amicizia
Un sentimento antico come la storia della civiltà
L'amicizia è un rapporto fatto di fiducia, simpatia, affetto e reciproca scelta, che si riscontra in ogni tempo e in ogni luogo, ma che nessuna teoria può spiegare del tutto. L'amicizia prevede che esista un rapporto paritario, e questo la distingue dagli altri legami che coinvolgono gli affetti,
Tutti sappiamo cos'è l'amicizia. Tutti la conosciamo e, in misura maggiore o minore, ne godiamo. Tuttavia, darne una definizione è difficile. Nessuna teoria psicologica, filosofica o poetica, infatti, può pretendere di spiegare completamente questo rapporto umano universale. Ci sono tanti rapporti umani affettuosi, positivi, amichevoli, che però vanno distinti dall'amicizia vera e propria. I genitori vogliono bene ai loro figli, ma hanno nei loro confronti diritti (essere rispettati, obbediti) e doveri (curarli e proteggerli). Ciò vale anche per gli altri parenti, o per gli insegnanti, con i quali i giovani possono avere rapporti di simpatia e cordialità, che però non sono mai alla pari. Nell'amicizia, invece, ci deve essere un rapporto di parità, nutrito di fiducia reciproca e della capacità di divertirsi insieme.
L'amicizia non è facile neppure tra fratelli o tra sorelle, poiché ci sono quasi sempre problemi di gelosia e di competizione; inoltre, fratelli e sorelle vivono troppo vicini e per troppo tempo e ciò inevitabilmente facilita i litigi. Insomma, seppure siamo legati ai nostri familiari dai sentimenti più forti e profondi, bisogna considerare che siamo stati uniti gli uni agli altri dal caso: non si scelgono i fratelli e neppure i genitori.
Un amico, un'amica, invece, si sceglie e ci sceglie. È un momento molto importante quello in cui s'incontra una persona sconosciuta, si prova curiosità e interesse, si crea un rapporto di reciproca simpatia e benevolenza. Ciò che lega i nuovi amici è il piacere di stare insieme e niente è più rassicurante per un ragazzo o una ragazza del veder ricambiato un sentimento di amicizia. Il bello dell'amicizia è il rapporto con qualcuno che non ti deve voler bene 'per forza', come i familiari, ma che cerca la tua compagnia perché ti riconosce come piacevole e degno d'interesse.
Essere accettati dai propri compagni, per esempio in una classe o in un gruppo sportivo, è un ottimo test per capire se il nostro carattere ha dei difetti (permalosità, prepotenza, presunzione) o dei pregi (generosità, allegria, lealtà) che facilitano od ostacolano lo scambio con gli altri.
L'amicizia dunque è il primo rapporto importante fuori dalla ristretta cerchia della famiglia; è una conquista che richiede impegno e un certo grado di maturità.
I bambini molto piccoli (fig.) non sanno ancora fare amicizia. Possono essere socievoli, sorridenti, accettare le attenzioni che vengono loro rivolte, ma non sanno giocare con gli altri bambini. Occorre avere almeno tre anni per cominciare a condividere un gioco, farsi davvero compagnia; più spesso, i piccoli stanno nella stessa stanza, l'uno accanto all'altro, ma non insieme. Il loro punto di riferimento rimane l'adulto che si dedica a loro. I bambini più grandicelli o i ragazzi sono invece ben lieti di restare tra loro senza la presenza dei grandi. Progressivamente, si sperimenta il piacere della scoperta del compagno di gioco, di qualcuno con il quale condividere piccoli segreti e fare grandi progetti. Un amico, un'amica consentono di staccarsi un po' dalla famiglia senza sentirsi soli.
Esistono amicizie importanti che possono durare per tutta la vita; il miglior amico, gli 'amici del cuore' costituiscono un punto di riferimento stabile nella quotidianità, ma l'intensità del sentimento può restare intatta anche in caso di prolungata lontananza. Non sarebbe però giusto negare il nome di amicizia ad altri rapporti meno profondi e duraturi. Possiamo magari considerarli forme minori di amicizia; come quando, per esempio, diciamo 'un mio amico' riferendoci a qualcuno che conosciamo poco, che frequentiamo solo occasionalmente.
