Sistema di trasporto sotterraneo, di superficie o sopraelevato, su rotaia in sede propria e indipendente dalla viabilità di superficie, destinato al trasporto rapido di grandi masse di viaggiatori nelle città e nelle aree metropolitane.
Il primo impianto di tipo sotterraneo, con trazione a vapore, fu aperto all’esercizio a Londra nel 1863; la prima linea sopraelevata entrò in funzione nel 1868 a New York. La trasformazione dalla trazione a vapore in quella elettrica iniziò nella m. di Londra nel 1890. Altre m. messe in servizio prima della fine del 19° sec. furono quelle di Chicago (1892), Budapest (1896), Glasgow (1897), Vienna (1898). Nei primi due decenni del 20° sec. si sviluppò la parte sostanziale delle grandi reti di Londra, New York e Parigi, insieme ad alcuni impianti meno importanti (Amburgo, Berlino, Madrid, Buenos Aires, Filadelfia, Boston); oggi le m. sono impiantate nelle grandi aree urbane di tutto il mondo.
Le m. spesso costituiscono l’elemento fondamentale dei trasporti pubblici cittadini e a esse vanno opportunamente collegati gli altri trasporti collettivi nonché quelli privati; la loro realizzazione può consentire tra l’altro di adottare provvedimenti restrittivi della circolazione privata nei centri delle grandi città, senza eccessivi oneri per la cittadinanza.
Le linee della m. (a parte casi particolari come quelli di città costruite sulle rive di fiumi, laghi o mari) sono in genere indipendenti tra di loro e hanno carattere diametrale; collegano quindi gli estremi opposti della città o delle aree urbane. I tracciati sono disposti in modo da formare nelle zone centrali e semiperiferiche una maglia più o meno fitta a seconda dei casi. Poco usate sono di norma le linee circolari (previste nella m. di Londra e in quella di Mosca); più frequentemente sono adottate biforcazioni che consentono di allargare la zona di influenza nella parte più esterna delle città e delle aree urbane. La distanza media tra le stazioni di una rete della m. è variabile da 500 a 1300 m; in genere le linee più lunghe sono caratterizzate da una maggiore distanza tra le stazioni, specialmente se ubicate in periferia.
Particolarmente sperimentato, nell’ambito degli studi su mezzi di trasporto che possano presentare vantaggi tecnici ed economici rispetto alle m. tradizionali, è stato il settore relativo al sistema della monorotaia, con vetture appoggiate o sospese, tramite carrelli dotati di pneumatici, a una via di corsa, vincolata ad appositi sostegni.
Le m. leggere differiscono dalla m. propriamente detta per la portata oraria dei passeggeri (inferiore) e per la tipologia dei veicoli. Vantano prestazioni superiori rispetto a mezzi di superficie come autobus e tram, con costi molto ridotti rispetto alle m. tradizionali. I tracciati sono quasi tutti in superficie con conseguente migliore adattamento alle necessità di uso; le infrastrutture risultano notevolmente ridotte; esiste la possibilità di usare veicoli di minori dimensioni. D’altra parte la necessità di creare per la m. leggera un percorso per la massima parte in sede propria ne permette l’impianto solo in particolari e favorevoli itinerari cittadini, con ampi viali, incroci non molto frequenti e possibilità di sovrappasso o sottopasso.
Di particolare rilievo tecnologico sono le m. automatizzate, ovvero senza conducente e controllate da un sofisticato sistema di comandi e di monitoraggi che ne garantisce un esercizio estremamente sicuro e flessibile. Di solito sono di ridotte dimensioni, più facilmente inseribili nell’ambiente urbano rispetto alle m. tradizionali, con capacità di trasporto fino a 1500 passeggeri/ora; sono derivate dai sistemi di trasporto (denominati people moover) installati in aree limitate e molto frequentate, come gli aeroporti. Il comfort di tali m. è assai elevato in quanto le accelerazioni e decelerazioni sono controllate automaticamente e le vibrazioni molto ridotte perché le ruote sono in gomma su guide di acciaio.