la ‘vigilanza’ dei ‘soldati di Cristo’ e quindi anche il luogo dove i cristiani si adunavano per vegliare. Così il termine, implicando digiuno e penitenza, fu riservato a particolari riti nei giorni penitenziali, soprattutto in quaresima (s. quaresimali).
Nell’antichità romana, statio indicava ciascuna delle tappe del servizio postale ufficiale e dei trasporti sulle principali vie dell’Impero; le stationes si dividevano in mansiones, con albergo, stallatico ecc., e mutationes, per la sola permuta dei cavalli. Più in particolare a Roma, l’insieme degli ambienti del Foro dove si riunivano i cittadini di municipi e di città straniere giunti nell’Urbe per affari, ambascerie ecc.
S. di lavoro L’insieme integrato di macchine e attrezzature in grado di eseguire un prefissato insieme di operazioni di un processo produttivo. La s. di lavoro è integrata in una linea o in una rete di produzione mediante un sistema di trasporto e movimentazione dei materiali; ciascuna s. di lavoro è sede di una fase di lavorazione (per una data famiglia di prodotti) e i pezzi che transitano nel sistema sostano presso le diverse s. per subire le lavorazioni previste. Nell’ambito dei sistemi di produzione flessibile (➔ flessibilità) le s. di lavoro dispongono di attrezzature per il cambio automatico degli utensili. La s. è collegata a un sistema di elaborazione che fornisce le informazioni per l’esecuzione delle operazioni e raccoglie le informazioni relative a quanto effettivamente eseguito dalla stazione. S. elettriche In un sistema di produzione e distribuzione di energia elettrica, gli impianti in cui vengono realizzate le connessioni tra le diverse parti componenti del sistema. In una s. avviene generalmente la trasformazione dell’energia da un livello di tensione a un altro (s. di trasformazione) o la conversione a un’altra forma di energia elettrica, per es., da corrente alternata a corrente continua, da corrente alternata ad altra corrente a frequenza diversa ecc. (s. di conversione). S. di tipo particolare sono quelle mobili, nelle quali tutte le apparecchiature trovano razionale disposizione su un carro ferroviario o su un telaio munito di ruote gommate. Queste s. possono essere solo di trasformazione oppure, nel caso di alimentazione di impianti a corrente continua, di trasformazione e di conversione.
Nelle s. di conversione della frequenza la frequenza viene modificata dal valore adottato per la rete di alimentazione al valore più idoneo per le particolari applicazioni. A questa categoria appartengono le s. che interconnettono gli impianti di trasmissione in corrente alternata con quelli di trasmissione in corrente continua (HVDC, high voltage direct current), impiegate per coprire trasmissioni di energia su distanze molto elevate (500-600 km) e le s. che interconnettono gli impianti in corrente alternata con i cavi sottomarini. S. di conversione della frequenza vengono impiegate anche nella tecnica ferroviaria. In queste s. la frequenza e il livello di tensione vengono modificati dai valori della rete di trasmissione dell’energia elettrica ai valori richiesti dal sistema di elettrificazione adottato. Quest’ultimo fissa la tipologia di tali s. e la loro distanza lungo la linea ferroviaria.
Le s. di trasformazione, spesso chiamate sottostazioni, a seconda della posizione occupata nel sistema, possono essere classificate, seguendo il verso del flusso di energia, in: s. attigue alle centrali di produzione, aventi lo scopo di elevare il livello della tensione da 15-25 kV, che è quello più conveniente per un alternatore, a valori di centinaia di kV, che sono i valori più convenienti per il trasporto, a seconda della lunghezza della linea e della potenza trasmessa; s. di interconnessione, aventi lo scopo di collegare le varie linee di trasporto, e quindi i diversi generatori, in modo da formare una rete interconnessa, condizione prima per poter esercitare nel modo più economico il sistema di produzione e trasporto dell’energia, e per poter raggiungere elevati gradi di affidabilità; s. di distribuzione primaria, aventi lo scopo di ridurre il livello di tensione a valori di 10 o 20 kV, che sono quelli più convenienti per la rete di distribuzione primaria, avuto anche riguardo alla normalizzazione; s. di distribuzione secondaria (denominate usualmente cabine di trasformazione), aventi lo scopo di abbassare il livello della tensione al valore di 380 V per la tensione concatenata, e quindi di 220 V per la tensione stellata, che è quello dell’energia fornita alle utenze domestiche e artigianali. Un’altra distinzione molto usata è quella tra le s. all’aperto e le s. al coperto. Appartengono al primo gruppo le s. con i maggiori livelli di tensione e di potenza trasformata; appartengono al secondo gruppo le s. in cui le apparecchiature installate, dette blindate, sono isolate a una pressione di 3-4 Pa in SF6 (esafluoruro di zolfo), che per la sua grande rigidità dielettrica consente una notevole riduzione di spazio.