Talora è la reciproca convenienza a offrire l'occasione di un'amicizia minore: il bisogno di raggiungere un certo numero di giocatori per una partita di pallone, la vicinanza delle abitazioni, l'appartenenza a una stessa classe scolastica, il comune interesse per un certo tipo di sport o di divertimento. Possiamo dunque avere rapporti amichevoli con i vicini di casa, con i compagni di studio e di lavoro. Possiamo fare amicizia con qualcuno che incontriamo durante un viaggio o una vacanza, con il quale ci scambiamo gli indirizzi e magari gli auguri a Natale; ma poi il rapporto finisce lì.
Il grado di intimità e di affetto tra amici è dunque variabilissimo e dipende molto dal carattere delle singole persone: alcuni amano avere tantissimi amici, in modo necessariamente un po' superficiale; altri invece hanno pochi rapporti intimi molto esclusivi e selezionatissimi. Si tratta di differenze legate al gusto e al temperamento su cui non sarebbe giusto formulare un giudizio. È però vero che non avere amici è comunque un brutto segno e che se per anni e anni non riusciamo a legare con nessuno, la responsabilità deve essere nostra e conviene fare un po' di autocritica.
Molti ritengono che si debba distinguere nettamente l'amicizia dall'amore. In questo senso, l'attrazione sessuale fisica sarebbe l'elemento fondamentale che stabilisce la differenza. Tuttavia, bisogna considerare che quando si è giovanissimi, prima dell'adolescenza, le cose sono molto più sfumate. Tra ragazzi ‒ più spesso tra ragazze ‒ si possono vedere amicizie appassionate, molto esclusive, protese verso la massima intimità: dormire insieme, scambiarsi i vestiti, farsi continuamente regalini significativi, provare una feroce gelosia per altre eventuali amicizie. Tutto ciò è assolutamente normale e non ha niente a che fare neppure con tendenze omosessuali. Esprime solo il bisogno di rinforzare l'immagine di sé rispecchiandosi nell'altro.
Una vecchia questione è se sia possibile una vera amicizia tra maschi e femmine. Tra bambini molto piccoli il genere ha poca importanza, mentre quando si diventa più grandi si preferisce abitualmente un amico del nostro stesso sesso. Ma ciò non esclude affatto, a tutte le età, a tutti i vari gradi di intimità, che una vera amicizia possa nascere tra persone di sesso diverso. Soprattutto in questa nostra epoca, in cui esiste una separazione meno rigida tra i sessi, ragazzi e ragazze hanno esperienze di vita, di studio, di libertà molto più simili tra loro di quanto accadesse in passato.
Per contro, non è affatto detto che due persone che si amano siano anche amiche. Anzi, ci si può innamorare di qualcuno che non ci è neppure troppo simpatico e che non consideriamo degno di stima.
Oggi, soprattutto tra giovani e giovanissimi, ha molta importanza l'amicizia di gruppo. In una condizione meno impegnativa, meno personale si distribuiscono attenzioni e aspettative, si esce dalla solitudine e dall'isolamento senza esporsi troppo. Il gruppo degli amici, che talora unisce maschi e femmine, spesso ha piccole norme di appartenenza: l'abbigliamento, il linguaggio, le preferenze musicali… ciò consente di confondersi con gli altri, di sentirsi uguali e rassicurati circa la propria identità.
Fra tutti i sentimenti che legano due amici, la fiducia è un elemento fondamentale: potersi fidare di un amico, di un'amica è la premessa necessaria al rapporto. Non custodire un segreto, non mantenere una promessa, dimenticarsi un appuntamento sono vissuti come dolorosi tradimenti e ferite insanabili. Accade frequentemente che persone di ogni età dichiarino di 'non credere più all'amicizia' perché sono state troppo deluse. È però probabile che ciascuno di noi, anche senza accorgersene, magari per distrazione, tradisca talvolta le aspettative degli altri. Ciascuno è più sensibile ai torti che subisce che a quelli che infligge!
Non si dovrebbe pretendere la perfezione dai rapporti umani. Qualche sentimento negativo circola sempre, anche nei rapporti più belli di amicizia: un po' di competizione, di rivalità; un po' di gelosia o di invidia… Riconoscerlo è già un primo passo per superarlo.