Si parla di p. di un’arma da fuoco (per es., di un fucile o di un’artiglieria) per indicare la proprietà dell’arma di dare una rosa di tiro centrata intorno al punto mirato. Essa dipende dalle caratteristiche costruttive dell’arma e del munizionamento impiegato, ed è tanto maggiore quanto minore è la dispersione dei colpi sparati in identiche condizioni di temperatura e di densità atmosferica con proietti e cariche di massa esattamente determinate e costanti. Nel tiro delle artiglierie le dimensioni della rosa, quella longitudinale (nel senso del tiro) e quella trasversale (perpendicolare al piano di tiro), misurano rispettivamente la p. in gittata e la p. in direzione dell’arma. La dispersione in ogni caso aumenta con la gittata e pertanto per giudicare sulla p. di più armi occorre considerarla a parità di gittata.
La p. di una lavorazione è il grado con cui ci si avvicina alle condizioni volute o prefissate (➔ tolleranza), importante nella valutazione di qualità di prodotto; si ha meccanica di p. se le tolleranze di lavorazione sono sensibilmente inferiori a quelle normali.
La p. di uno strumento è l’attitudine dello strumento stesso a fornire misure affette da piccoli errori, sia sistematici sia casuali (➔ errore); in tal senso la p. di uno strumento è la sintesi della sua giustezza e della sua fedeltà. Per uno strumento che funzioni in modo giusto, e non commetta quindi errori sistematici, si definisce classe di p. il rapporto, in percentuale, fra l’errore risultante da tutti gli errori casuali possibili e la portata massima dello strumento: dinamometro di classe 1, galvanometro di classe 0,5, quelli che forniscono rispettivamente errori dell’1% e dello 0,5% sul valore di fondo scala. La p. di una misura è un indice del minore o maggiore scostamento della misura stessa dal valore effettivo della grandezza da misurare; in tal senso talvolta il termine p. è usato, anche se impropriamente, come sinonimo di errore.