S. autostradale Posto di arresto dei veicoli che circolano su un’autostrada a pagamento, attrezzato per le operazioni relative al pagamento del pedaggio. Le s. autostradali sono disposte generalmente all’ingresso e all’uscita terminali nonché in corrispondenza degli svincoli per le entrate e le uscite secondarie. Sono costituite da un certo numero di corsie, variabile a seconda dell’importanza della s. stessa, che si restringono nel punto di fermata, per far posto alle cabine per il personale e alle postazioni per il pagamento self-service o mediante carta. Le s. sono segnalate a distanza da cartelli e indicazioni a terra; i posti di fermata sono fatti in modo da poter essere utilizzati indifferentemente per una corrente di traffico e per quella opposta a seconda dell’intensità del traffico. S. di rifornimento e di servizio I posti per la distribuzione del carburante e per le operazioni di pulizia e di riparazione degli autoveicoli, ubicati lungo le strade extraurbane; s. di servizio sono detti anche i posti per la pulizia degli autoveicoli ubicati nelle città, spesso anch’essi collegati a posti di rifornimento o a officine di riparazione. Sulle autostrade le s. di rifornimento e di servizio sono molto complesse e, in genere, abbinate a bar e ristorante. La s. di servizio può essere contenuta in un apposito ambiente oppure essere disposta all’aperto. S. ferroviarie Le località dove è possibile effettuare precedenze, incroci e formazione di treni; dal punto di vista commerciale, il sito dove è possibile usufruire del servizio ferroviario. In base al servizio espletato si distinguono in s. viaggiatori, s. di smistamento e s. merci; in base all’importanza del traffico si classificano in piccole, medie e grandi. Quelle viaggiatori si distinguono, per le caratteristiche planimetriche, in s. di testa, s. di transito o passanti e s. di bivio o diramazione. Le s. di testa, classificabili tra le grandi, hanno i binari che terminano a ridosso del fabbricato di stazione. Se per quanto riguarda l’accesso del pubblico ai treni la s. di testa è ottimale, dal punto di vista della circolazione ferroviaria presenta non pochi inconvenienti dal momento che, a parità di treni movimentati, rispetto a una s. passante, richiede un maggior numero di manovre: i treni che la interessano per il transito devono cambiare senso di marcia e mezzo di trazione, cosicché la locomotiva che ha condotto il treno in s. resta bloccata fino a che il resto del convoglio non è ripartito; altro inconveniente si presenta quando si manifesta la necessità di scartare una vettura per guasto o per altra ragione. In termini tecnici, l’assenza di binari di precedenza fa della stazione una fermata; quando sono presenti scambi che consentono il passaggio dei treni da un binario all’altro, l’impianto è definito posto di comunicazione.
In tutte le s. è o era presente una zona riservata al servizio merci, ma le moderne tecniche gestionali delle ferrovie tendono ormai a separare completamente tale servizio da quello viaggiatori, per cui è sempre più raro trovare s. di una certa importanza che svolgano i due servizi. Tale scelta deriva dal fatto che rispetto al periodo di iniziale sviluppo delle ferrovie, quando esse erano il solo mezzo di trasporto terrestre in grado di coprire lunghe distanze e di offrire un servizio capillare e diffuso quanto lo era la rete ferroviaria anche per piccole quantità di merci (piccole partite), oggi la funzione del trasporto merci ferroviario è sempre più da considerare uno stadio intermedio del processo di trasferimento delle merci in grossa quantità da una località all’altra (concetto di intermodalità), per cui la funzione delle s. (o scalo) merci tende a essere spostata in centri attrezzati per la movimentazione di grosse partite e di carri completi (centri intermodali).
