Alchimista (Halle 1546 circa - Coburgo 1616). Insegnò storia e poesia a Jena, passò poi a Rothenburg e infine a Coburgo, dove si dedicò all'attività medica e all'insegnamento scientifico; seguì le dottrine iatrochimiche, rifuggendo però dagli eccessi di altri (Paracelso, ecc.). Gli si attribuiscono diverse scoperte; è certo che per primo preparò varî composti, tra cui il tetracloruro di stagno, il solfato e il solfuro di antimonio e l'idrossido di bismuto. Nel suo libro più importante, Alchymia collecta accurate explicata et in integrum corpus redacta (1595; 2a ed. con il titolo Alchymia recognita, emendata et aucta, 2 voll., 1606, il cui secondo vol., in due parti, reca il titolo Commentariorum alchemiae pars prima e pars secunda), anche se in un ambito culturale di tipo alchemico, sostenne che lo scopo principale di un chimico era l'estrazione e la purificazione delle sostanze e descrisse con precisione le apparecchiature e numerose preparazioni chimiche. Altri suoi testi importanti sono Rerum chymicarum epistolica forma ad philosophos et medicos quosdam in Germania excellentes de scriptarum libri tres (1595-99); Opera omnia medico-chymica (3 voll., 1615, sotto lo pseud. Basilius de Varna).