(fr. Nice) Città della Francia meridionale (348.721 ab. nel 2007), sul Mediterraneo (Costa Azzurra); capoluogo del dipartimento delle Alpes-Maritimes. Si affaccia sul mare entro la Baia degli Angeli, ben riparata da influenze settentrionali, là dove le alluvioni del torrente Paglione hanno ampliato la cornice costiera piatta su cui la città ha avuto il suo sviluppo più recente. Lungo la costa corre la Promenade des Anglais. In questa baia sporge l’altura (89 m s.l.m.) del Castello (Cimiez), alle cui falde orientali si stende la città antica che domina il porto. Il luogo gode di un clima particolarmente mite. N. ha registrato forme di riqualificazione, piuttosto che di espansione, delle proprie funzioni produttive e di servizio. L’area, inserita lungo la direttrice che collega i principali poli di sviluppo industriale della Francia meridionale, presenta, in particolare, aspetti di potenziamento delle strutture della ricerca e dell’alta tecnologia, spesso associate a un riassetto e a una valorizzazione di tradizionali funzioni terziarie (turistiche, commerciali, culturali). Notevole è anche l’attività del Casinò.
Fondata (6°-5° sec. a.C.) dai coloni focei di Marsiglia, nel 2° sec. a.C. entrò nell’orbita romana, appartenendo in età augustea alla Regio IX Liguria. Distrutta dalle invasioni barbariche e dai Saraceni (8°-9° sec.), dopo la crisi dell’Impero carolingio entrò a far parte della contea di Provenza. Nell’11° sec. si affermò come libero comune. Alleata di Pisa, subì le rappresaglie dei Genovesi che aiutarono i conti di Provenza a riaffermarvi il vincolo feudale; nel 1176 passò ad Alfonso II d’Aragona e poi (1209-1245) a Raimondo Berengario IV, conte di Provenza. Signoria dei Savoia dal 1388, dopo un periodo di prosperità fu coinvolta nelle guerre tra Francia e Impero. Nel 1538 l’imperatore Carlo V e Francesco I di Francia, che si contendevano il Ducato di Savoia, vi firmarono la tregua di N., durata fino al 1542. Saccheggiata dai Turchi, minacciata da Spagnoli e Francesi (17°-18° sec.), N. fu occupata dal maresciallo N. de Catinat (1691), da Luigi XIV (1706) e dagli alleati franco-ispani (1744). Invasa (1792) dalle truppe della Repubblica, rimase quartier generale francese sino alla 1ª campagna napoleonica d’Italia. Capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime, città natale (1807) di G. Garibaldi, nel 1815 fu assegnata al Regno di Sardegna ma, in seguito agli Accordi di Plombières, legittimati dal Trattato di Torino (1860), venne restituita ai Francesi. La città venne occupata nel giugno 1940 dalle truppe italiane, che si ritirarono nel settembre 1943 a seguito dell'armistizio di Cassibile.
La città vecchia è di caratteristico aspetto genovese, con case sviluppate verticalmente, con beccatelli e polifore; vi sono la cattedrale di S. Reparata (1650) e altre chiese e palazzi del 17° e 18° sec. (della Prefettura e Lascaris). La parte nuova, lungo il mare, con la centrale piazza Massena, a porticati, è in stile eclettico (fine 19° sec.): chiesa di Notre-Dame (1880); Casinò Municipale (1880) ecc.
Tra i musei si ricordano: Musée d’art et d’histoire (1921); Musée des beaux-arts Jules Chéret (dal 1878); Musée national Message biblique M. Chagall (1973); Musée d’art naïf (1978), poi ospitato nello Château Sainte Hélène (1982); Musée d’art moderne et contemporain (di Y. Bayard e H. Vidal); Musée d’histoire naturelle; Musée Terra amata. Sul colle di Cimiez notevole il museo del convento dei francescani; annesso il celebre Cimitero degli artisti. Nell’area della romana Villa des Arènes, resti dell’anfiteatro e delle terme, Museo archeologico e Musée Matisse (1963). Degli anni 1980 è il Cimitero (1984-85, G.X. Marguerita e GRAU).