Fiume (99 km; bacino di 1414 km2), affluente di sinistra del Tevere (detto anche Teverone). Nasce nei Simbruini in due rami, l’A. vero e proprio (che ha la sorgente a sud del M. Tarino) e il Simbrivio (che ha le sorgenti ai piedi del M. Autore). Scorre dapprima in una valle stretta e incassata; tra Agosta e Roviano è accresciuto da nuove sorgenti, delle quali le più copiose sono utilizzate per l’approvvigionamento idrico di Roma (Acqua Marcia). Più oltre la valle cambia direzione e si fa più ampia; il fiume poi, a monte di Tivoli, salta il ripido orlo del Subappennino calcareo con un gruppo di cascate. Si getta nel Tevere alle porte di Roma. Nell’antichità l’A. era considerato il limite tra il territorio dei Sabini e quello dei Latini.