quantità chimica e fisica Grandezza che esprime il numero di entità elementari (atomi, molecole, ioni, elettroni ecc., ovvero gruppi specificati di tali particelle) presenti in un dato sistema. La sua unità di misura nel SI è la mole.
La q. di calore, ceduta, assorbita, scambiata, sviluppata, trasformata, messa in gioco in un fenomeno, è la totalità del calore che per l’uno o per l’altro di tali titoli interviene nel fenomeno. Si misura in joule o anche in calorie.
La q. di elettricità è lo stesso che carica elettrica; indica specialmente la carica trasportata lungo un circuito da una corrente, pari, se ci si riferisce a un tempuscolo dt, a idt, essendo i l’intensità (in generale, variabile) della corrente: di qui l’uso di esprimerla, oltre che in coulomb, in amperora.
La q. di energia è, genericamente, l’energia messa in gioco in un determinato fenomeno.
In meccanica, la q. di moto è, per un punto materiale in moto, il prodotto della massa m del punto e della sua velocità, per un sistema materiale, il risultante delle q. di moto dei singoli punti o elementi materiali (➔ dinamica). La derivata della q. di moto di un sistema rispetto al tempo è uguale al risultante di tutte le forze esterne agenti sul sistema medesimo (teorema della q. di moto). filosofia La q. è, secondo Aristotele, la terza categoria, dopo la sostanza e la qualità; ed è definita come la natura di ‘ciò che è divisibile in elementi, ciascuno dei quali costituisca un’unità determinata’. La q. è quindi sempre q. discreta, cioè numerata o numerabile secondo parti. Dal punto di vista della q. si prescinde dalle determinazioni qualitative: è tuttavia impossibile concepire un quantum che non sia nello stesso tempo un quale, mentre si può ben concepire un quale anche senza considerarlo un quantum. Ciò corrisponde alla relativa astrattezza che, a paragone della concreta esperienza del reale, presenta la considerazione matematica, che è appunto esclusivamente fondata sul concetto della quantità. Donde il tentativo di risolvere sempre più la qualità in q., che contraddistingue lo sviluppo della scienza fisico-matematica della natura (pitagorismo, atomismo, pensiero scientifico moderno ecc.).
Della determinazione dei limiti del concetto di q., specialmente rispetto a quello di qualità, si occupò la filosofia moderna. Per I. Kant la q. è una delle 4 categorie principali, e anche nell’idealismo postkantiano il problema della q. resta quello della sua collocazione in seno al sistema deduttivo delle categorie. Nel pensiero contemporaneo il problema della q. ha perso le sue connotazioni filosofiche, trasformandosi nei vari problemi relativi alla misurazione propri delle singole scienze. linguistica Si definisce q. vocalica la durata maggiore o minore (q. lunga e breve), sempre relativa (in rapporto alla durata media o alla durata dei fonemi precedenti o seguenti), dell’articolazione e dell’emissione di una vocale, distintiva solo in alcune lingue (come, tra quelle indoeuropee antiche, il sanscrito, il greco antico, il latino, e tra quelle moderne il baltico, il serbo e il croato), in altre, come l’italiano, condizionata e meccanica: la q. lunga è normalmente indicata con il segno – sovrapposto, la q. breve con ◡. Q. sillabica La durata dell’articolazione e dell’emissione di una sillaba, che dipende dalla q. della vocale o delle vocali che ne costituiscono il nucleo e dalla struttura della sillaba stessa, secondo la seguente regola generale: sono brevi le sillabe che terminano con una vocale breve (făcĕrĕ), sono lunghe tutte le altre, cioè quelle che terminano con una vocale lunga (fēcī), con un dittongo (nautae) o con una consonante (făctōs).
In grammatica, complemento di q., quello che ha la funzione di determinare persone o cose esprimendone il numero o la grandezza (per es., intervenire in massa a un raduno; somministrare un medicinale a piccole dosi).