In senso relativo, il numero di volte che un fatto si ripete in un dato tempo. Anche, la presenza più o meno numerosa e regolare di cose (meno di persone o animali) in un determinato luogo.
Frequenze geniche In genetica, le proporzioni dei vari alleli di un locus in una popolazione (➔ genetica).
Il numero di volte che un fenomeno periodico (o pseudoperiodico) si ripete nell’unità di tempo; precisamente, se T è il periodo del fenomeno, la f. è pari al suo inverso; ha le dimensioni dell’inverso del tempo e sua unità di misura è l’hertz, pari a un ciclo di variazione al secondo. Se la grandezza in questione è inerente a una propagazione per onde, si parla anche di f. dell’onda; fra tale f., ν, e la lunghezza d’onda, λ, vale la relazione ν=v/λ, essendo v la velocità di propagazione dell’onda.
Frequenza critica In un fenomeno dipendente da una grandezza periodica, il valore della f. di questa che discrimina tra vari aspetti con cui il fenomeno può presentarsi o che in particolare discrimina il caso in cui il fenomeno può verificarsi da quello in cui esso non può verificarsi.
Frequenza di taglio Per un amplificatore, un filtro, un trasduttore ecc., quella che separa il campo di f. in cui il dispositivo in oggetto estrinseca la sua funzione da quello in cui non lo fa (per es., un filtro, perché passa dalla trasparenza all’opacità).
Frequenza massima usabile, frequenza minima usabile Il valore massimo e minimo, rispettivamente, della f. di radioonde utilizzabili per un dato radiocollegamento ionosferico (➔ radiopropagazione).
Frequenza naturale (o propria) Per un sistema, meccanico o elettrico, capace di oscillare, la f. delle oscillazioni che in esso si destano quando sia lasciato libero.
Controllo automatico di frequenza Dispositivo cui si ricorre per mantenere costante a un prefissato valore la f. delle oscillazioni generate da un oscillatore elettrico; è spesso indicato con la sigla CAF. Si configura, generalmente, come un controllo automatico a catena chiusa. La frequenza f fornita dall’oscillatore controllato è confrontata, in un adatto circuito, detto differenziale, con quella f0, fornita da un oscillatore di riferimento; all’uscita del differenziale è presente una tensione il cui valore è proporzionale alla differenza tra le due f. (f−f0); tale tensione comanda un organo capace di far variare f, per es., un variactor, speciale diodo a semiconduttore che presenta una capacità dipendente dalla tensione a esso applicata, che agisce nel circuito oscillante dell’oscillatore come un condensatore variabile controllato dalla tensione di uscita del differenziale.
Il frequenzimetro è lo strumento usato per misurare la f. di una grandezza periodica. Normalmente si tratta di strumenti per grandezze elettriche (correnti o tensioni periodiche), che peraltro possono essere usati anche per grandezze di natura qualunque (meccaniche, ottiche ecc.) ove queste ultime vengano trasdotte in grandezze elettriche. Ve ne sono di vari tipi, raggruppabili in due grandi categorie: a lettura diretta e a lettura indiretta.
I frequenzimetri a lettura diretta si configurano come strumenti tarati, la misura della f. della grandezza sotto misurazione essendo direttamente fornita da un dispositivo indicatore; erano molto diffusi in passato nell’elettrotecnica. Più versatili e più sensibili sono i cosiddetti frequenzimetri elettronici a integrazione, anch’essi però oggi scarsamente utilizzati, costituiti da un oscillatore a rilassamento, che fornisce una serie di impulsi identici (uno per ogni ciclo della tensione in esame), e da un circuito integratore, che fornisce una tensione proporzionale al valore medio della tensione impulsiva: com’è evidente, la misura di tale tensione media costituisce una misura della f. della tensione applicata allo strumento. Su un principio diverso operano i frequenzimetri a circuito selettivo; essi sfruttano la proprietà, presentata da certi circuiti selettivi, di fornire una tensione dipendente dalla f. di una tensione oscillante applicata a essi. I migliori frequenzimetri a lettura diretta di cui oggi si dispone sono quelli a contatore elettronico, atti a essere impiegati, eventualmente con l’ausilio di adatti convertitori di f., in qualsiasi campo di frequenze. Sono costituiti essenzialmente (fig.) da una ‘base dei tempi’, cioè da un dispositivo elettronico che fornisce un segnale rettangolare, b, di durata esattamente nota (per es., un secondo), da una porta elettronica, che lascia passare la tensione in esame, a, soltanto nell’intervallo di tempo corrispondente al segnale b, e da un contatore, che conta, e indica direttamente, quanti cicli di a sono contenuti nell’intervallo di tempo definito da b. Ciò che determina essenzialmente la precisione della misura è la base dei tempi, costituita da un oscillatore campione, a quarzo piezoelettrico, seguito da vari divisori di f.: negli strumenti attualmente disponibili la precisione della base dei tempi è dell’ordine di 10–7 e la stabilità, a temperatura costante, è dell’ordine di qualche unità su 108 per settimana.
