amministrazione pubblica
Gli apparati amministrativi dei poteri pubblici esistono da quando c’è un minimo di organizzazione delle società civili. Se quindi un’antica tribù non possedeva una propria a.p., essa la costituì quando, una volta stanziatasi su un territorio, ebbe bisogno di autorità che si occupassero dei culti, dell’organizzazione militare, dell’assegnazione delle terre. Alcuni ritengono che esse sorsero quando per popoli stanziati su grandi fiumi si pose l’esigenza di regolare in modo veloce e disciplinato la distribuzione delle acque. Le a.p. per regolare l’uso delle acque del Nilo, dell’Eufrate, del Chang Jiang furono in effetti le prime che raggiunsero ragguardevoli dimensioni, ma accanto a queste attività ve ne erano altre parimenti rilevanti, come quelle definibili dell’organizzazione costituzionale, dell’organizzazione militare, della sicurezza degli scambi. In senso più stretto sono a.p. le amministrazioni aventi conformazioni giuridiche proprie, disposte dalle norme degli ordinamenti giuridici in cui sono operanti. Queste norme regolatrici di apparati amministrativi pubblici come tali sono successive al 16° secolo. Così si ritiene generalmente che il mondo antico non avesse a.p. di carattere generale, bensì tanti apparati amministrativi separati tra loro, ciascuno facente capo a un ufficio, e strettamente adibito al servizio di questo. Onde, per es., l’ordinamento romano repubblicano. Occorre arrivare all’epoca imperiale per trovare strutture più vicine a quelle oggi proprie degli uffici. Questo modo di conformare le organizzazioni delle strutture pubbliche in Europa giunge fino al sec. 12°. Nell’età comunale si ha un’innovazione, che consiste nel fatto che nel frattempo l’inventiva giuridica ha introdotto la persona giuridica e l’ente giuridico senza personalità; applicandosi tali istituti al comune, emergono enti permanenti i quali possono permettersi apparati amministrativi pur essi permanenti, al servizio non più delle persone ma dell’ente. Una volta introdotta, l’istituzione si diffonde, per cui anche le corone, nel significato di organi monocratici (quindi non solo re, ma anche principi, duchi ecc., capi di ordinamenti territoriali) cominciano a munirsi di apparati amministrativi permanenti. Quando tali apparati vanno a comporsi di «professionisti» sorgono gli Stati. Invero si discute se si possa definire Stato l’ordinamento della Cina, in cui sin dal periodo Ch’in è introdotta una burocrazia professionale, per di più scelta mediante pubblici concorsi, oppure se lo si possa fare con l’impero arabo-islamico, che si dota gradualmente, a partire dal califfato omayyade (8° sec.), di un’a.p. complessa, erede delle tradizioni amministrative del mondo tardo antico, greco-romano e iraniano. Non vi sono dati sicuri per una risposta affermativa, ma quand’anche lo fosse, mancherebbero gli sviluppi che l’istituto ha ricevuto successivamente in Europa e che hanno portato alle problematiche del 19° sec., momento al quale si fa risalire lo sviluppo delle a.p. contemporanee.