Regista cinematografico francese (Carcassonne 1909 - Parigi 1989). Dopo aver svolto attività di avvocato, giornalista, romanziere e poeta, esordì nel lungometraggio nel 1942, raggiungendo il primo discreto successo con Les amants de Verone (1949), su sceneggiatura di Prévert. Ma è del 1950 il film che lo pose all'attenzione della critica: Justice est faite, analisi di un caso di eutanasia rivissuto in tribunale; di due anni dopo è Nous sommes tous des assassins, aspra requisitoria contro la pena di morte; il tema della giustizia ritornerà nel cupo quadro provinciale di Dossier noir (1955). Nell'interesse costante per i problemi di attualità C. ha dimostrato generoso impegno ma anche schematismi e ricerca di sensazionalismo. Il quadro storico di Le passage du Rhyn (1960) dà luogo al film forse più riuscito. L'attualità è restata però l'interesse principale di C.: la calunnia in Les risques du métier (1967), la droga in Les chemins de Kathmandou (1969), l'intolleranza in Mourir d'aimer (1970), la politica in Il n'y a pas de fumée sans feu (1973).