BARBARIGO, Andrea
Nacque intorno al 1450 da Marco e Lucia Ruzzini. Fino al 1479, anno del suo matrimonio con Paulina Vitturi, ci mancano, per il silenzio delle fonti, notizie sicure sul suo conto e sulla sua carriera; unica e vaga testimonianza è quella del Priuli, il quale, tracciando il profilo del B., ne sottolinea l'intensa attività e le larghe vedute politiche e sociali. Dopo il 1479, comunque, il B. s'impegnò a fondo nella vita politica veneziana, divenendo ben presto una delle personalità più in vista del governo della Serenissima; lo troviamo infatti ripetutamente incaricato di missioni delicatissime o di grave momento sia nelle città di Terraferma, sia presso altri Staci italiani; nel 1487 fu nominato capitano di Bergamo.
Era stato nominato in un periodo particolarmente tumultuoso e diflicile per la città orobica: i rapporti fra quest'ultima e la Dominante erano, in particolare, assai tesi perché Venezia, ben sapendo d'aver costruito il suo dominio nel Bergamasco concedendo privilegi o facendo balenare il miraggio di più ampi scambi commerciali, cercava di controllare tutte le manifestazioni della vita della città, dalla politica all'economia, attraverso la nomina di funzionari di sua stretta fiducia.Il governo del B. fu, ciò nonostante, un governo equilibrato e lungimirante, effettivamente rivolto e sensibile agli interessi della città da lui amministrata: egli incrementò, innanzitutto, il sorgere di nuove industrie, rafforzò quelle già esistenti, protesse e facilitò gli scambi commerciali, che cercò d'indirizzare verso il mercato di Venezia. Anche la vita religiosa in Bergamo ricevette un nuovo e notevole impulso per opera sua: sorsero nella città nuovi conventi di mendicanti, la "religio" dei padri carmelitani - assai cari al popolo - poté, mercé il suo fattivo interessamento, riprendere possesso del convento dell'Annunziata dal quale essi erano stati in precedenza banditi.
Il felice esito dell'incarico bergamasco ed il successo che coronò la sua amministrazione attirarono sul B. le simpatie e la fiducia del Senato veneziano: capitano di Brescia nel 1492, savio di Terraferma nel 1494, il 31 marzo 1495 -insieme con il consigliere veneziano Marco Bollani, e il procuratore di S. Marco e savio del Consiglio Leonardo Loredano - negoziò e concluse in nome della Repubblica - proprio nella sua qualità di savio di Terraferma - l'alleanza che vide uniti per fronteggiare anche il pericolo turco, fattosi ancor più temibile e imminente dopo la morte di Zizim (fratello del sultano Bàyazid II), il papa Alessandro VI, il duca di Milano, il re dei Romani e i reami di Castiglia e d'Aragona. Verso la fine dell'aprile del 1495 il B., in qualità di luogotenente, fu inviato a Cipro: nulla sappiamo di come egli abbia assolto a questo non facile incarico; come ci sono ignote le vicende dell'attività politica da lui in seguito svolta, sino alla sua morte, che avvenne il 28 ott. 1499, poco dopo la sua nomina a capitano di Verona.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civ. Museo Correr, cod. Cicogna 3781, G. Priuli, Pretiosi frutti..., I, p. 10; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di S. Predelli, XI, Venezia 1903, documento n. 4; M. H. Cavriolo, Delle historie bresciane, XII, Brescia 1585, pp. 238 s.; A. Pinetti, Per la storia della pittura bergamasca nel Cinquecento. Stigolature d'archivio, in Boll. d. civica Bibl. di Bergamo, IV (1908), 1). 240; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, Milano 1940, pp. 104-107.