Nella Grecia antica, la ‘città madre’ rispetto alle colonie da essa fondate (Corinto rispetto a Corcira; Megara di Grecia rispetto a Megara Iblea ecc.). Nel linguaggio storiografico, politico e giuridico, lo Stato (anche concretamente inteso, e non solo in senso astratto) nei confronti delle colonie d’oltremare eventualmente possedute. Nell’accezione moderna, la capitale, o città principale, di uno Stato o di una regione. Più genericamente, si definisce m. una città di notevoli dimensioni, specie se caratterizzata da una dinamica vita sociale, economica, culturale.
Nella prima metà del 20° sec., quando il termine prese a diffondersi, si tese a definire m. una città con oltre un milione di abitanti. La considerazione che a una simile (e per allora notevole) concentrazione di abitanti corrispondesse un’eccezionale densità e un’elevata qualità di attività e di funzioni urbane fece sì che la parola designasse città al tempo stesso molto popolose e gerarchicamente collocate al vertice – per dotazioni strutturali e funzionali – dei rispettivi sistemi urbani di appartenenza. Di qui, anche la tendenza a considerare le grandi città capitali, che almeno per certi aspetti sono al vertice dei sistemi urbani nazionali, come altrettante m. anche a prescindere da una precisa soglia demografica.
L’incessante crescita, per tutto il 20° sec., della popolazione residente nelle città moltiplicò il numero di città milionarie, che già nei primi anni 1980 erano oltre un centinaio. L’aumento di numero delle m., peraltro, interessò in notevole misura paesi non industrializzati e poco urbanizzati in precedenza. L’aumento di popolazione residente in città definite m. si rivelò spesso sproporzionato rispetto al modesto incremento, in quelle stesse città, di attività e funzioni tipicamente urbane: all’aumento di abitanti in ambienti morfologicamente ‘urbani’ non corrispondeva sempre una maggiore complessità delle relazioni sociali, economiche, culturali e via dicendo, implicita nella concezione classica della città e, tanto più, della m. in quanto ‘grande città’. Il termine m. finì così per indicare grandi città dotate di numerose ed evolute funzioni urbane, ma anche concentrazioni demografiche elementari benché molto popolose o agglomerati edilizi scoordinati ma molto estesi. Ciò pose la necessità di ridefinire la m. o innalzando la soglia demografica (per es. ad almeno 5 milioni di abitanti, escludendo però in questo modo molte città consolidate e di grande importanza funzionale) oppure stabilendo una misura delle caratteristiche propriamente urbane.
Una definizione rigorosa delle caratteristiche tipiche della città deve tener conto di una così variabile combinazione (in senso storico e geografico) di fattori da essere improponibile: anche della città tradizionalmente intesa risulta impossibile fornire una definizione operativa che non sia piattamente legata alle dimensioni. A maggior ragione, l’aumento di popolazione urbana e la crescente dimensione delle aree edificate hanno posto problemi definitori che non sono stati superati, e soprattutto nuovi problemi di gestione, dato che la gestione unitaria caratteristica della città si rivela inefficiente al crescere delle dimensioni. Il termine m. ha così continuato a essere variamente interpretato secondo gli ambiti di studio o di applicazione, mentre cresceva il numero di città con oltre 10 milioni di abitanti (una trentina all’inizio del 21° sec.), ponendo ulteriori difficoltà: una tale massa di abitanti non può essere ospitata all’interno di una città, per quanto grande, tradizionalmente intesa, ma investe necessariamente una regione di migliaia o decine di migliaia di kilometri quadrati di superficie; né è possibile ampliare all’infinito la delimitazione spaziale-amministrativa della città o della m. per inglobare progressivamente le espansioni edilizie. Il dilatarsi della scala spaziale del fenomeno urbano ha quindi reso più vago e multiforme l’uso della parola metropoli.
Una ripresa del termine si è avuta in espressioni particolari come, per es. nell’uso di m. regionale, a indicare non tanto una grande città, quanto una città di apprezzabili dimensioni e che svolge funzioni sovraordinate rispetto a quelle di un’estesa regione circostante, per la quale funge da centro coordinatore. In modo quasi speculare, per area metropolitana si intende, genericamente, una regione che per vari versi dipende da una città e che, insieme con quella, totalizza una popolazione molto numerosa.
Per fare fronte alla definizione delle nuove forme urbane, si è fatto ricorso a neologismi: fra i più significativi e fortunati, vi è quello di megalopoli.