Angioletto da Gubbio
Pittore e maestro vetraio, attivo in Umbria nella prima metà del Trecento. Nel 1315 un magister Angelus Petri è menzionato in una lista di ghibellini banditi dal Comune di Gubbio (Manuali, 1982). Tra il 1321 e il 1329 ricevette pagamenti per lavori di mosaico sulla facciata del duomo di Orvieto (Della Valle, 1791; Fumi, 1891). Nel 1333 ad Assisi Angeluctius pictor de Assisio è inquisito di furto (Cenci, 1974).Ranghiasci (1820), basandosi sulla trascrizione di documenti perduti (Frondini, 1821), assegna ad A. le vetrate della cappella di S. Ludovico nella basilica inferiore di S. Francesco ad Assisi e, in collaborazione con Giovanni di Bonino, anche le vetrate della cappella di S. Caterina.
Celebrato nella letteratura locale come uno dei capiscuola della pittura eugubina del Trecento, le cui origini si facevano risalire al mitico Oderisi, gli furono assegnate molte opere sulla base di incerte tradizioni locali, tra cui in particolare quattro frammenti di polittico con la Vergine orante e tre sante, già nella Coll. Ranghiasci di Gubbio, e in seguito nella Raccolta Nevin a Roma, che devono restituirsi con certezza a un pittore umbro del primo Quattrocento (Todini, citato da Manuali, 1982, p. 19 n. 25).
In via puramente ipotetica è stata anche suggerita una sua identificazione con il Maestro espressionista di Santa Chiara (Manuali, 1982; Scarpellini, 1982), il principale artista attivo ad Assisi agli inizi del Trecento, che con probabilità deve invece riconoscersi in Palmerino di Guido, citato come socio di Giotto nel 1309.
L'unica opera superstite di A. resta la splendida quadrifora della cappella di S. Ludovico nella chiesa inferiore di Assisi, posteriore al 1317.
Il disegno della vetrata appare opera di un maestro giottesco di estrazione assisiate, in stretto rapporto con il Maestro espressionista di Santa Chiara e il Maestro di Figline. Lo stesso pittore si scorge nei finestroni laterali della cappella di S. Caterina, dove, secondo i documenti utilizzati da Ranghiasci, A. era stato attivo in collaborazione con Giovanni di Bonino.
L'autore dei cartoni di queste vetrate sembra identificabile con l'autore della vela con il Gloriosus Franciscus nel presbiterio della basilica inferiore, il c.d. Maestro delle Vele, già riconosciuto come di origine umbra, che collaborò nelle Allegorie francescane e nelle Storie dell'infanzia di Cristo del transetto destro con un grande pittore giottesco, probabilmente Stefano Fiorentino (Todini, 1986). È possibile che il Maestro delle Vele vada identificato con A., se allo stesso artista si devono sia i cartoni, sia l'esecuzione materiale delle vetrate, e ciò spiegherebbe la sua grande reputazione tradizionale.
Bibliografia
G. Della Valle, Storia del Duomo di Orvieto, Roma 1791, pp. 272, 274.
S. Ranghiasci, in C. Fea, Descrizione Ragionata della Sagrosanta Patriarcal Basilica e Cappella Papale di San Francesco d'Assisi, Roma 1820, pp. 11, 13.
F. A. Frondini, Commento alla Descrizione della Basilica di San Francesco in Assisi, ms. del 1821, Assisi, Arch. Capitolare, Fondo Frondini, busta I, fasc. I, c. 62v.
G. Rosini, Storia della Pittura Italiana, VII, Pisa 1847, p. 228.
J. A. Crowe, G. B. Cavalcaselle, A History of Painting in Italy, II, London 1864, pp. 192-193.
L. Fumi, Il Duomo di Orvieto e i suoi restauri, Roma 1891, p. 104.
U. Gnoli, Pittori e Miniatori dell'Umbria, Spoleto 1923, p. 27.
G. Marchini, Le vetrate dell'Umbria, in CVMAe. Italia, I, Roma 1973, p. 144 ss.
C. Cenci, Documentazione di Vita Assisana 1300-1530, I, Grottaferrata 1974, p. 70.
A. Conti, Le vetrate e il problema di Giovanni di Bonino, in Il Maestro di Figline, un pittore del Trecento, cat. (Figline Valdarno 1980-1981), Firenze 1980, pp. 23-27.
Fra Ludovico da Pietralunga, Descrizione della Basilica di San Francesco e di altri Santuari di Assisi, a cura di P. Scarpellini, Treviso 1982, pp. 485, 489.
G. Manuali, Aspetti della Pittura Eugubina del Trecento. Sulle tracce di Palmerino di Guido e di Angelo di Pietro, Esercizi 5, 1982, pp. 5-19: 11 ss.
F. Todini, Pittura del Duecento e del Trecento in Umbria e il cantiere di Assisi, in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986, II, p. 395.