Una s. di smistamento si suddivide in: fascio arrivi utilizzato per il ricevimento dei treni; fascio smistamento o direzioni per la selezione dei carri, in funzione sia della direzione sia delle caratteristiche secondo cui si intende raggruppare i carri; fascio riordino per formare i treni, dando ai carri la disposizione più opportuna per quella che sarà la loro destinazione o per scartare carri guasti nonché per dare la composizione adeguata alle esigenze di frenatura del treno; fascio partenze per ricoverare i treni pronti a partire; fascio sosta per il ricovero dei treni in arrivo ai quali si deve cambiare locomotiva o aggiungere o togliere gruppi di carri. Per s. di smistamento di alta potenzialità (superiore a 1500 carri/giorno) tra il fascio arrivi e il fascio direzioni è presente la sella di lancio o parigina che, sfruttando la gravità, consente di inoltrare sui diversi binari del fascio direzioni i carri, secondo la logica in cui è stato suddiviso il treno in arrivo e secondo cui deve essere formato quello che avrà origine; il sistema è realizzato dando opportuna pendenza al binario di raccordo tra i due fasci e regolando la velocità di discesa dei carri con sistemi di frenatura automatica di vario tipo ubicati sul binario. Completano una s. di smistamento impianti accessori quali deposito locomotive, squadra rialzo per la riparazione dei carri, impianti di lavaggio e disinfezione dei carri bestiame, impianti di trasbordo delle merci, impianti per la verifica in corsa dei carri (fosse). S. spaziali Strutture abitabili, orbitanti intorno alla Terra, usate in vario modo per l’esplorazione dello spazio. La prima proposta concreta di s. spaziale fu avanzata nel 1952 da W. von Braun. Alla fine del programma Apollo la NASA costruì e mise in orbita il laboratorio spaziale temporaneo Skylab (➔) con cui acquisì un’esperienza determinante. Dal canto suo, l’Unione Sovietica usò molte versioni della s. spaziale temporanea Saljut (➔). Nel 1984 venivano poste le basi del progetto di realizzazione della S. Spaziale Internazionale (ISS, International Space Station). Essa, abitata da almeno due astronauti a partire dal 2000, è frutto della collaborazione delle agenzie spaziali canadese (CSA), europea (➔ ESA), giapponese (JAXA), russa (RKA), statunitense (➔ NASA) e brasiliana (AEB), che partecipa con un contratto con la NASA. L’Agenzia Spaziale Italiana partecipa sia come ESA sia con un contratto separato. La s. spaziale si trova in un’orbita, di altitudine pari a circa 350 km, cosiddetta terrestre bassa LEO (low earth orbit), cioè un’orbita circolare attorno alla Terra posta tra l’atmosfera e le Fasce di Van Allen, a circa 2000 km, con bassa inclinazione. La ISS (fig. A) è servita dagli statunitensi Space shuttle, dalla Sojuz e dalla Progress russe e dal Veicolo di trasferimento Automatico europeo (ATV, automated transfer vehicle; fig. B). L’alimentazione della s. spaziale è fornita dal Sole tramite pannelli solari che convertono la luce in corrente elettrica. L’ambiente della s. e il supporto vitale sono gestiti dal life support system che controlla condizioni atmosferiche, pressione, livello di ossigeno, acqua, e monitora e gestisce eventuali fiamme libere. La s. è orientata rispetto alla Terra in modo costante grazie al sistema principale mediante giroscopi e, in assenza temporanea di questo, mediante propulsori che mantengono l’altitudine. La ISS ospita esperimenti relativi a condizioni di microgravità riguardanti biomedica e biotecnologie, fluidodinamica e meccanica quantistica, la scienza dei materiali e lo studio degli effetti della microgravità sugli esseri umani.