Ekberg, Anita (propr. Kerstin Anita Marianne)
Attrice cinematografica svedese, nata a Malmö il 29 settembre 1931. Simbolo della femminilità statuaria e giunonica, divenne un'icona del cinema grazie all'immagine che Federico Fellini le disegnò su misura in La dolce vita (1960). Nella sua successiva carriera la E. non ha però più potuto liberarsi da uno stereotipo diventato così famoso e quindi ingombrante e riconoscibile. Miss Svezia 1950, nel 1951 giunse negli Stati Uniti per partecipare al concorso di miss Universo. Divenne poi modella fotografica e attrice televisiva e ottenne anche il ruolo di Ilse Lund in una versione televisiva di Casablanca (1955). Aveva esordito nel cinema nel 1953, con un piccolo ruolo nella commedia Abbott and Costello go to Mars (Viaggio al pianeta Venere) di Charles Lamont, cui seguirono in sette anni una ventina di film. Divenne così una piccola star, forte della fisicità nordica esibita soprattutto in film di soggetto storico come Zarak (1956; Zarak Khan) di Terence Young e Nel segno di Roma (1959) di Guido Brignone. Giunta per la prima volta in Italia per sostituire Arlene Dahl nel cast del kolossal War and peace (1955; Guerra e pace) di King Vidor, vi si stabilì definitivamente nel 1958. Scelta da Fellini per La dolce vita, vi impersonò la lattea svedese che ossessiona i sogni del maschio latino; la scena del suo bagno notturno nella fontana di Trevi divenne una delle immagini più popolari della storia del cinema. Fellini le dedicò poi un ritratto affettuosamente tagliente in Le tentazioni del dottor Antonio (1962, episodio del film collettivo Boccaccio '70), dove l'attrice, con i suoi grandi seni materni, ingigantita a dismisura in un cartellone pubblicitario sul latte, sconvolge un bigotto Peppino De Filippo, ridicolo rappresentante dell'Italia conservatrice. In seguito la E. visse di rendita grazie alla sua fama, ritornando lentamente a quelle produzioni di genere che avevano costituito il terreno nel quale era professionalmente cresciuta. Baronessa russa, regina tartara, principessa barbara, vampira, adescatrice internazionale, alternò produzioni tedesche, italiane e francesi, pur vivendo stabilmente in Italia. Fellini la chiamò ancora a interpretare sé stessa nel film I clowns (1970) e successivamente Intervista (1987).
S. Quasimodo, Anita Ekberg, Milano 1965; S. Masi, E. Lancia, Stelle d'Italia. Piccole e grandi dive del cinema italiano dal 1945 al 1968, Roma 1989, p. 181.