Umanista e medico (Segovia 1499 - ivi 1560). Studiò a Salamanca, a Parigi, a Toledo e insegnò all'univ. di Alcalá de Henares; fu medico di Carlo V e poi di papa Giulio III. Tradusse varie opere di Aristotele, di Luciano, di Galeno, e delle opere di Galeno compose un Epítomes (1574). Ma l'opera più importante è un trattato sulle piante, sui minerali e su materia farmaceutica (Pedacio Dioscórides Anazarbeo, 1555), munito di un glossario botanico in dieci lingue; opera notevole come tentativo di sistemazione e per le nuove esperienze contenute. Recentemente gli è stata attribuita la paternità del Viaje de Turquía, ciò che ha accentuato l'interesse per l'aspetto erasmiano della sua produzione.