Andrea di Vanni d'Andrea
Pittore e uomo politico senese, figlio di Vanni d'Andrea e di Giacoma di Nannuccio, è documentato dal 1353 al 1413. Nel 1363 e poi nel 1389, 1394, 1402 A. è registrato nell'elenco accluso al Breve dei pittori senesi; negli anni 1368, 1370, 1380, 1399 eseguì vari lavori di pittura nel duomo e dal 1379 per l'ospedale di S. Maria della Scala; nel 1369, 1372 e 1379 sono documentati alcuni lavori per la chiesa di S. Martino e nel 1398-1400 per la chiesa di S. Francesco. Per due volte si recò a Napoli: il primo soggiorno è situabile intorno al 1365-1366, il secondo negli anni 1383-1385.
L'intensa attività pittorica di A. si intreccia con quella politica, documentata dal 1363 al 1390; oltre a numerosi incarichi pubblici a Siena, venne inviato come ambasciatore ad Avignone presso Gregorio XI, a Firenze, in Maremma e a Napoli presso Urbano VI.
Un altro aspetto della personalità di A. è rappresentato dall'intenso sodalizio spirituale con s. Caterina Benincasa, testimoniato dall'affresco in S. Domenico raffigurante la santa e una devota.
Nonostante l'abbondanza di dati documentari, è arduo ricostruire il percorso artistico di A., assai monocorde e privo di sicuri punti di riferimento: una sola opera è firmata (Crocifissione, Washington, Corcoran Gall. of Art), due sole sono datate: il polittico già in S. Francesco del 1396 e quello di S. Stefano alla Lizza (Siena) del 1400. Lo stile di A., teso al recupero arcaizzante dei fatti del primo Trecento locale, appare orientato a rielaborare una versione astratta e irrigidita delle eleganze di Simone Martini, anche per l'influsso dei suoi stretti seguaci quali Naddo Ceccarelli e il Maestro di Palazzo Venezia.
Il suo percorso può indicativamente iniziare con piccole tavolette per la devozione privata (Madonna nr. 1054, Berlino, Staatl. Mus.; Crocifissione, Cambridge, MA, Fogg Art Mus.; Madonna, Oxford, Ashmolean Mus. of Art and Archaeology; Crocifissione, Groninga, Groninger Mus.) e con il polittico eseguito durante il primo soggiorno napoletano, intorno al 1365, destinato alla cappella del castello di Casaluce, di cui rimangono soltanto due pannelli con S. Francesco (Altenburg, Staatl. Lindenau-Mus.) e S. Giacomo (Napoli, Mus. e Gall. Naz. di Capodimonte). Successivi al soggiorno napoletano si dovrebbero scaglionare i restauri agli affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena (Bellosi, 1974), gli affreschi della Confraternita della Madonna presso l'ospedale di S. Maria della Scala e la tavola di S. Bernardino nell'oratorio della Confraternita a Seggiano. Nel secondo soggiorno napoletano, documentato negli anni 1383-1385, vanno collocati i due pannelli, resti di un piccolo polittico portatile proveniente da Napoli (Ascensione, Leningrado, Ermitage; Resurrezione Ingenheim, già Coll. Ingenheim), e il trittico della Corcoran Gall. of Art di Washington. All'ultima e più scadente attività di A. vanno riferite le Madonne di S. Michele e di Santo Spirito a Siena e del Fitzwilliam Mus. di Cambridge, l'affresco raffigurante S. Caterina in S. Domenico a Siena, il polittico già in S. Francesco del 1396 (Madonna con il Bambino, S. Francesco, Crocifissione e profeti, Siena, Pinacoteca Naz., nr. 114), il polittico già in S. Eugenio (Madonna con il Bambino, Siena, S. Donato; Angelo e Vergine Annunciata, Cambridge, MA, Fogg Art Mus.; Redentore benedicente, Siena, oratorio delle Pie Disposizioni; S. Pietro e S. Paolo, Boston, Mus. of Fine Arts; S. Giovanni Evangelista, Cambridge, MA, Fogg Art Mus.; S. Agnese, S. Orsola, S. Anna, Francoforte, Städelsches Kunstinst. und Städt. Gal.) e il trittico di Boston (Isabella Stewart Gardner Mus.); una delle ultime opere è il grandioso complesso per la chiesa di S. Stefano alla Lizza, datato 1400, la cui predella fu aggiunta da Giovanni di Paolo.
Bibliografia
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