I frequenzimetri a lettura indiretta sono dispositivi, più o meno complessi, mediante i quali la f., f, della grandezza sotto misurazione viene confrontata con una f. nota, f0, che è quella di un oscillatore campione; il confronto si ottiene facendo sovrapporre le oscillazioni a f. f e f0 e misurando la f. di battimento f−f0; oppure, variando f0 sinché la f. di battimento è nulla, talché sia f=f0. In ogni caso la precisione della misura dipende congiuntamente dalla precisione con cui si valuta la f. di battimento e dalla precisione con cui è nota la f. di riferimento f0. Questi dispositivi sono anche detti frequenzimetri a eterodina, in quanto eterodina è la denominazione comune data all’oscillatore campione.
istruzione
Frequenza scolastica La f. della scuola da parte dei ragazzi nel periodo dell’obbligo scolastico configura un vero e proprio obbligo giuridico, in applicazione del disposto costituzionale (art. 34, co. 2°) secondo cui l’istruzione inferiore per almeno dieci anni è obbligatoria e gratuita. Rispondono dell’adempimento di tale obbligo i genitori o chi ne fa le veci. Costoro possono provvedere per proprio conto all’istruzione dell’obbligato, purché dimostrino alla competente autorità scolastica la capacità a provvedervi. I responsabili di inadempienza all’obbligo scolastico sono soggetti ad ammenda (art. 731 c.p.).
Al di fuori dell’obbligo scolastico, la scelta compiuta con l’iscrizione ai corsi implica anch’essa un dovere di f. funzionalmente legato alla natura dell’istituzione formativa, all’efficacia dell’azione didattica e quindi ai risultati stessi degli studi.
Liste di frequenza Liste nelle quali i vocaboli di una data lingua sono ordinati secondo la f. decrescente con cui appaiono in un testo o gruppo di testi. Le prime liste di f. sono nate dallo studio della f. dei fenomeni linguistici condotto a titolo di curiosità statistica. L’interesse di tali dati, raccolti sin dalla fine del 19° sec., si è imposto solo nel periodo tra le due guerre mondiali. L’affermazione dell’importanza teorica del dato f. nella descrizione di un sistema linguistico considerato nella sua funzionalità sincronica si deve agli studiosi della scuola di Praga, mentre G.K. Zipf avvertì, sin dal 1929, l’esistenza di relazioni costanti tra la f. e la forma e funzione di una unità linguistica: quanto più una unità linguistica è frequente, tanto più essa tende ad avere una forma semplice; sua è la formulazione della relazione fondamentale della linguistica quantitativa: data una determinata lista di f., chiamando rango (r) il numero d’ordine (da 1 a n) secondo cui sono ordinati per f. decrescenti gli n vocaboli della lista, e indicando con f la f. di ciascun vocabolo, si ha r∙f=k+x, in cui k indica una costante e x lo scarto.
In statistica, f. assoluta di un fenomeno o di una sua modalità è il numero delle volte che esso si presenta in una rilevazione; f. relativa è invece il rapporto tra la f. assoluta e il numero dei casi esaminati. Così, per es., se nell’esame di 1000 individui di 20 anni si riscontra che 5 tra essi hanno i capelli rossi, la f. assoluta del fenomeno è 5, la f. relativa è 5/1000=0,5%. Le successioni delle f. corrispondenti alle varie modalità di un fenomeno qualitativo (o quantitativo) si chiamano serie (o rispettivamente seriazioni) di f.; si parla allora anche di distribuzione delle f., soprattutto nel caso di un carattere quantitativo le cui modalità siano rappresentate da successioni di numeri interi o dai numeri compresi in un determinato intervallo. In questi ultimi casi è di grande aiuto il diagramma (o curva) delle f., che si ottiene portando sull’asse delle ascisse i valori del carattere e come ordinata, corrispondente a un valore, la f. di esso. Se le oscillazioni dei valori del fenomeno studiato dipendono da un gran numero di piccole cause concomitanti, la curva delle f. si avvicinerà alla curva degli errori di Gauss, e la distribuzione si dirà normale.
La Frequenza relativa (o percentuale) è il dato sperimentale corrispondente al concetto teorico di probabilità (rapporto tra il numero degli eventi favorevoli e il numero degli eventi possibili); la f. sperimentale si avvicina alla f. teorica con l’aumentare del numero dei casi presi in esame (legge dei grandi numeri o legge empirica del caso).