ANIENE (lat. Anio; oggi anche Teverone, ma soltanto nel corso inferiore, a valle di Tivoli; A. T., 24-25-26)
Affluente di sinistra del Tevere, lungo km. 99, che nasce dai monti Simbruini in due rami: l'Aniene vero e proprio, che ha le sorgenti sui fianchi meridionali del M. Tarino (sorg. di Riglioso o Capo Aniene a 1200 m. s. m.), e più a valle è accresciuto dal tributo della sorgente Pertuso (circa 1 ½ mc. al minuto secondo); e il Simbrivio, alimentato da parecchie sorgenti sui fianchi dei monti Autore, Arsalone e Tarinello.
L'ossatura dei monti formanti tutto il bacino sorgentifero del fiume è costituita, in massima parte, da calcari molto permeabili, con estesa e complessa circolazione sotterranea; anzi si ritiene che arrivino all'Aniene anche acque profonde provenienti da bacini limitrofi. Dopo la riunione dei due corsi d'acqua surricordati, l'Aniene scorre in valle longitudinale molto stretta, incassata e pittoresca, sempre in mezzo a calcari permeabili, non ricevendo, fino ad Agosta, che scarsi contributi, tra cui quello della sorgente dell'Inferniglio presso Ienne, notevole per la grande variabilità della sua portata (da mc. 0,1 a mc. 1,6). La pendenza media del letto, dalla confluenza del Simbrivio a Subiaco è del 18 per mille. A monte di Subiaco, dove termina il tratto più orrido della vallata, il fiume formava già tre laghetti, creati artificialmente da Nerone, i Simbruina stagna degli antichi (Tacito, Annali, XIV, 22), nei quali si specchiava una sontuosa villa; essi scomparvero nel basso Medioevo (v. subiaco). Un altro gruppo molto importante di sorgenti si ha nella sezione della valle fra Agosta e Roviano; le più copiose tra esse sono catturate, e, per mezzo di una gigantesca conduttura, quella dell'Acqua Marcia, condotte a Roma, dove servono la più gran parte della città.
La valle dell'Aniene, fin qui stretta e poco abitata (la maggior parte dei paesi è in alto, sulle pendici ripide che fiancheggiano la valle), oltre Roviano cambia direzione e si fa più ampia; il fondo, inciso in calcari marnosi, intercalati con scisti, alberga zone coltivate; le colline circostanti sono più frequenti di centri abitati. Lo accrescono in questo tratto, a sinistra il Fiumicino e l'Empiglione, a destra la Licenza, l'antica Digentia. Poco a monte di Tivoli, la valle si rinserra di nuovo, e, là dove il margine estremo del Subappennino calcareo scende con un gradino ripido sulla Campagna Romana, il fiume precipita giù da questo gradino con parecchi salti, formando la Cascata e le Cascatelle di Tivoli, oggi in gran parte modificate dall'uomo per evitare i danni delle piene alla città di Tivoli. Nel tratto inferiore, la valle dell'Aniene, assai ampia, cambia carattere; il fiume divaga a meandri nella Campagna Romana, ricevendo a sinistra il tributo delle sorgenti dell'Acqua Felice e dell'Acqua Vergine e di numerosi ma insignificanti fossi provenienti dai Colli Albani, a destra quello della grossa sorgente solfurea delle Acque Albule, attraverso un canale artificiale.
L'Aniene si versa nel Tevere poco a valle del punto ove è traversato, su un vecchio ponte, dalla via Salaria, dopo aver fatto un'ultima serpentina intorno alla ripida collina sulla quale sorgeva un tempo la città di Antemnae.
L'Aniene scola un bacino ampio kmq. 1414, dei quali 683 a monte e 731 a valle delle cascate di Tivoli.
L'Aniene, nel suo corso inferiore, è normalmente in magra dall'agosto all'ottobre; le sue portate minime in vicinanza della foce (Ponte Mammolo) non sono inferiori a 20 metri. Le piene maggiori si hanno tra novembre e gennaio; ma un altro periodo di piena cade nella seconda metà di marzo e in aprile. A Tivoli le piene furono talvolta molto repentine, onde i gravi danni causati prima della regolazione del fiume; nel corso superiore invece le piene sono più regolari e non arrecano danni.
L'acqua del fiume è largamente utilizzata per forza motrice, già nel corso superiore, dove parecchie piccole centrali forniscono soprattutto energia per l'illuminazione. A Tivoli le cascate sono già da tempo quasi interamente utilizzate per forza motrice, dando vita anche a industrie locali (cartiere, ecc.); ma gl'impianti più grandiosi si hanno a Castel Madama, a monte di Tivoli; quivi una grande centrale sviluppa energia utilizzata soprattutto per trazione elettrica.
La valle dell'Aniene, a monte di Tivoli, forma la più comoda via naturale di accesso dalla Campagna Romana all'Abruzzo; essa conduce per Arsoli e Tagliacozzo alla conca del Fucino; è risalita dall'antica via Valeria ed oggi dalla ferrovia Tivoli-Avezzano. Con questa strada è connesso il sorgere e il fiorire di parecchi centri (v. tivoli, arsoli, tagliacozzo, avezzano).
Bibl.: Carta idrografica d'Italia, Memorie illustrative, IV: L'Aniene, Roma 1891; ibid., XXVI-bis: Il Tever, Roma 1908; G. De Angelis d'Ossat, L'alta valle dell'Aniene, studio geologico-geografico, in Memorie Soc. Geogr. Italiana, VII (1897); A. Colasanti, L'Aniene, Bergamo 1906.