Doge di Venezia (Venezia 1306 - ivi 1354), quarto della famiglia. Entrato giovanissimo nella carriera pubblica, ricoprì le più alte cariche dello stato: nel 1328 procuratore di S. Marco, nel 1333 podestà di Trieste, nel 1336 provveditore in campo, fu il 4 genn. 1343 eletto doge. Ispirandosi all'esempio di Enrico D. al quale gli piacque ricollegarsi, spiegò notevoli doti di politico, di uomo d'azione e di letterato. Nella lunga e sanguinosa vicenda delle lotte con Genova, egli seppe portare una nota di decisa energia, tanto che da qualche parte gli fu rivolto il rimprovero o d'aver voluto la guerra, quando non era necessaria, o d'averla prolungata oltre il debito. Non meno importante e benemerito è il D. per il riordinamento della legislazione veneziana e per la raccolta dei più antichi documenti veneziani (Liber Albus e Liber Blancus, dell'Archivio veneto). Scrisse inoltre una narrazione, scarsamente attendibile (specialmente per il periodo più antico), della storia veneziana fino al 1280.